Il Sole 24 Ore 24 luglio 2008, Gianni Dragoni, 24 luglio 2008
Alitalia, stretta finale per Intesa. Il Sole 24 Ore 24 luglio 2008 Alitalia vicina al capolinea. Capolinea per la situazione economico-finanziaria della società, che l’8 agosto presenterà i conti semestrali al consiglio di amministrazione e potrebbe essere costretta a dichiarare che il capitale è stato divorato dalle perdite
Alitalia, stretta finale per Intesa. Il Sole 24 Ore 24 luglio 2008 Alitalia vicina al capolinea. Capolinea per la situazione economico-finanziaria della società, che l’8 agosto presenterà i conti semestrali al consiglio di amministrazione e potrebbe essere costretta a dichiarare che il capitale è stato divorato dalle perdite. Capolinea anche per il lavoro di Intesa Sanpaolo, l’advisor scelto dal Governo che deve completare entro una decina di giorni il piano per l’ingresso di una «cordata italiana» nella società. «Credo che si sia vicini ad una conclusione che potrà rilanciare una compagnia a capitale italiano significativa, utile per il rilancio di un Paese che è una delle grandi potenze mondiali», ha detto Claudio Scajola, ministro dello Sviluppo economico. E lo stesso Silvio Berlusconi, nell’incontro serale con i senatori Pdl, avrebbe riferito che la soluzione per Alitalia «è vicina», ma «serviranno sacrifici». Per sabato è convocato il consiglio di Alitalia. Se ci fossero novità dall’advisor il Cda potrebbe esaminare il piano. Ieri sera il presidente dell’aviolinea, Aristide Police, ha incontrato a Palazzo Chigi il sottosegretario Gianni Letta. Alla presidenza è arrivato anche Bruno Ermolli, il consulente incaricato da Silvio Berlusconi, in campagna elettorale, di organizzare la cordata italiana per bloccare il progetto di Air France-Klm. Anche se in serata Palazzo Chigi ha dovuto smentire che la sua visita fosse legata alla vicenda Alitalia. Sulla conclusione del lavoro per la nascita di una «nuova Alitalia» ci sono però ancora diversi punti interrogativi. Il principale riguarda l’effettiva disponibilità di imprenditori a versare i capitali necessari a ripartire. Il fabbisogno è indicato da fonti finanziarie in una somma tra 800 milioni e 1,6 miliardi di euro. Tutti gli interpellati, tra cui il più interessato è Carlo Toto, patron di Air One, condizionano l’adesione alla nascita di una nuova società, la salvifica "newco", nella quale entrerebbe la parte buona della compagnia, con gli slot, gli aerei, ma non i debiti né gli esuberi, che sarebbero almeno 5-6mila. Dopo un lungo silenzio, si stanno allarmando i sindacati, dall’Anpac all’Ugl. Fabrizio Solari, della Filt-Cgil, ha rilevato che «se queste notizie fossero reali si peggiorerebbe addirittura la situazione proposta da Air France». Proposta al cui affossamento la Cgil ha dato un contributo determinante. La zavorra dovrebbe restare nella vecchia società, l’attuale Alitalia che finirebbe in amministrazione straordinaria o liquidazione. Sarebbe la bad company, piena di scorie, con un indebitamento finanziario netto superiore a un miliardo. Perché questo disegno si possa compiere gli advisor, Intesa con i legali dello studio Bonelli Erede Pappalardo, hanno chiesto al Governo una profonda modifica della legge Marzano. La prima ragione è accelerare la procedura ed evitare al commissario l’obbligo di fare una gara per cedere (o affittare) i rami d’azienda. Questi verrebbero invece pilotati verso la nuova società. La seconda ragione è che la modifica legislativa dovrebbe creare uno schermo per evitare che i soci della "newco" vengano chiamati a rispondere dei debiti del passato. Una modifica di questa portata non appare semplice, tenendo conto dei rapporti con i creditori e con la Ue (per gli aiuti di Stato). Il Governo non è unanime. contrario a una nuova Marzano il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli. Scajola ha escluso che al Consiglio dei ministri di domani venga varata una modifica della Marzano. «Ritengo di no», ha risposto, osservando però che «gli strumenti devono essere definiti, e quando qualcuno lavora bisogna lasciarlo lavorare in silenzio e rispettando il suo lavoro». Anche sui nomi dei partecipanti alla nuova società restano incertezze. Toto non conferirebbe liquidità ma Air One, una compagnia indebitata e con ordini per 60 jet Airbus 320. Dovrebbero entrare nella società Salvatore Ligresti e i concessionari autostradali Benetton-Atlantia e Gavio, premiati dalla recente legge che regala aumenti tariffari annuali pressoché automatici. Il veicolo per l’ingresso dovrebbe essere Igli, la società che controlla il 29% di Impregilo (a cui il Governo peraltro intende restituire l’appalto per il ponte di Messina) e riunisce, con quote paritetiche, Atlantia-Autostrade, Gavio, l’Immobiliare Lombarda di Ligresti. Ma questi soci non bastano. E sugli altri papabili ci sono ancora diverse incertezze. Gianni Dragoni