Corriere della Sera 25 luglio 2008, Sergio Romano, 25 luglio 2008
Lettere. DDR: L’ALTRA GERMANIA FIGLIA DELLA GUERRA FREDDA. Corriere della Sera 25 luglio 2008 Interessante la ricostruzione del Ponte aereo angloamericano per collegare la zona filo occidentale di Berlino, isolata nel mare sovietico, con i Paesi liberalcapitalisti, un evento legato alla nascita della Repubblica federale Tedesca
Lettere. DDR: L’ALTRA GERMANIA FIGLIA DELLA GUERRA FREDDA. Corriere della Sera 25 luglio 2008 Interessante la ricostruzione del Ponte aereo angloamericano per collegare la zona filo occidentale di Berlino, isolata nel mare sovietico, con i Paesi liberalcapitalisti, un evento legato alla nascita della Repubblica federale Tedesca. Ma lei non ci parla della nascita dell’altro Stato a Est, la Ddr. Sarei curioso di conoscere anche quella storia. Pierluigi Baglioni pierluigibaglioni@yahoo.it Caro Baglioni, Ad alcuni lettori la mia risposta sul ponte aereo di Berlino è sembrata troppo filo-occidentale. Qualcuno, in particolare, mi ha rimproverato di non avere scritto che nel dicembre del 1946, quindici mesi prima dell’inizio della crisi, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti avevano deciso di unificare economicamente le loro zone d’occupazione: segno evidente della loro intenzione di mettere fine al regime quadripartito della Germania sconfitta. In realtà fu chiaro sin dall’inizio che in ciascuna delle due Germanie (quella controllata dagli occidentali e quella controllata dai sovietici) i vincitori avrebbero adottato criteri politici e amministrativi completamente diversi. Una delle prime decisioni americane, nel dicembre del 1946, fu quella di chiamare i tedeschi alle urne per elezioni locali da cui emersero immediatamente due partiti – i cristiano- democratici di Adenauer e i social-democratici di Schumacher – che avrebbero dominato la scena politica tedesca negli anni seguenti. La prima decisione politica dei sovietici, invece, fu quella di celebrare l’unione fra comunisti e socialdemocratici per creare la Sed (Sozialistische Einheit Deutschland), un partito pseudo-socialista in cui le cariche direttive furono monopolizzate dai comunisti tedeschi della Terza Internazionale, rientrati in patria al seguito dell’Armata Rossa. Il dissenso fra gli occupanti esplose nel marzo del 1947 a Mosca quando Molotov, allora ministro degli Esteri sovietico, disse ai suoi colleghi occidentali che l’Urss voleva dalla Germania, a titolo d’indennizzo per danni di guerra, dieci miliardi di dollari (più della metà della somma che gli Stati Uniti avrebbero dato nell’ambito del Piano Marshall). Consapevoli di ciò che è accaduto dopo la Grande guerra, quando la Germania era stata messa in ginocchio dalle esorbitanti pretese dei vincitori, gli occidentali respinsero la richiesta; e i sovietici si rivalsero trasferendo in Urss una buona parte delle attrezzature industriali della Germania orientale. Da quel momento ciascuno dei due campi andò dritto per la propria strada, ma con un singolare parallelismo cronologico. Nel giugno del 1947 gli americani e i britannici crearono il Consiglio economico tedesco, incaricato di governare l’economia della loro «bizona»; e nel febbraio del 1948 i sovietici crearono un organismo analogo, la Commissione economica tedesca. Il 18 giugno dello stesso anno i tre alleati occidentali fecero una riforma valutaria e tennero a battesimo il nuovo marco; cinque giorni dopo i sovietici fecero altrettanto nella loro zona. La creazione dello Stato procedette un po’ più speditamente all’ovest che all’est. Fra il maggio e il settembre del 1949 la Germania occidentale ebbe un Consiglio parlamentare, una carta costituzionale (la Grundgesetz), un presidente eletto (Theodor Heuss) e un cancelliere (Konrad Adenauer). Ma il 7 ottobre nacque a Berlino est la Repubblica Democratica tedesca con un presidente e un ministro-presidente (Wilhelm Pieck e Otto Grotewohl), usciti entrambi dalle file del vecchio partito comunista tedesco. Qualche intellettuale tedesco sostenne che la fretta fu un errore e che sarebbe stato possibile trattare con i sovietici per la creazione di una Germania unificata e neutrale, destinata ad avere fra i due blocchi il ruolo equilibrato e pacificatore di una grande Svizzera. Ma l’Urss, anche quando avanzò proposte in questo senso, non dette mai l’impressione di essere disposta a perdere ciò che aveva conquistato con le armi alla fine della guerra. Prevalse, e forse non poteva accadere altrimenti, la logica della guerra fredda: a ciascuno il suo. Sergio Romano