Corriere della Sera 25 luglio 2008, Giuseppe Guastella, 25 luglio 2008
«Vittimismo e poco equilibrio» Ecco la «sentenza» del Csm. Corriere della Sera 25 luglio 2008 «Notevole propensione a condotte vittimistiche », «marcata carenza di equilibrio » e «forte personalizzazione delle vicende processuali a lei affidate, soprattutto quelle aventi forte carattere mediatico », hanno causato «contrasti, conflitti e sospetti» al punto da compromettere la sua imparzialità e la sua indipendenza: per questo il Csm, con una delibera sofferta, martedì ha deciso a maggioranza di trasferire Clementina Forleo, rea di aver provocato – con le sue dichiarazioni in tv e ai giornali sulle presunte «sottili pressioni» di «poteri forti» nell’inchiesta Unipol/ Bnl – una frattura insanabile con i colleghi milanesi
«Vittimismo e poco equilibrio» Ecco la «sentenza» del Csm. Corriere della Sera 25 luglio 2008 «Notevole propensione a condotte vittimistiche », «marcata carenza di equilibrio » e «forte personalizzazione delle vicende processuali a lei affidate, soprattutto quelle aventi forte carattere mediatico », hanno causato «contrasti, conflitti e sospetti» al punto da compromettere la sua imparzialità e la sua indipendenza: per questo il Csm, con una delibera sofferta, martedì ha deciso a maggioranza di trasferire Clementina Forleo, rea di aver provocato – con le sue dichiarazioni in tv e ai giornali sulle presunte «sottili pressioni» di «poteri forti» nell’inchiesta Unipol/ Bnl – una frattura insanabile con i colleghi milanesi. E anche se aveva una certa dose di ragione, le sue interpretazioni e dichiarazioni sono state «gravemente sproporzionate». I motivi del trasferimento per «incompatibilità ambientale » sono nelle 30 pagine che chiudono il procedimento avviato a ottobre 2007 dopo la prima partecipazione alla trasmissione tv «Annozero» nella quale Forleo parlò del giudice lasciato solo anche dai colleghi. A queste riflessioni si aggiunsero quelle che fece in un’altra puntata di «Annozero», quando disse di «pressioni», «tentativi di delegittimazione, di denigrazione provenienti da magistrati non del mio ufficio e da esponenti delle forze dell’ordine ». «Inquietanti circostanze» che si erano verificate dopo che aveva depositato le intercettazioni che riguardavano di sponda, perché non indagati, anche gli esponenti Ds Piero Fassino, Massimo D’Alema e alcuni parlamentari di Forza Italia. Nello stesso periodo manifestò ai pm Orsi e Fusco «allarme per un asserito rallentamento delle indagini» protestando «per un supposto insabbiamento in corso». Atteggiamento troppo «disinvolto e contrario ai più comuni canoni deontologici nonché potenzialmente indicativo di un pregiudizio accusatorio » che è «incompatibile con l’imparzialità richiesta al giudice» sottolinea il Consiglio superiore della magistratura, contro la cui delibera di trasferimento d’ufficio Clementina Forleo farà valere le sue ragioni di fronte al Tar del Lazio. Al giudice viene addebitata una «molteplicità di comportamenti che hanno inciso sulla sua capacità di svolgere le proprie funzioni con piena indipendenza e imparzialità nella sede occupata». A proposito delle ingerenze dei «poteri forti », il Csm scrive che «a fronte della comune e diffusa percezione (...) che la dottoressa Forleo subisse delle pressioni o delle intimidazioni personali», non sono state accertate «circostanze tali da giustificare una pubblica denuncia» di tal tenore. La Forleo, infatti, avrebbe interpretò come interferenza quello che era un «invito alla prudenza» nella gestione delle intercettazioni telefoniche del procedimento Antonveneta- Bnl-Rcs rivoltole dal procuratore generale di Milano Mario Blandini e le presunte «pressioni » politico-giudiziarie sul pg della Cassazione affinché avviasse un procedimento disciplinare contro di lei. Al Csm il gip ha dichiarato di non aver percepito alcuna pressione da Blandini, ma di aver saputo da lui che D’Alema era preoccupato perché temeva che dalle intercettazioni emergessero sue questioni private, tra cui frasi poco gentili su colleghi di partito come l’allora segretario Ds Fassino. Blandini ha negato di aver mai ricevuto telefonate. Queste ultime vicende, sulle quali indaga la Procura di Brescia, offrono al Csm la possibilità di concedere qualcosa a Forleo: «Gli atti acquisiti evidenziano che esse poggiano, almeno in parte, su elementi di fatto dotati di riscontro». Giuseppe Guastella