La Stampa 25 luglio 2008, Alberto Mattioli, 25 luglio 2008
7 domande a Andrea Andermann. La Stampa 25 luglio 2008 Altro che opera. Prima o poi, Andrea Andermann, produttore-ideatore-pigmalione di questa Cenerentola, dovrà raccontare la sua vita
7 domande a Andrea Andermann. La Stampa 25 luglio 2008 Altro che opera. Prima o poi, Andrea Andermann, produttore-ideatore-pigmalione di questa Cenerentola, dovrà raccontare la sua vita. In sintesi: madre russa, padre ebreo austriaco, nasce in Albania dove il padre si era rifugiato dopo l’Anschluss («Perché in Albania? Perché papà era l’avvocato di Re Zogu, quello cacciato dagli italiani nel ”39»), vive fra Parigi e Roma, parla cinque lingue e ha otto fratelli. In pratica, Cenerentola come funzionerà? «L’orchestra suonerà all’Auditorium Rai di Torino, i cantanti saranno collegati da un circuito chiuso e canteranno, in diretta, ad alcuni chilometri di distanza». Beh, semplice. «A dirsi. Per farlo, ci vorranno almeno tre mesi di prove. Solo così otterremo la sincronia perfetta. Per Traviata, utilizzammo 158 microfoni». Sarà un fanatico della tecnologia... «Tutt’altro. Non ci capisco niente. Non guido la macchina, non uso il computer e non ho il telefonino. Ma so cosa voglio fare e cosa si può fare. Ha presente il Napoléon di Abel Gance, il kolossal del muto? A un certo punto, nelle didascalie qualcuno gli dice: questo non è possibile. E lui: ”impossibile” non è francese. Beh, toutes proportions gardées, è anche il mio motto». Di Cenerentole ce ne sono tante: Perrault, Prokof’ev, Disney, Massenet, eccetera. Rossini a parte, chi le piace di più? «Walt Disney, geniale». La sua opera preferita? «Forse il Così fan tutte di Mozart». E la prima che ha visto? «Tosca all’Opéra di Parigi con la Callas, Gobbi, Zeffirelli e Prêtre. Anche se non l’ho proprio vista». Perché? «Perché ero dietro le quinte: facevo l’aiuto di Zeffirelli». Alberto Mattioli