La Stampa 25 luglio 2008, LUCA FORNOVO, 25 luglio 2008
Ennio Doris. Tocca a Massimo ma resto al timone. La Stampa 25 luglio 2008 Non ci penso neanche ad andare in pensione, il mio lavoro mi piace troppo, però ho deciso di farmi dare una mano da mio figlio: il 30 luglio ci sarà il consiglio d’amministrazione e verrà nominato amministratore delegato e direttore generale di Banca Mediolanum»
Ennio Doris. Tocca a Massimo ma resto al timone. La Stampa 25 luglio 2008 Non ci penso neanche ad andare in pensione, il mio lavoro mi piace troppo, però ho deciso di farmi dare una mano da mio figlio: il 30 luglio ci sarà il consiglio d’amministrazione e verrà nominato amministratore delegato e direttore generale di Banca Mediolanum». Sono passati 26 anni da quando il presidente, Ennio Doris, ha fondato il gruppo bancario Mediolanum. Oggi a 68 anni Doris muove un primo passo importante verso la successione, accogliendo il figlio Massimo, 40 anni, ai piani più alti del quartier generale di Palazzo Meucci, a Milano 3. Massimo sarà alla sua altezza? «Gli ho fatto fare una lunga gavetta: quand’era ancora studente all’Università andava in giro a vendere polizze per Mediolanum. Dopo ha lavorato a Londra per conto di tre diverse banche d’affari. Poi è rientrato in Mediolanum, dove ha seguito tutti i settori: la struttura commerciale, il marketing, il controllo di gestione, fino ad affiancare il direttore generale, Edoardo Lombardi». L’ultima esperienza? «Ha guidato la nostra filiale spagnola Fibanc fino a pochi giorni fa. Ora è a Milano, pronto per cominciare. Qui c’è tanto da fare». Anche con la crisi finanziaria? «Questa crisi passerà alla storia, sarà ricordata nei libri di storia come quella del ”29. un momento drammatico ma è anche una grande opportunità: si possono comprare azioni buone a prezzi stracciati. Per chi ha i nervi saldi e un po’ di quattrini nel portafoglio è il momento di fare ottimi affari». Ne è così sicuro? I dati di Assogestioni dipingono uno scenario drammatico: nei primi sei mesi del 2008 la raccolta dei fondi è stata negativa per oltre 70 miliardi di euro. «Sì il risparmio gestito sta soffrendo molto, ma i clienti non ci hanno abbandonato: a differenza di molti concorrenti, la nostra raccolta netta sul risparmio gestito è stata positiva nel semestre per 612,2 milioni, con una crescita del 62% rispetto alla prima metà del 2007. Particolarmente positivi sono stati i mesi di maggio e a giugno, quando la raccolta è stata di 203 milioni». Non c’è dubbio che lei sia bravo a vendere fondi. Dicono che riuscirebbe a vendere ghiaccioli anche in Alaska. E a un investitore cosa consiglia? «Fondi azionari che investono a livello globale, è il miglior modo per diversificare. Per chi invece vuol rischiare di più suggerisco di comprare titoli di banche e assicurazioni: ci sono società con dei prezzi davvero bassi e buoni numeri di bilancio». Ma lei cosa compra? «Io personalmente sto acquistando azioni Mediolanum, è la mia società, credo molto nelle potenzialità di questo gruppo. Oggi ho superato il 40% del capitale». Ma come dagli ultimi aggiornamenti Consob risulta che la famiglia Doris ha circa il 35%? «Ho approfittato di questo periodo di ribassi della Borsa per acquistare azioni. Le confermo che ora insieme alla mia famiglia abbiamo il 40%. Tra un po’ dovrò smetterla di comprare perché il flottante inizia a essere basso: ora è rimasto circa il 23-24%». Ha anche il 3,38% di Mediobanca. Qual è il suo ruolo in Piazzetta Cuccia? «Sono nel patto di sindacato e ho una partecipazione strategica. Il mio è un investimento di lunga durata che ha prodotto dei buoni frutti. Pensi a Banca Esperia, la joint venture che abbiamo con Mediobanca è un esempio calzante dei buoni risultati». Il presidente di Mediobanca, Cesare Geronzi, ha scatenato un duro confronto tra i manager dell’istituto cercando di modificare la governance duale per riportarla com’era in passato a un solo consiglio. Che ne pensa? d’accordo con Geronzi? « ancora presto per fare commenti, dobbiamo analizzare la situazione». Ha, invece, dei timori su CheBanca, la nuova iniziativa che ha lanciato Mediobanca? Vi farà concorrenza? « un progetto utile per diversificare la raccolta puntando sul retail. Non sono preoccupato abbiamo già oltre 700 concorrenti, uno più, uno meno non fa differenza. Mediobanca è il maggiore azionista delle Generali. Ultimamente il Leone triestino ha subito duri attacchi da parte del fondo Algebris per la governance e la gestione delle partecipazioni. Condivide le critiche fatte da Algebris? «Il gruppo assicurativo Generali è stato accusato spesso di immobilismo, e di essere poco innovativo. Ma molte compagnie assicurative che hanno puntato - rischiando - sull’innovazione ora si trovano guai. Generali è un po’ come la canzone di Lucio Battisti, ”Non sarà un’avventura”. E io sono felice di essere azionista, seppure indiretto, di una società che non riserva brutte sorprese». Chi invece di sorprese ne riserva anche troppe è Alitalia. Cosa bisogna fare per salvarla? «Sono dell’idea che una cordata italiana di imprenditori sia utile per preservare l’italianità della compagnia di bandiera, gestirla al meglio e renderla efficiente. Ma sono anche convinto che per rilanciare Alitalia sia indispensabile un’alleanza con una grande compagnia europea, come Lufthansa, Air France o British Airways. Altrimenti Alitalia non va da nessuna parte». Un’ultima battuta sul suo amico Silvio Berlusconi, con il quale è alleato in molti fronti: da Mediolanum a Mediaset fino Mediobanca. Come sta governando il Paese? «Si sa, sono di parte. Per me Berlusconi è un super dotato: ha un’intelligenza fuori dal comune». Non è che esagera? «Si ricorda di qualche altro premier che in pochi mesi abbia varato così tante riforme come Berlusconi per ridurre la burocrazia dello Stato? Penso che ora il prossimo passo che dovrà compiere è accelerare sul federalismo. Lasciamolo lavorare». LUCA FORNOVO