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 2008  luglio 24 Giovedì calendario

ALESSIO

ALESSIO Roberto Vercelli 13 giugno 1969. Imprenditore. Nel maggio 2008 è stato arrestato nell’ambito della cosiddetta ”Mensopoli” genovese, indicato come il «corruttore» che avrebbe versato tangenti, sotto forma di false consulenze, per garantirsi una corsia preferenziale nella gara d’appalto del comune di Genova per le mense scolastiche, un affare da 26 milioni di euro (vedi anche CASAGRANDE Massimo, FRANCESCA Stefano, PROFITI Giuseppe). «Ho pagato per poter lavorare, in Liguria non riuscivo a entrare» • «Trentanove anni e già delfino di un impero. Quello che il padre Cesare aveva creato partendo da una macelleria, che prima era al Rialto di Vercelli e che ora si trova in via Gioberti. E anche se, tra la macelleria e l’industria Alessio carni installata a Caresanablot (centro industriale satellite del capoluogo) ci sono non meno di cinque chilometri, Roberto Alessio non si è mai allontanato fisicamente da quel primo negozio. La sua casa, bella ma non particolarmente lussuosa, è lì, in piazza D’Azeglio, a ridosso della macelleria. Lì sono arrivati gli uomini della Finanza la mattina di mercoledì 21 maggio. Lì Roberto Alessio vedeva gli amici, ma sbaglierebbe chi pensasse ad una vita di agi e di lusso. Perché, tra gli Alessio, non usa così. Roberto è un rampollo che però deve sudarsi, giorno dopo giorno, il ruolo: è in azienda e la sera, prima di andare a casa, passa a vedere la macelleria. E, al mattino presto, subito a Caresanablot. Poi, certo, lo attestano le intercettazioni [...] trova il tempo per correre sempre più spesso a Genova a parlare di tangenti, di consulenze fittizie, di prestazioni professionali mascherate. A Vercelli tutti pensano che sia caduto in trappola. Ne sono certi. ”Si è fatto incastrare - dicono gli amici -. Figurarsi, lui al centro di un Comitato di affari, ma va là...”. E in tanti ripercorrono le tappe di una storia, quella della famiglia, che ha inizio a Chivasso nel 1923, quando il nonno di Roberto apre il primo ”laboratorio di lavorazione e di vendita carni”. La tappa successiva è Vercelli e la data dell’accelerazione verso l’industria delle carni è il 1967. Caresanablot spalanca le porte a Cesare Alessio e ai suoi fratelli, che vi installano uno stabilimento ieri all’avanguardia, oggi un po’ datato, un po’ anonimo, ma con l’orgogliosa scritta sulla facciata: ”Dal 1923 Alessio”. Il lavoro della macellazioni delle carni si evolve, l’azienda si trasforma. Sua grande rivale è la Schellino Carni di Formigliana, si dice che quest’ultima sia feudo del Pci, mentre in casa Alessio si respira aria di chiesa. E difatti ancora oggi Roberto va regolarmente a messa, senza ostentare la sua fede. Frequenta i ristoranti di Genova con il comitato dei furbetti, nella sua Vercelli prega in silenzio. La figura del padre Cesare è sempre presente, lo guida, lo indirizza. Lui, dicono a Vercelli, esegue. E basta. Ma arrivano gli Anni Duemila. La Alessio, adesso, decide di spostarsi nel ramo della ristorazione collettiva. Cesare Alessio fa un passo indietro, manda avanti il figlio. Roberto che inaugura il nuovo scintillante Centro di cottura nell’area industriale di Vercelli all’inizio del 2004. E, per il taglio del nastro, stuolo di autorità massime, il presidente della Regione Ghigo. quello il momento dell’apoteosi. La Alessio incrementa i dipendenti a oltre 400, ma sono molti di più se si considera le strutture che, via si aprono in tutt’Italia dove la Alessio ottiene appalti a ripetizione, piantando paletti in tutto il Piemonte, in Liguria, fino in Umbria. Un’ascesa inarrestabile, supportata da un ”codice etico” che, al punto B, recita: ”Si fa assoluto divieto ai dipendenti, ai fornitori e ai consulenti di offrire o accettare regali o donazioni in denaro” […]» (Enrico De Maria, ”La Stampa” 27/5/2008).