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 2008  luglio 23 Mercoledì calendario

Platone, Nietzsche, Popper e il mito del Pipistrello. Il Sole 24 Ore 23 luglio 2008 Bingo! «Il Cavaliere Oscuro», quarto episodio della serie di film ispirata all’eroe dei fumetti Batman, è destinato ad avere successo anche in Italia

Platone, Nietzsche, Popper e il mito del Pipistrello. Il Sole 24 Ore 23 luglio 2008 Bingo! «Il Cavaliere Oscuro», quarto episodio della serie di film ispirata all’eroe dei fumetti Batman, è destinato ad avere successo anche in Italia. Tutto quello che è possibile trovare in un film c’è. La struttura classica di eroe e deuteragonista è ovviamente lì, impersonata da Batman e Joker. Non manca nemmeno il coro della tragedia greca, rappresentato dai due interlocutori dell’Uomo-pipistrello, il maggiordomo Alfred e il manager Lucius. Gli attori sono belli e carismatici: Bale, forse sembra troppo un modello di Armani, non si sa se ammirare più gli abiti o la presenza scenica. Ma il compianto Ledger, nei panni di Joker, gigioneggia al pari e per certi versi meglio di Jack Nicholson, il precedente interprete. Bravi Michael Caine, Morgan Freeman (i coristi) e soprattutto Oldman, il tenente Gordon. Che altro? C’è una storia d’amore e l’intrepida procuratrice Rachel Dawes ha il cuore combattuto tra il miliardario Bruce Wayne-Armani-Batman e il procuratore senza macchia e senza paura Harvey Dent. Non manca il Rocambole, con inseguimenti, esplosioni, voli notturni, botte da orbi a metà tra 007 e un videogioco. Le scene sono girate magistralmente e la storia alterna suspense, imprevisti, ironia, tensione. Bene, grazie, andremo a vederlo. Un momento. Volendo proprio divertirsi in percorsi ipertestuali (per farla semplice, sbizzarrendosi a fare collegamenti), «Il Cavaliere Oscuro» può rappresentare una grande metafora della lotta tra Sistemi Filosofici con "S" e "F" maiuscoli. In che senso? Ebbene, in questo film, si presentano tre diverse visioni della vita. Harvey Dent, il nuovo Procuratore distrettuale, ha le idee chiare sul Bene e il Male, sulle regole da seguire ed è pronto al sacrificio personale. Joker è un anarchico pazzoide: non vuole i soldi né il potere, ma si diverte uccidendo senza freni morali, con grande teatralità e intelligenza. Batman e il tenente Gordon ammirano Dent, sanno più o meno qual è il Bene cui tendere, ma si rassegnano a sporcarsi le mani, a utilizzare mezzi a volte non ortodossi, mantenendo un difficile equilibrio tra regole inviolabili e adeguamento dei mezzi ai fini.  un confronto tra titani: Platone, Nietzsche e Popper si combattono in un agone in cui idealismo, nichilismo nella sua variante decostruttivista ed empirismo critico sono i vessilli. No, non sono ammattito. Joker è allo stesso tempo Dadà e Derrida, il filosofo post-strutturalista francese. Derrida, che si ispira a Nietzsche, Freud e Heidegger, afferma che la filosofia occidentale è sempre andata alla ricerca di un Senso ultimo, attraverso la contrapposizione binaria di due elementi di cui uno buono e l’altro decadente (logos e scrittura è l’accoppiata che più lo intriga). Tutto sbagliato, non c’è senso, viviamo in una aporia senza un Centro di Gravità e concetti come verità, essenza, presenza, la soggettività dell’io vanno demistificati. Ma questa aporia non è negativa, è «la gioiosa affermazione del gioco del mondo e dell’innocenza del divenire». Senza freni, giocoso, immorale, esistente in quanto creatore al di sopra degli altri, in una parola, Joker. Dent è un anziano Socrate, il più platonico. Alla ricerca del Bene ultimo, sa che il mondo terreno, quello quotidiano, è una pallida imitazione di quello delle Idee, l’Iperuranio dove risiede la Giustizia-in-sé. Ma lui, Filosofo-Giustiziere cerca di raggiungerlo, pronto al martirio pur di non commettere ingiustizia. Peccato che quando il sistema dei puri crolla, il puro possa diventare massimamente impuro. Infine abbiamo Popper e tutta la cricca di empiristi per lo più anglosassoni e scozzesi come David Hume. Essi vivono tra conseguenze inintenzionali dell’operato umano e se ne rendono conto. Batman assesta colpi alla Mafia, ma scatena la violenza incontrollata di Joker. Gordon si serve dei poliziotti più efficienti chiudendo un occhio sulla loro corruttibilità e ottiene perciò dolori e sconfitte. E i due non sono nemmeno sicuri del Fine Ultimo: una Gotham perfetta? Non si arrischiano a immaginarla, ricercano tra tentativi e errori un metodo, falsificabile e senza garanzia di permanenza («Il fatto che il Sole sorga ogni giorno non ci assicura che sorgerà domani» avrebbe chiosato Hume), ma la loro filosofia è proprio questa, una ricerca senza fine, cercando di violare il meno possibile i diritti degli altri (che non coincidono necessariamente con il Diritto Positivo). Non vi convince? Beh, guardate dentro voi stessi: ognuno di noi ha dei momenti in cui si sente nel Giusto e si aggrappa a un suo Centro di Gravità, altri che lo portano a trasgredire e giocare, trovando in se stesso, piccolo superuomo de’ noantri, l’arte creatrice che lo esalta. E poi, nella maggior parte del tempo, si attiene a dei principi di buon senso e umanità, imparando dai propri sbagli e cercando vie nuove. Questa tripartizione Platone la identificava, mutatis mutandis – beninteso -, nell’anima appetitiva, in quella irascibile e in quella razionale. Freud nell’Ego, Superego ed Es. Chi non ha voglia di rileggere questi Maestri del Pensiero può però andare a vedersi il "Cavaliere Oscuro": come avrebbero detto anche loro, «it’s a great fun». Alessandro De Nicola