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 2008  luglio 23 Mercoledì calendario

Per quel mezzo bambino in più. Il Sole 24 Ore 23 luglio 2008 L’Astronave Terra - per usare una fortunata espressione dell’inventore americano Richard Buckminster Fuller - va veloce

Per quel mezzo bambino in più. Il Sole 24 Ore 23 luglio 2008 L’Astronave Terra - per usare una fortunata espressione dell’inventore americano Richard Buckminster Fuller - va veloce. Ruota su se stessa (alla nostra latitudine) a circa 1.200 chilometri l’ora. Orbita intorno al Sole a 107mila. Con tutto il sistema solare, gira intorno al centro della Galassia ancor più rapidamente e, insieme all’intera Via Lattea, si muove svelta in direzione di Andromeda. Anche a bordo dell’Astronave le cose vanno veloci. Eravamo due miliardi e mezzo di esseri umani nel 1950. Quattro miliardi nel 1975, sei miliardi nel 2000 e fra pochi mesi arriveremo a sette. «In termini di cibo, risorse energetiche e uso del territorio, il pianeta è ai limiti», ha sentenziato pochi giorni or sono Jeffrey Sachs, professore della Columbia e consulente speciale dell’Onu per il Millennium Project. «Sarebbe saggio stabilizzare il numero degli abitanti a quota 8 miliardi entro il 2050, e non arrivare ai 9 stimati dagli attuali calcoli». Questo vuol dire che le fosche previsioni di Thomas Malthus, l’economista inglese che a fine 700 lanciò l’allarme sulla crescita insostenibile della popolazione, potrebbero alla fine realizzarsi? «Potrebbero - risponde Hania Zlotnik, dal suo ufficio stracolmo di carta, come di solito accade solo nelle redazioni dei giornali – ma non è ancora detta l’ultima parola: finora Malthus ha avuto torto. Lo sviluppo tecnologico del dopoguerra ha fatto sì che non ci fosse scarsità di cibo, ma semmai di soldi per comprarlo. La tecnologia, ne sono certa, continuerà ad aprirci nuovi orizzonti. Di recente, un pezzo grosso della Fao mi ha detto: una crisi alimentare non era prevista, almeno fin quando non si è cominciato a usare il cibo per produrre energia. Con la diffusione della ricchezza, penso soprattutto a Cina e India, si sta diffondendo il miglior anticoncezionale che ci sia». Hania Zlotnik vive in mezzo alla carta perché è una demografa. Nata in Messico con un cognome polacco, è oggi a capo della Divisione popolazione delle Nazioni Unite e fa un mestiere che scotta. «Il mio problema – confessa – è che devo dire agli europei di aumentare la loro fertilità e, al tempo stesso, dire ai Paesi poveri di fare il contrario. Le assicuro: qualcuno di quest’ultimi pensa a un complotto ai loro danni». Un complotto? Scusi, di cosa sta parlando? «L’altro giorno, un uomo politico indiano ha dichiarato che a metà secolo l’India sarà più ricca della Cina, perché a metà secolo la sua popolazione sarà maggiore, come confermano le nostre stime. Ma se questa è l’idea corrente, dire loro di fare meno figli equivale a dire loro di guadagnare di meno: quasi un complotto a loro spese. Anche se in realtà, i dati ci dicono che maggiore è la popolazione, e minore è la spesa in istruzione», con effetti negativi a catena sul Pil. Sono gli strani intrecci fra economia e demografia. Secondo Mrs. Zlotnik, la politica cinese "un figlio per famiglia" ha funzionato nelle città, ma non nelle campagne. «Queste soluzioni draconiane sono quasi sempre inefficaci – commenta ”. Al contrario, le giovani coppie di Pechino e di Shanghai che vogliono vivere bene e fare figli più tardi, sono già all’opera: stanno abbassando la fertilità media della Cina». Insomma, il miglior anticoncezionale che ci sia è il reddito procapite che cresce. Basta vedere cos’è successo nella Corea del Sud negli ultimi 25 anni di fulminante crescita economica: nel 1975 ogni donna sudcoreana faceva di media 4,28 bambini. Oggi solo 1,23. Se questi bambini con il decimale vi suonano un po’ strani, sappiate che sono nel cuore e nella testa della signora Zlotnik. Anzi, possono essere il suo sogno o il suo incubo. Oggi, a bordo dell’Astronave Terra, ci sono 6,7 miliardi di individui. «Secondo le nostre stime, nel 2050 ci potrebbero essere 8,9 miliardi di esseri umani. Saranno 10,6 se il tasso di fertilità sarà più alto di mezzo punto. Ma potrebbe salire e poi calare a 7,4, se la fertilità sarà più bassa». In altre parole, tutto dipende da quel mezzo bambino, in più o meno. Quando il tasso di fertilità è a 2 vuol dire che siamo esattamente alla soglia di sostituzione: due genitori, nel loro fugace viaggio intergalattico, lasceranno a bordo dell’Astronave due figli, che li rimpiazzeranno. In Italia siamo a quota 1,4. In Europa, solo Irlanda e Islanda sono alla soglia di sostituzione. Intanto, la media africana è di 4,7, con il record nelle mani del Niger (7,2). La media mondiale è solo del 2,6 - poco più di mezzo bambino oltre la soglia di sostituzione - eppure più che sufficiente a generare le stime di crescita al 2050. Ma dovreste vedere cosa succede nelle proiezioni al 2300. La signora Zlotnik, dal suo ufficio nel grattacielo che si affaccia sul Palazzo di Vetro, mette fisicamente le mani avanti: «Sono solo proiezioni». Con la lenta ma inarrestabile globalizzazione della ricchezza, si immagina che già a metà secolo la fertilità planetaria raggiungerà la soglia di sostituzione. In quel caso, fra 292 anni, gli astronauti a bordo della Terra potrebbero essere 9 miliardi, ovvero lo stesso livello del 2050. Nell’ipotesi più bassa, con una differenza di un quarto di bambino, si arriverebbe a 2,3 miliardi, più o meno il livello del dopoguerra. «Ma se il tasso di fertilità restasse per secoli più alto - dice la Zlotnik con un sorriso, fra il divertimento e il pudore, nel parlare di un quarto di bambino in più - il pianeta potrebbe arrivare a 36 miliardi di abitanti». A quel punto, anzi molto prima, il vituperato Malthus finirebbe per aver ragione. Sì, ma questo scenario non prevede un cambiamento culturale? In Tanzania abbiamo incontrato un ventisettenne con cinque figli che diceva: «Ne farò ancora, perché da noi i veri uomini hanno molti figli». « quello che le avrebbero detto gli uomini italiani 70 anni fa - risponde prontamente la direttrice della Divisione popolazione - o gli uomini messicani 40 anni fa». Ci pensa un po’ e aggiunge: «Certo, di un cambiamento culturale c’è bisogno. Fino a pochi anni fa, la pillola anticoncezionale era proibita in Giappone. Poi, con l’arrivo del Viagra, le donne giapponesi hanno protestato e la legislazione è stata cambiata». E delle religioni che spingono per l’aumento della procreazione, che ne dice? «Se il messaggio è "fate tutti i figli che volete", va bene. Ma se è "fate tutti i figli che vi vengono", è irresponsabile», dice Zlotnik con il tono di chi ha già risposto mille volte alla stessa domanda. Le proiezioni a 300 anni sono poco più di un divertissement, visto che sono troppe le variabili in gioco. Una su tutte: l’aspettativa di vita. Nel mondo ricco, continua a crescere. Il Giappone, al primo posto al mondo con 82,6 anni, potrebbe arrivare - secondo le stime Onu - a 87,1 entro metà secolo. « facile immaginare che la biologia riuscirà ad allungare ancora la durata media della vita. Basta non credere che succeda anche nel Malawi», uno dei Paesi africani più poveri. «Le Nazioni Unite hanno fatto un lavoro straordinario – argomenta la signora Zlotnik – coinvolgendo i Governi nel family planning: forse la più imbarazzante delle politiche, visto che interessa la camera da letto. Ma i risultati ci sono stati». E porta l’esempio dell’Iran: «Nel 1994, ho visto un manifesto con Khomeini che diceva: "Le piccole famiglie vivono meglio". Il risultato è che la fertilità media in Iran è passata da 6 a 2 figli per donna, nel giro di soli 25 anni». Secondo le Nazioni Unite, saremo 7 miliardi nel 2010. Secondo il Census Bureu americano, ci arriveremo già l’anno prossimo. Si tratta di stime, ma attendibili, non previsioni a mosca cieca. Così, nell’anno della prima crisi alimentare del secolo, sarebbe bene prepararsi a rifornire la cambusa dell’Astronave Terra. Tenendo bene a mente di quei due miliardi di bocche in più che, da qui al 2050, saliranno a bordo in questo viaggio interminabile – e velocissimo – attraverso il cosmo. Marco Magrini