Marino Freschi, il Giornale 22/7/2008, pagina 26, 22 luglio 2008
Nel 1775 Goethe arrivò a Weimar invitato dal duca Karl August, che lo voleva a tutti i costi per trasformare la cittadina in un vivace centro culturale
Nel 1775 Goethe arrivò a Weimar invitato dal duca Karl August, che lo voleva a tutti i costi per trasformare la cittadina in un vivace centro culturale. A Weimar lo scrittore restò per 57 anni, fino alla morte nel 1832. Per restare lì rifiutò anche l’invito di Napoleone che nel 1808 lo aveva chiamato a Parigi per proporgli di scrivere una tragedia su Cesare. Secondo lo studioso Ettore Ghibellino, Goethe rimase tutto quel tempo a Weimar perché innamorato della duchessa Anna Amalia, madre di Karl August. La donna, di dieci anni più grande dello scrittore, già vedova, aveva grande cultura e trasformò Weimar in un simbolo della cultura e della modernità. Per i codici di comportamento dell’epoca Goethe non avrebbe mai potuto ambire ai favori di una sovrana. Una dama di corte, Charlotte von Stein, amica fidata di Anna Amalia, fungeva da "donna dello schermo". Dopo undici anni di amori segreti Goethe ebbe una crisi che lo spinse a fuggire a Roma, dove nel 1787 conobbe Faustina, vedova romana, che lo distolse dai suoi patimenti. Tornato a Weimar dopo due anni si prese in casa la giovane operaia Christiane Vulpius (presentandola alla madre la definì «il tesoro dell’alcova») da cui ebbe il figlio August. Ancora a 73 anni si innamorò follemente: di Ulrike von Levetzow, poco più che diciottenne, che chiese in sposa (non ebbe risposta e interpretò il silenzio per un elegante rifiuto).