TuttoScienze 23 luglio 2008, Giancarlo Riolfo, 23 luglio 2008
Ora il reality è marziano. TuttoScienze 23 luglio 2008 Si sono presentati in 6 mila, uomini e donne, pronti a farsi rinchiudere nella «casa»
Ora il reality è marziano. TuttoScienze 23 luglio 2008 Si sono presentati in 6 mila, uomini e donne, pronti a farsi rinchiudere nella «casa». Isolati dall’esterno, ma osservati 24 ore su 24. Non è il solito «reality show», ma un esperimento dell’Esa, l’Agenzia spaziale europea, e dell’Istituto russo di biomedicina che vuole simulare le difficoltà tecniche e, soprattutto, psicologiche di una missione su Marte. I sei «astronauti» prescelti dovranno vivere per un anno e mezzo - esattamente 520 giorni - a Mosca, in una struttura sigillata, composta da quattro cilindri metallici che ricordano un laboratorio spaziale. Una volta chiuso il portello d’ingresso, saranno isolati. Si nutriranno di cibi liofilizzati e respireranno una miscela di azoto e ossigeno mantenuta alla pressione della cabina di un aereo in volo ad alta quota. Unico contatto con l’esterno sarà il collegamento con il centro di controllo. Attenzione, però: le comunicazioni subiranno un «ritardo» crescente nei 250 giorni del viaggio virtuale verso Marte, riproducendo così l’aumento del tempo necessario alle onde radio per coprire la distanza tra l’astronave e la Terra. Dal momento in cui gli esploratori spaziali manderanno un messaggio a quando riceveranno la risposta potranno passare anche 40 minuti. In pratica, i volontari vivranno condizioni simili a quelle che un giorno dovrà affrontare l’equipaggio diretto su Marte. Simili, ma non uguali. Gli uomini in viaggio verso il Pianeta Rosso dovranno fare i conti anche con gli effetti di una lunga permanenza in assenza di peso e, soprattutto, con la consapevolezza di ritrovarsi a un centinaio di milioni di chilometri dalla Terra. Terribilmente lontano da casa. «A parte i rischi legati alla possibilità di un guasto dell’astronave - spiega la dottoressa Jennifer Ngo-Ahn, responsabile del progetto per l’Esa - i pericoli di una missione interplanetaria sono tre: l’assenza di peso, le radiazioni e l’isolamento». Gli effetti sul corpo umano di un soggiorno prolungato nel cosmo sono stati studiati con le missioni sulla «Mir» e oggi la ricerca continua sulla Stazione Spaziale. Finora il record di permanenza è del cosmonauta russo Valery Polyakov, rimasto in orbita per 438 giorni. Lo sbarco su Marte, però, richiederà missioni ancora più estese: almeno un anno e mezzo. «Ecco perché - aggiunge la ricercatrice dell’Esa - vogliamo capire che cosa succede a un gruppo di persone costrette a vivere per così tanto tempo in un’area contenuta, in un’atmosfera artificiale e con scorte limitate d’acqua e di cibo». Lo studio, quindi, permetterà di definire alcuni aspetti tecnici, approfondire problemi di carattere sanitario e comprendere le reazioni psicologiche. I volontari che si sono candidati per la missione simulata sono medici, biologi, ingegneri, con meno di 50 anni e in buona salute: così stabiliscono i criteri di selezione, simili a quelli previsti per gli astronauti autentici. Tutti devono parlare inglese (meglio se conoscono anche il russo). Al termine dei test di valutazione verranno scelti tre equipaggi, composti da russi ed europei. La «missione» vera e propria, infatti, verrà preceduta da due test della durata di tre mesi ciascuno e il primo si svolgerà già entro quest’anno. Poi, nel 2009, il terzo gruppo inizierà il viaggio simulato. I 520 giorni del viaggio saranno divisi in tre periodi: volo verso il Pianeta Rosso (250 giorni), esplorazione del suolo marziano (30) e ritorno alla Terra (240). La vita sulla finta astronave avrà ritmi rigidi, con l’alternanza di otto ore di lavoro, otto di riposo e altre otto dedicate ai pasti, al tempo libero, all’attività fisica. Nessuna possibilità, però, di fare la doccia per non consumare acqua preziosa. Verranno anche simulate tante situazioni d’emergenza, dalle malattie a una serie di guasti ai sistemi di bordo. Tutto, insomma, fuorché una vacanza, sapendo che agli occhi dell’ «equipaggio marziano» la Terra apparirà come un punto sulla volta celeste. Uno shock mai provato da nessun essere umano. Giancarlo Riolfo