La Repubblica 23 luglio 2008, 23 luglio 2008
"Al presidente Ciampi dissi: rallentiamolo, sarà più bello". La Repubblica 23 luglio 2008 Accetta di buon grado di parlare dell´Inno italiano, anche perché ha un bellissima storia da raccontare
"Al presidente Ciampi dissi: rallentiamolo, sarà più bello". La Repubblica 23 luglio 2008 Accetta di buon grado di parlare dell´Inno italiano, anche perché ha un bellissima storia da raccontare. Non si era mai saputo prima ma il premio Oscar alla carriera Ennio Morricone fu contattato dal presidente della Repubblica Azeglio Ciampi proprio a proposito dell´Inno di Mameli. Per chiederle cosa? «Ma sì, qualche anno fa, fa durante la sua presidenza, Ciampi mandò a casa mia un suo personale inviato che mi chiedeva un parere sull´inno nazionale. Io risposi che bisognava riconoscere il grandissimo valore morale di questo inno nel senso che nasceva dal nostro Risorgimento, dall´Unità d´Italia, ma che musicalmente non era un granché, aveva dei difetti, e anche come testo lasciava alquanto a desiderare. Ma sapevo, e lo ha dimostrato anche in questi giorni, che Ciampi amava molto il pezzo, e allora mi venne un´idea, dissi al suo inviato di riferire al presidente che c´era una maniera possibile per rendere questo inno accettabile, anche musicalmente, di dargli dignità musicale e morale». Possibile? E come si fa a trasformare una musica discutibile in un bel pezzo? «Mi venne in mente che bisognava semplicemente cambiare lo stile dell´esecuzione. Bisognava rallentarlo e riarmonizzarlo. Quando mandai il messaggio, naturalmente non ebbi risposta, forse Ciampi si arrabbiò, all´idea di apportare queste se pur lievi modifiche. Dissi anche che si poteva scegliere di cambiare inno, ma in quel caso ci voleva un concorso nazionale con tre giurie diverse, per evitare inciuci e raccomandazioni, e non se ne fece più niente. Ma io ero molto convinto della mia idea e a quel punto volevo dimostrarlo. Tutti possono sentirlo, volendo, nel film televisivo "Cefalonia", di Riccardo Milani, feci questo esperimento di suonare l´inno rallentato, più austero e venne benissimo. Tentai anche di suonarlo in questa maniera al concerto del 31 dicembre, sotto la presidenza Ciampi, ma lui non scese perché c´era appena stato lo tsunami in Indonesia, e decise che era sconveniente partecipare a un concerto. Io volevo eseguirlo davanti a lui, ma quando chiesi al cerimoniale mi dissero che non era il caso». Ma ci sono inni che invece ritiene musicalmente apprezzabili? «Di sicuro il nostro inno non è una bella cosa rispetto alla Marsigliese, all´inno inglese, a quello tedesco. Questi sono un´altra cosa... Quello inglese in particolare lo trovo bellissimo. Una volta partecipai a un dibattito pubblico con un giornalista. Dissi le mie ragioni, che aveva un significato importantissimo, anche per me, mentre il giornalista sosteneva che era anche bello, poi ci fu la votazione, e ovviamente vinsi io. In realtà Bossi non capisce niente, quando dice schiava di Roma, si sa che è la vittoria che è schiava di Roma, e anche il suo voler adottare il "Va pensiero" è un´altra fesseria della sua ignoranza, perché "Va pensiero" è il canto di una sconfitta, è il canto dell´esodo. Anche l´inno americano è bello, e poi c´è quello russo, quasi tutti sono più belli del nostro. In realtà, ci sarebbe un inno stupendo che è l´Inno a Roma di Puccini, ma è un inno a Roma e quindi a Bossi piacerebbe ancora meno». (g.cast.)