Corriere della Sera 22 luglio 2008, Paolo Foschi, 22 luglio 2008
Manovra, sì alla fiducia sul decreto da 13 miliardi. Corriere della Sera 22 luglio 2008 La manovra economica da 13 miliardi fa un altro passo avanti, ma le polemiche e le proteste non si placano
Manovra, sì alla fiducia sul decreto da 13 miliardi. Corriere della Sera 22 luglio 2008 La manovra economica da 13 miliardi fa un altro passo avanti, ma le polemiche e le proteste non si placano. La Camera ha approvato la fiducia sul maxiemendamento del governo: 323 sì, 253 i no. stato così blindato il testo «dall’assalto della diligenza da parte delle lobby». Ed è il primo via libera dell’aula di Montecitorio al piano triennale messo a punto da Giulio Tremonti che prevede tagli ai ministeri (15 miliardi), la Robin Tax per tassare gli extraprofitti di petrolieri, assicurazioni e banche, l’abolizione dei ticket sulle prestazioni di diagnostica (anche se secondo le Regioni mancano 400 milioni per la copertura) e numerose altre misure distribuite su 85 articoli. Giovedì è previsto il voto finale prima del passaggio al Senato. Il maxiemendamento, rispetto al testo varato dal consiglio dei ministri a fine giugno, recepisce molte delle correzioni apportate nelle commissioni: vengono introdotte dal 2010 le impronte digitali sulla carta d’identità per tutti i cittadini; gli enti locali potranno assegnare servizi pubblici alle proprie società, in deroga alla riforma prevista dalla Finanziaria; saltano 500 milioni destinati all’edilizia pubblica, ma arriva un fondo di sostegno per la casa per le giovani coppie; viene rinviata la vendita degli immobili della difesa, ma ci sono 300 milioni per la sicurezza dai beni confiscati; il taglio ai compensi di sindaci e amministratori locali viene imposto solo ai comuni in rosso, mentre per gli enti virtuosi niente nuove sforbiciate; viene abolita la tassa di 1,5 euro per gli assegni non trasferibili. Sui fondi per Roma Capitale c’è invece un giallo: il sindaco Gianni Alemanno aveva annunciato che i 500 milioni previsti dal governo come «anticipazione sui futuri trasferimenti » sono diventati a fondo perduto. Nel testo del maxiemendamento non è però scritto con chiarezza. Anzi, secondo Marco Causi, economista e deputato del Pd, «restano una mera anticipazione». Pare che su queste risorse ci sia stata la resistenza della Lega. Inoltre, i 500 milioni stanziati a copertura dei fondi per la Capitale secondo la lettura del testo devono garantire anche «i rinnovi contrattuali» degli statali. Come saranno ripartiti? Non è stato chiarito. La discussione prima del voto è durata oltre due ore. «Aiutiamo le famiglie ad aumentare il loro potere d’acquisto» e «non mettiamo le mani nelle tasche degli italiani salvo che intervenire nei confronti delle compagnie petrolifere, delle assicurazioni e delle banche», ha detto Massimo Corsaro del Pdl. Secondo Italo Bocchino, «è una manovra senza tagli, ci sono solo razionalizzazioni». Pier Luigi Bersani, ministro ombra dell’Economia, ha invece parlato di «manovra depressiva e poco trasparente», che «non dà nemmeno due soldi ai salari di chi non arriva alla fine del mese». Bruno Tabacci, Udc, ha invece definito il provvedimento «statalista per colpa della Lega, che è più arretrata di quanto non lo fosse Rifondazione ». Paolo Foschi