Marina Cavallieri, "la Repubblica" 22/2/2008;, 22 febbraio 2008
«La nostra cultura non ti permette di perdere un colpo per questo ha fatto dello sport, dell’agonismo, la sua metafora principale, usiamo termini sportivi per parlare di tutto, è come se fossimo sempre impegnati in una partita, in un match e ricorrere a questi dopanti diventa un rituale esorcistico contro l’ansia e la paura, ansia del presente, paura del futuro
«La nostra cultura non ti permette di perdere un colpo per questo ha fatto dello sport, dell’agonismo, la sua metafora principale, usiamo termini sportivi per parlare di tutto, è come se fossimo sempre impegnati in una partita, in un match e ricorrere a questi dopanti diventa un rituale esorcistico contro l’ansia e la paura, ansia del presente, paura del futuro. Il bisogno è essere lucidi, competitivi e soprattutto vincenti, campioni in qualche cosa». (Il boom dei consumi di Viagra, cocaina, ecstasy, secondo l’antropologo Marino Niola)