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 2008  luglio 20 Domenica calendario

Il decreto salva-Alitalia è pronto. L’Ufficio legislativo del ministero dell’Economia, insieme al dicastero dello Sviluppo economico, appoggiato da uno stuolo di professionisti del diritto, hanno predisposto una bozza preliminare per pilotare Alitalia verso il commissariamento

Il decreto salva-Alitalia è pronto. L’Ufficio legislativo del ministero dell’Economia, insieme al dicastero dello Sviluppo economico, appoggiato da uno stuolo di professionisti del diritto, hanno predisposto una bozza preliminare per pilotare Alitalia verso il commissariamento. La bozza di tredici pagine, datata 9 luglio, di cui La Stampa è entrata in possesso, è una riforma del decreto Marzano. Ovvero la legge per la ristrutturazione industriale di grandi imprese in stato d’insolvenza, che venne promossa più di quattro anni fa dall’allora ministro delle Attività produttive, Antonio Marzano, e utilizzata per i crac di Cirio e Parmalat. Questa bozza - di revisione al decreto legge 23 dicembre 2003 - sarebbe stata sottoposta anche al vaglio dei vertici di Intesa Sanpaolo, l’advisor di Alitalia. E il documento sembra riveduto e corretto appositamente per Alitalia, perché prevede - attraverso modifiche al testo e l’aggiunta di nuovi commi in particolare agli articoli 4 e 5 - l’ipotesi di ristrutturazione tramite la vendita di alcuni complessi aziendali con falcidia di creditori e senza la necessità di passare attraverso un concordato. Non solo, il nuovo decreto traccia tra le righe, un identikit del futuro partner della compagnia della Magliana e indica le regole di massima sulla gestione di debiti ed esuberi. Ma ecco in dettaglio, come cambierà la legge Marzano per soccorrere Alitalia. Dismissioni L’articolo 2 della bozza prevede che l’ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria avvenga non solo più «tramite la ristrutturazione economica e finanziaria», come prevedeva la Marzano, ma anche «tramite la cessione dei complessi aziendali». Questa semplice frase permetterebbe di mettere facilmente in pratica il piano allo studio per Alitalia: il conferimento delle attività di volo in una nuova compagnia creata insieme alla AirOne di Carlo Toto. All’articolo 4 è stato poi inserito l’importante comma quater che scende più in dettaglio sulle dismissioni: «Il programma di cessione dei complessi aziendali….potrà prevedere operazioni di scorporo o trasferimento, aventi ad oggetto aziende, rami di azienda, complessi aziendali….». L’ipotesi di scorporo sembra una chiara allusione alla possibilità che il resto della vecchia Alitalia (soprattutto i servizi di terra) resterebbero in una bad company insieme alle passività e ai 4-5 mila esuberi. Partner L’articolo 4 comma quater al punto b) dà anche chiare indicazioni sulla scelta del partner. Si dovranno «individuare, anche a trattativa privata e/o in esclusiva, i soggetti che, anche attraverso operazioni di fusione o altre operazioni societarie, acquisteranno le aziende e le partecipazioni, preferendo, ove si tratti della cessione di attività relative a servizi pubblici essenziali o comunque di interesse nazionale, i cessionari (gli acquirenti, ndr) che meglio garantiscano la salvaguardia dell’interesse nazionale la continuità dei servizi …(il mantenimento di centri decisionali in Italia)». Considerata l’italianità di AirOne, la compagnia di Toto, con l’aiuto di Intesa, sembra avere i giusti connotati per la fusione con Alitalia. Ma la via è libera anche per le Lufthansa o Air France di turno purché si rispetti l’italianità di Alitalia. Debiti Sempre all’articolo 4 è stato aggiunto il comma quinquies che affronta il nodo dell’indebitamento. La bozza prevede che il cosiddetto «cessionario», ovvero il partner acquirente, si faccia carico delle obbligazioni (i bond Alitalia sono in scadenza nel 2010) e dei debiti (al 30 giugno l’indebitamento di Alitalia era 1.121 milioni di euro). Questo, secondo il comma quinquies, «comporta la liberazione» dai debiti «del cedente anche senza il consenso dei terzi creditori». Nel caso di Alitalia, l’azionista Tesoro potrebbe così liberarsi dei debiti senza soddisfare i creditori attraverso la procedura del Concordato, prevista dalla vecchia Marzano. Esuberi Il comma quinquies fa riferimento anche agli esuberi (per Alitalia ne sono previsti 4-5 mila), inserendo criteri di forte flessibilità. Intanto, introducendo la possibilità per l’azienda, d’accordo con i sindacati, di ricorrere alla contrattazione individuale con i singoli lavoratori qualora interessati, magari dietro buone uscite, a chiudere o modificare il loro rapporto di lavoro. Inoltre il partner acquirente, d’accordo con sindacati e i vertici dell’azienda in crisi, può assumere parte dei lavoratori del gruppo da risanare, che siano in Cassa integrazione o in esubero. Stampa Articolo