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 2008  luglio 20 Domenica calendario

MILANO

Fino a qualche anno fa gli europei (italiani specialmente) negli Usa con auto a noleggio si riconoscevano inequivocabilmente quando si fermavano dal benzinaio: abituati ai prezzi agghiaccianti del carburante in Europa (in Italia specialmente) finivano o per inserire un eccesso di banconote nel distributore automatico o semplicemente scuotevano la testa davanti ai prezzi davvero bassissimi (fino a prima della guerra in Iraq un gallone di benzina, cioè 3,78 litri, costava più o meno un dollaro e mezzo, adesso un gallone costa circa quattro dollari, cioè due euro e quaranta, più del doppio di prima ma comunque sempre un prezzo ridicolo per gli standard europei).
La crisi petrolifera, in un Paese con le grandi distanze degli Stati Uniti, ha avuto effetti pesantissimi sull’economia; tra le vittime, anche i concerti estivi.
Rivolti più che altro a un pubblico di giovani con un budget più ristretto di quello degli adulti, i grandi concerti si trovano in difficoltà, primi tra tutti i festival musicali tenuti in zone isolate come Coachella (nel deserto a ovest di Los Angeles) e Bonnaroo (nella campagna del Tennessee). Per la prima volta da molti anni entrambi i festival non hanno registrato il tradizionale tutto esaurito (fino all’anno scorso i biglietti per Coachella venivano venduti su Internet via eBay o Craigslist a prezzi da borsa nera). Springsteen e Nine Inch Nails, artisti abbonati al tutto esaurito, hanno faticato a vendere i biglietti per il tour americano ai livelli degli anni scorsi (pur riscuotendo successo); Stevie Wonder, Maroon 5 e Counting Crows hanno scelto invece di mettere in saldo molti biglietti per garantire un’alta affluenza ai loro tour.
 chiaro che il prezzo del carburante, anche per colpa di auto generalmente meno efficienti sotto il profilo dei consumi come quelle del mercato Usa, è uno dei fattori principali di questa mini-recessione: se la spesa per la benzina diventa doppia, si gonfia il budget per un viaggio spesso lungo come quelli necessari a raggiungere la sede del concerto.
Il palazzetto di Gifford, New Hampshire, ha offerto sconti sui biglietti proporzionali all’andamento dei prezzi del carburante alla pompa. Gary Dongiovanni, direttore della rivista Pollstar, ha dichiarato a Mtv che «15 o 20 dollari in più da aggiungere al prezzo del biglietto a causa del costo della benzina possono anche raddoppiare le spese programmate inizialmente dai fans», rendendo la crisi petrolifera uno dei motivi principali per l’estate poco brillante di molte band in tournée per gli Usa e per i festival musicali.
Non solo gli spettatori sono meno propensi a viaggiare, ma costa molto di più agli organizzatori il trasporto delle mega-attrezzature per i grandi concerti (luci, scenografie, amplificatori) con i Tir che le portano avanti e indietro per gli Usa. Ray Waddel, di Billboard, ha spiegato alla tv Abc che «ci saranno tagli alle spese, anche nelle scenografie, è inevitabile». E per le band indipendenti non ancora affermate, ragazzi che girano con il classico minivan, il carobenzina comporta spese maggiorate di centinaia di dollari, rendendo spesso negativo il bilancio di una serata.
Marc Geiger, uno degli inventori del festival Lollapalooza, ha spiegato che «la crisi è reale, non ancora drammatica, ma bisogna fare qualcosa ». E curiosamente è toccato a un festival di musica classica scegliere la mossa più originale: la Boston Symphony Orchestra per aiutare i frequentatori del festival estivo di Tanglewood, due ore e mezzo d’auto a ovest di Boston, ha lanciato una convenzione con le pompe di benzina dell’autostrada: 50 dollari spesi in uno di quei distributori valgono un coupon che dà diritto a un ingresso gratuito al concerto.
Matteo Persivale