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 2008  luglio 19 Sabato calendario

Gli arresti di medici e funzionari della clinica Santa Rita di Milano e le presunte tangenti versate al presidente dell’Abruzzo sono due bruttissimi episodi di gestione della sanità privata convenzionata con il sistema sanitario nazionale

Gli arresti di medici e funzionari della clinica Santa Rita di Milano e le presunte tangenti versate al presidente dell’Abruzzo sono due bruttissimi episodi di gestione della sanità privata convenzionata con il sistema sanitario nazionale. Si dovrà aspettare il giudizio della magistratura per capire se effettivamente a Milano venivano operati pazienti che non avevano in realtà alcun bisogno di interventi. Dovremo altresì aspettare il giudizio della magistratura per capire se dietro le accuse al presidente Ottaviano Del Turco vi sono davvero tangenti legate al sistema sanitario convenzionato. Questi scandali, proprio mentre Stato e Regioni litigano sugli stanziamenti al fondo sanitario nazionale, rendono necessarie alcune riflessioni sul funzionamento della sanità privata convenzionata. Il sistema misto pubblico-privato presente in Italia è oggi basato sul principio dell’accreditamento di strutture convenzionate. Nel sistema in vigore l’accreditamento avviene a livello di clinica o di struttura ospedaliera privata. In sostanza, se una struttura privata è stata accreditata dal sistema sanitario nazionale, il paziente può essere curato in quella sede senza alcun costo, ad eccezione dei relativi ticket sanitari. La struttura accreditata avrà poi diritto a essere rimborsata dalla Regione in base a parametri e accordi prestabiliti. Il grande beneficio del sistema oggi in vigore è la riduzione delle liste di attesa. Un’operazione al ginocchio o alla spalla può oggi essere effettuata in una qualunque delle strutture convenzionate, senza dover aspettare le interminabili liste di attesa degli Anni Novanta. Ripensando allo psicodramma da lista di attesa, il sistema dell’accreditamento, dove è stato utilizzato di più, ha consentito miglioramenti innegabili. Ma al di là dei benefici descritti, i rischi del sistema convenzionato sono oggi evidenti. In una struttura privata convenzionata i rimborsi vengono fatti rigorosamente in funzione degli interventi somministrati. Maggiori gli interventi somministrati, maggiori i rimborsi di cui godrà la struttura e maggiori gli utili per i proprietari della clinica privata. In un sistema di questo tipo la pressione ad aumentare il numero di interventi e il relativo fatturato è enorme. I manager di queste strutture hanno chiari incentivi affinché il numero di interventi somministrati nella propria struttura cresca ogni anno. Frasi del tipo «dottore siamo indietro con le protesi» sembrano purtroppo assai comuni nei colloqui tra manager e medici che operano nelle strutture convenzionate. In questo sistema, il rischio di un interventismo eccessivo è davvero reale, con drammatiche conseguenze sia sui pazienti sia sui costi del sistema. Simili rischi si corrono pure in relazione alla qualità delle apparecchiature mediche e di diagnostica utilizzate. Il sistema sanitario riconosce un dato rimborso per ciascun intervento, senza avere pieno controllo sulla qualità degli strumenti utilizzati. quindi evidente che i manager della sanità avranno interessi a minimizzare i costi dei materiali usati. E sempre a rischiare di pagarne le conseguenze sarà il paziente. Anche se non avrebbe senso tornare a un sistema totalmente pubblico, correttivi al sistema attuale sono comunque necessari. Occorre ridurre lo strapotere dei pochi signori delle case di cura. Una possibilità sarebbe quella di riconoscere il rimborso delle operazioni chirurgiche effettuate direttamente ai medici piuttosto che alle case di cura. In un sistema di questo tipo, diversi medici potrebbero scegliere tra diverse strutture, in modo da ridurre il potere oligopolistico dei manager privati della sanità. Lo Stato, le Regioni e il ministero del Welfare dovrebbero comunque controllare che gli standard qualitativi e igienici in ciascuna struttura privata siano rispettati. Infine, sarebbe comunque necessario controllare, almeno in via campionaria, che gli interventi chirurgici richiesti dai singoli medici siano davvero necessari. Commissioni esterne, con medici provenienti da altre regioni o da altri Paesi, dovranno controllare su base periodica le cartelle cliniche e le richieste di intervento. In questo sistema le case di cura sarebbero in competizione per attrarre i medici migliori. Certamente alcuni medici si arricchiranno più di altri, ma si ridurrà quel sistema oligarchico composto da «signori della sanità» e politici in cerca di favori. Con il progressivo invecchiamento della popolazione, la gestione della sanità sarà sempre più importante e più complessa. Il sistema del futuro dovrà necessariamente basarsi su un misto pubblico e privato. Riducendo il potere delle case di cura si farà un passo avanti. Si ridurrà la discrezionalità dei politici nello scegliere le strutture convenzionate e si ridurrà il potere dei signori della sanità. Le difficoltà amministrative non mancheranno. Nel caso delle operazioni chirurgiche la proposta di mettere i medici al centro dei rimborsi sembra facilmente realizzabile, mentre sarebbe più complessa per quel che riguarda gli esami diagnostici. Certamente non si risolverà definitivamente il problema della sanità, ma quasi certamente si ridurrà il rischio di strani ed ambigui incontri, con tanto di borse piene di denaro, tra politici e manager della sanità. pietro.garibaldi@carloalberto.org Stampa Articolo