Francesco Manacorda, La Stampa 18/7/2008, pagina 23, 18 luglio 2008
Dalla rete Telecom alla rete di relazioni della blasonata banca d’affari Rothschild. Angelo Rovati, «il colosso di Prodi» in virtù del suo metro e novantaquattro e dello strettissimo rapporto con l’ex presidente del Consiglio, entra in Rothschild Italia come «senior advisor», cioè superconsulente, mentre avrà un posto anche tra i consulenti europei della stessa banca d’affari
Dalla rete Telecom alla rete di relazioni della blasonata banca d’affari Rothschild. Angelo Rovati, «il colosso di Prodi» in virtù del suo metro e novantaquattro e dello strettissimo rapporto con l’ex presidente del Consiglio, entra in Rothschild Italia come «senior advisor», cioè superconsulente, mentre avrà un posto anche tra i consulenti europei della stessa banca d’affari. Un classico caso di «porte girevoli» tra economia e politica che nella fattispecie vede però Rovati espressione di un potere, quello prodiano, in ritirata. Anche lui, così nel cuore del Professore da essere stato indicato tra i 45 saggi fondatori del Pd, è rimasto deluso dall’esperienza del partito unico tanto da aver confessato di aver dato il suo voto alla Camera all’Udc di Pierferdinando Casini. I meriti per cui l’ex pivot della Virtus Bologna e della Oransoda Cantù poi riconvertito all’economia e alla politica entra anche nella squadra di Rothschild stanno in due righe di comunicato: «Oltre alle sue attività imprenditoriali - è stato presidente e azionista di Italfondiario - in numerose occasioni Rovati è stato consulente del governo italiano per particolari tematiche economiche e industriali». Proprio in quest’ultima veste, nel settembre 2006, Rovati incappa nell’incidente della rete Telecom. Il piano per lo scorporo dell’infrastruttura che plana sulla scrivania di Marco Tronchetti Provera è accompagnato da un biglietto autografo dello stesso Rovati su carta intestata di Palazzo Chigi e scatena la reazione del presidente Telecom, convinto di essere sotto attacco politico. Seguono immediate dimissioni del consulente economico di Palazzo Chigi, che si attribuisce la paternità esclusiva del documento. Sublime gaffeur o eroe pronto a sacrificarsi in nome della ragion di palazzo? «Di questa storia della rete Telecom non voglio più parlare», si limita a dire adesso Rovati. E sul valore che le sue molteplici esperienze potranno apportare a Rothschild si tiene sul vago: «Devo ancora vedere tutte le persone della banca, non so che tipo di ruolo avrò», glissa. Inevitabile, però, che l’approdo di Rovati nelle stanze della Rothschild riaccenda qualche suggestione rispetto a quel settembre di due anni fa. Allora Rovati citò, parlando del piano Telecom, qualche conversazione amichevole con l’esperto di tlc Francesco Caio ma anche con Franco Bernabè, all’epoca presidente proprio di Rothschild Italia dopo essere stato amministratore delegato della stessa Telecom. E proprio in Telecom Bernabè è tornato lo scorso novembre, dopo che Tronchetti Provera ha ceduto il controllo del gruppo. L’uomo, comunque, ha la preziosa capacità di coltivare relazioni a tutti i livelli e in tutti gli ambiti. Da Stefano Ricucci, dal quale si recò - sostiene - per conto di Prodi ai tempi del rastrellamento sulle azioni Rcs per capire quali intenzioni avesse, al presidente di Mediobanca Cesare Geronzi che lo ha invitato al recente matrimonio della figlia Chiara. Ancora, per usare le parole dello stesso Rovati, «mi onoro di poter parlare al Cavaliere». E forse già calato nella sua nuova veste di superbanchiere è stato notato lunedì sera al San Raffaele di Milano per il dibattito tra due star come Guido Rossi e il ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Francesco Manacorda