Rosa Serrano, la Repubblica 18/7/2008, pagina 25, 18 luglio 2008
ROMA - Si restringe il mercato della casa in Italia: frena drasticamente il numero degli affari, si allungano i tempi, ma soprattutto - per la prima volta da dieci anni - scendono i prezzi
ROMA - Si restringe il mercato della casa in Italia: frena drasticamente il numero degli affari, si allungano i tempi, ma soprattutto - per la prima volta da dieci anni - scendono i prezzi. Non siamo ancora allo "sboom" di Spagna o Inghilterra dove si cominciano a registrare i fallimenti di società di costruzione e vengono salvate le banche travolte dalla crisi finanziaria innescata dai mutui americani. Ma i segnali sono chiari. Il rapporto Nomisma sui primi sei mesi del 2008 stima compravendite in calo del 10% (-80 mila unità, il doppio del 2007) per fine anno e prezzi stabili a livello nominale, che vuol dire una svalutazione pari almeno all´inflazione in termini di costo reale. E non è poco, anche perché in alcuni casi come Bologna e Milano si registra già un calo nominale dei prezzi. L´Irlanda e gli Stati Uniti, con prezzi in calo dell´8,9% e del 13,6%, sono lontani. Ma per la prima volta dopo un decennio il 2008 dovrebbe registrare nelle grandi città italiane prezzi a crescita zero. «L´arresto delle compravendite - spiega Luca Dondi, analista di Nomisma - è la conseguenza diretta di una domanda sempre più rarefatta che preferisce attendere tempi migliori per effettuare l´investimento più importante della vita, in un momento in cui l´incertezza sull´economia è forte». Il termometro del mercato è segnato dalla tempistica di vendita, inequivocabilmente in fase di allungamento. I dati Nomisma evidenziano che, se nel primo semestre 2002 erano mediamente necessari 3-4 mesi per vendere una casa, nello stesso periodo di quest´anno il dato risulta di circa 5-6 mesi. Quando si allungano i tempi, l´offerta automaticamente cresce e permette alla domanda di muoversi con più calma alla ricerca dell´abitazione più vicina alle proprie attese. Ma per i prezzi cosa sta succedendo? «Si tratta fondamentalmente - spiega Alessandro Ghisolfi, responsabile dell´Ufficio studi di Ubh - di una questione temporale: dal momento in cui il mercato comincia a rallentare e si rilevano i cali di compravendite, passano circa 12 mesi. Chi vende oggi cerca di spuntare il prezzo il più possibile vicino a quella atteso. Quando ci si rende conto che la vendita corre i rischi di allungarsi troppo - continua Ghisolfi - ecco che allora si chiude la trattativa ad un prezzo inferiore. Nei prossimi mesi si dovrebbe verificare una tendenza più accentuata verso il basso». Le rilevazioni di Nomisma segnalano che, mediamente, nelle grandi città il divario fra prezzo richiesto e quello finale per le case esistenti è del 12,2% con punte del 13,5 a Napoli e del 14,9 a Bari. «Il calo delle compravendite - rileva Mario Briglia, presidente di Scenari immobiliari - è un effetto dell´abbinata aumento del costo dei mutui e maggiore selettività delle banche nell´erogare credito. Il calo delle compravendite si concentra nella fascia di mercato medio-bassa (immigrati e giovani coppie)». I primi effetti della frenata del mercato si fanno sentire. Nel primo semestre 2008 in quattro città (Milano, Bologna, Firenze e Venezia) i prezzi reali sono scesi tra lo 0,5% e l´1%. Ma a Milano e Bologna, secondo Nomisma spuntano anche i primi ribassi nominali. Per le altre città aumento deflazionato dell´1,1%, il più basso da 10 anni e con la prospettiva di scendere ancora. Rosa Serrano