Massimo Gaggi , Corriere della Sera 18/7/2008, pagina 17., 18 luglio 2008
Corriere della Sera, venerdì 18 luglio New York. A caccia di beni rifugio in tempi di crisi? Quando la Borsa sprofonda, i risparmiatori abbandonano i fondi comuni e gli immobili perdono valore, molti puntano sull’oro o sulle opere d’arte
Corriere della Sera, venerdì 18 luglio New York. A caccia di beni rifugio in tempi di crisi? Quando la Borsa sprofonda, i risparmiatori abbandonano i fondi comuni e gli immobili perdono valore, molti puntano sull’oro o sulle opere d’arte. Ma anche il mercato dell’arte, oggi in America, segna il passo. A meno che non si tratti di arte «obamiana»: per stampe, manifesti a tiratura limitata, ritratti del candidato democratico eseguiti con le tecniche più diverse – dai graffiti alla pittura fotorealista – è, infatti, un vero «boom». C’è chi un anno e mezzo fa, dopo un comizio del senatore alla University of California, aveva comprato a 75 dollari dagli studenti decine di «poster » che oggi vengono rivenduti «online» a 700 dollari. E la casa d’aste Bonhams si accinge a vendere a 2000 dollari le stampe di Ron English – l’artista che ha creato l’immagine di Abraham Obama, un ritratto con i lineamenti di Obama, ma con la capigliatura e la barba di Lincoln – che fino a qualche tempo fa erano scambiate per 200 dollari. E il Wall Street Journal annuncia che domani a East Hampton, spiaggia dei newyorchesi ricchi, l’imprenditore Russell Simmons organizzerà un’asta di beneficenza il cui pezzo forte è proprio un ritratto di Obama. All’opera, intitolata «Hope» (speranza), inizialmente era stato attribuito un valore di 30 mila dollari, ma l’organizzazione ha già ricevuto offerte fino a 75 mila dollari. Non è la prima volta che il mondo dell’arte si mobilita per un politico. Di Andy Warhol ricordiamo soprattutto i ritratti di Marilyn Monroe o di Mao Tse Tung, ma l’artista scomparso vent’anni fa ha anche dipinto i volti di politici americani celebri come Jimmy Carter e Ted Kennedy e nel 1972 ha dato una mano alla campagna di George McGovern scrivendo l’invito a votare per il candidato democratico sotto un inquietante ritratto in verde di Richard Nixon, il presidente in carica. In tempi più recenti anche Al Gore e Bill Clinton sono stati raffigurati da «visual artist» come Roy Lichtenstein, Chuck Close e Robert Rauschenberg. Opere spesso donate come atto di militanza politica - quasi sempre a favore dei democratici - e destinate ad essere vendute per finanziare le campagne elettorali. Otto anni fa, ai tempi del testa a testa Bush-Gore, furono settanta gli artisti americani che offrirono le loro opere per finanziare la campagna dei democratici. Stavolta le cose stanno un po’ diversamente: è il fascino del personaggio Obama, popolare e nuovo al tempo stesso, a muovere gli artisti. E chi compra le loro opere in genere non lo fa per finanziare Obama, che riesce da solo a raccogliere capitali enormi (52 milioni di dollari nel solo mese di giugno), ma per mettersi in casa una reliquia, o per guadagnarci, rivendendola. In America le campagne elettorali emozionano e sono piene di eventi di politica- spettacolo popolati di decine di venditori che offrono magliette col sorriso di Obama, coccarde con John McCain vestito da Superman, adesivi anti-Bush, cravatte decorate con elefanti e asinelli, i simboli dei due partiti. Sono molti anche i collezionisti di «memorabilia » della politica che battono i negozi d’antiquariato uscendo con un manifesto di Barry Goldwater, candidato repubblicano nel ’64 o con una «paglietta» dei sostenitori di Hubert Humphrey, il democratico battuto nel ’68 da Nixon. Ma solo Obama ha attratto tutta questa attenzione degli artisti, soprattutto quelli della «street art». Manifesti e litografie che sono diventati un buon investimento, il cui termometro più attendibile è il sito ObamaArtReport. com. All’origine del fenomeno non c’è solo ammirazione e culto della personalità. Emek, disegnatore di manifesti rock, ne ha creato uno abbastanza grottesco di carattere pugilistico nel quale un muscolosissimo Obama- Mohammed Alì mette al tappeto un pugile con la faccia del vecchio McCain. E Baxter Orr, un disegnatore texano, ha creato e vende un manifesto nel quale la parola «hope» è sostituita da «dope» (drogato) e l’immagine di Obama con una narice sanguinante vuole ricordare l’ammissione dello stesso Barack di aver fatto uso di stupefacenti durante la sua adolescenza. Ma l’artista ammette che queste stampe, offerte a 30 dollari, si vendono col contagocce. Su «eBay», invece, viene scambiata un’ oggettistica il cui unico limite è la fantasia. Ci sono i gioielli di Obama, il lume da tavolo di Obama e perfino le scarpe col volto del candidato nero dipinto a mano. Massimo Gaggi