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 2008  luglio 18 Venerdì calendario

Da segretario aggiunto della Cgil, vent’anni e più fa, si dilettava a disegnare vignette satiriche e a firmarle Hector, il nome del suo cane defunto

Da segretario aggiunto della Cgil, vent’anni e più fa, si dilettava a disegnare vignette satiriche e a firmarle Hector, il nome del suo cane defunto. Ma già all’epoca Ottaviano Del Turco amava definirsi un pittore ed esponeva quadri nelle gallerie romane. Nature morte, paesaggi abruzzesi, squarci della città eterna: non avrebbe mai smesso, Del Turco, di dedicare a tele, colori e pennelli tutto il tempo libero, e anche qualcosa in più. «Negli ultimi anni era diventato davvero bravo, aveva fatto passi da gigante», garantisce Luciano Ventrone, il suo «maestro», il suo compaesano fraterno, lui che da Federico Zeri è stato definito il «Caravaggio del 2000». Lui che adesso non si dà pace per questa storiaccia. «Ottaviano è bravo e generoso. Disegnava quadri, ritratti dei suoi amici. Una volta fece un bellissimo ritratto a Miriam Mafai. Poi li regalava. A tanta gente, quella semplice qui di Collelongo. A chiunque glieli chiedesse». A dire il vero Ottaviano Del Turco amava regalare quadri e basta e non c’era bisogno di chiederglieli e anche se adesso sono in tanti (troppi?) a negare, la verità è che i suoi acquerelli e le sue tele sono finiti in molte case, spesso case che contano. «Io ne ho almeno quattro o cinque dei suoi quadri. E me ne vanto. Tutti quelli che adesso negano o si nascondono dovrebbero vergognarsi ». Francesco Cossiga, senatore a vita e presidente emerito, non è certo uno che ha peli sulla lingua, si sa. E rilancia: «Ottaviano è un mio caro amico. E anche se lo vedessi che porta una busta di tangenti non ci crederei, semplicemente. I suoi quadri sono belli. Uno, una natura morta, l’ho appeso in uno dei miei salotti, il salotto piccolo, in una grande parete. Lui pensa di essere molto bravo. E mi ha sempre detto: "Sono un ottimo pittore perché sono un pessimo politico"». Non ha mai sfondato davvero Del Turco. Ma non ha mai smesso di dedicarsi con tutta la passione alla pittura e a regalare i suoi prodotti. Politici, amministratori, imprenditori, giornalisti, intellettuali: le opere di Ottaviano Del Turco sono sparse davvero nelle case di molti. «Il fatto è che non avendo un suo mercato Ottaviano cercava di crearselo da solo facendo circolare le sue opere», garantisce Sergio Zavoli che non fatica ad ammettere di avere in casa un piccolo quadro vergato Del Turco. Dice: «Me lo regalò nel 2001 quando eravamo due senatori con in comune una storia socialista: lo ritenni un segno di amicizia ». Di arte Del Turco sembra parlasse anche con Vincenzo Angelini, quello che oggi è il suo grande accusatore e che ai giudici ha raccontato di ascoltare quelle storie artistiche senza capirci nulla. Ma con l’arte Del Turco è sempre andato a braccetto, amico personale di Mario Schifano: i proventi della vendita di due quadri del grande artista sarebbero lì a giustificare l’acquisto di una delle case oggi contestate. Amico personale anche di Piero Guccione, oltre che del suo maestro Ventrone. E adesso che i quadri dei due artisti sono entrati a Palazzo Madama, c’è chi giura che fu proprio l’allora senatore Del Turco a spendersi in prima persona perché quelle opere andassero a decorare le pareti interne ed esterne della buvette. Alessandra Arachi