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 2008  luglio 17 Giovedì calendario

La Stampa, giovedì 17 luglio Giuliana De Pandi qui in Italia è solo un nome qualsiasi. Negli Stati Uniti invece è sinonimo di successo

La Stampa, giovedì 17 luglio Giuliana De Pandi qui in Italia è solo un nome qualsiasi. Negli Stati Uniti invece è sinonimo di successo. Quotidianamente appare in televisione sul canale «E Entertainment» dove da anni conduce e produce uno show sui divi che fa impazzire Hollywood. Il canale raggiunge 160 paesi nel mondo e non meno di dieci milioni di telespettatori al giorno. La sua fama la si tocca con mano quando a Ischia, dove è arrivata su invito del GlobalFest per ritirare un premio e per girare un reportage, gli americani la fermano per strada per chiederle un autografo e per farle i complimenti. Giuliana ha solo 32 anni, è una bella ragazza entusiasta della vita e ha un bellissimo neo marito famoso pure lui, Bill Rancic, il primo vincitore dello show ideato da Donald Trump, «The Apprentice», manager chiamati a darsi battaglia nel durissimo concorso a eliminazione basato sul business. Giuliana nasce a Napoli. I De Pandi, papà Eduardo e mamma Anna con tre figli, partono per l’America sulla scia di uno zio che a Washington ha fatto fortuna con un ristorante. «Perché non può succedere pure a noi?» pensa papà Eduardo, sarto per uomo d’antica tradizione napoletana. Ricorda Giuliana: «Eravamo poveri ma molto uniti. Mio padre era determinato e credeva nel sogno americano. Io avevo 7 anni e mi trovavo in una terra straniera, senza amici e senza capire la lingua. I bambini mi prendevano in giro perché non capivo e io mi sentivo sola. Mi rinchiusi in casa a guardare la televisione. Stavo ore e ore davanti al video a vedere le news. Tutti mi prendevano per pazza, una bambina a guardare i telegiornali. Invece io capivo un linguaggio facile fatto per arrivare a tutti. Andò a finire che imparai l’inglese prima dei miei fratelli». Cresce Giuliana con un solo obiettivo, diventare anchor-woman. Per questo, una volta ottenuta la laurea in giornalismo e dopo il master, fa la valigia e parte per Hollywood dove non conosce anima viva: «Ero ancora una volta da sola, però adesso inseguivo il mio destino». A 23 anni comincia dalla gavetta: «Entrai in una agenzia d’attori dal livello più basso, pagata al minimo sindacale. Facevo la postina, andavo a portare la corrispondenza, vale a dire contratti e sceneggiature, a casa degli attori. Spesso mi mandavano pure a prendere il caffè: Leonardo DiCaprio, Steven Spielberg non erano gentilissimi. Pensare che me li sono ritrovati tutti al mio fianco sul tappeto rosso degli Oscar. E con tutto un altro atteggiamento». Contemporaneamente Giuliana faceva l’hostess, nessuno la vedeva ma lei si faceva filmare e mandava le sue registrazioni a «E Entertainement» perché era quello il suo canale preferito. Finalmente arriva la grande occasione. L’emittente cerca volti nuovi e la manda a chiamare per un provino. E’ il numero 39 e deve intervistare l’attore Wilmer Valderrama che in un film ha una storia d’amore con la madre del suo migliore amico. Giuliana si fa audace, chiede se gli è mai accaduto di avere avventure con donne molto più mature di lui e il ragazzo si innervosisce. Nella sala di proiezione si fa il gelo, lo staff dell’emittente decide che Giuliana è troppo ardita e la caccia. Sembra finita, ma poco tempo dopo il presidente della compagnia per caso rivede quella registrazione e decide che Giuliana è la persona giusta. E’ fatta. Solo sei anni fa firma il suo primo contratto e adesso è una star dell’emittente con all’attivo altrettante dirette dalla notte degli Oscar. Poi intervista Bill Rancic ed è amore a prima vista: «Mi portò in elicottero a vedere dall’alto le luci di Natale a Chicago, ascoltavamo Michael Bublé, avevamo champagne e pizza, quando lui si è inginocchiato e mi ha chiesto in moglie. Ci siamo sposati a Capri l’anno scorso». Ora Bill lavora nel settore immobiliare e conduce un programma tv in cui aiuta manager sull’orlo del fallimento. E lei? «Frequento tanti attori, il più simpatico è George Clooney. La nostra è un’amicizia talmente forte che quando lo devono intervistare chiamano prima me». Michela Tamburrino