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 2008  luglio 17 Giovedì calendario

Perché Israele ha rilasciato Sabin Kuntar

Caro Direttore, per due lunghi anni le famiglie dei riservisti israeliani Eldad Regev ed Ehud Goldwasser hanno atteso con ansia delle notizie. Per due anni si sono chiesti se i loro figli, Ehud ed Eldad fossero vivi o morti. Questa, che è la più crudele forma di tortura psicologica, gli è stata inflitta intenzionalmente da Hezbollah. Fino all’ultimo momento, infatti, Hezbollah si è rifiutato di fornire qualsiasi dettaglio sulla loro sorte, e le famiglie provate dal dolore hanno dovuto vedere in diretta televisiva le durissime immagini dei feretri dei loro cari. Anche il popolo israeliano ha atteso notizie, solidarizzando con la sofferenza di queste famiglie e condividendo la loro inquietudine. Ogni israeliano sa bene che è stata soltanto questione di sfortuna se proprio questi due militari sono stati rapiti, e che sarebbe potuto accadere a un proprio familiare o a un proprio amico. Eldad ed Ehud furono rapiti il 12 luglio 2006, mentre pattugliavano la linea di confine, quando gli Hezbollah sconfinarono lanciando deliberatamente il loro raid, allo scopo di rapire qualunque israeliano avessero incontrato. Ciascun militare israeliano sa che il suo Paese farà il massimo per riportarlo in salvo, qualora dovesse cadere in mano ai nemici. Ciò è espressione del profondissimo rispetto d’Israele per la vita umana e per i propri caduti. Tale principio è una dimostrazione della forza morale e fisica di Israele. E proprio per ottemperare a questo valore supremo che Israele ha accettato di rilasciare cinque terroristi libanesi, tra cui Samir Kuntar, in cambio di due militari israeliani. Per Hezbollah Kuntar è un eroe. Per gli israeliani e per il resto del mondo civile, costui è uno dei più spregevoli terroristi. Kuntar era un membro del commando del Fronte di Liberazione Palestinese che si infiltrò dal mare in Israele il 21 aprile 1979. In piena notte essi irruppero in un edificio residenziale, prendendo in ostaggio Danny Haran e la sua figlioletta Einat di quattro anni, mentre il resto della famiglia riuscì a nascondersi. Quando il commando giunse sul litorale, Kuntar costrinse la piccola Einat ad assistere mentre egli sparava a suo padre a distanza ravvicinata, quindi proseguì uccidendo anche lei fracassandole la testa contro una roccia con il calcio del suo fucile. Nel frattempo, la madre della piccola si era nascosta in un armadio con la l’altra figlioletta Yael, di appena due anni, che accidentalmente rimase soffocata per i tentativi della madre di coprire il suo pianto, per evitare che Kuntar le trovasse. Kuntar è responsabile anche di questa morte. In base all’accordo Hezbollah riceverà anche i corpi di coloro rimasti uccisi durante la seconda guerra del Libano o in infiltrazioni e attacchi in Israele. Tra le salme c’è anche quella di una donna, Dalal al-Maghrabi, che compì l’attentato divenuto famoso come il massacro della strada costiera del 1978. Nel corso di quell’atrocità terroristica furono uccisi 37 israeliani. Tutte famiglie in gita, il cui pullman fu sequestrato. Quando fu ingaggiato uno scontro a fuoco con l’esercito israeliano Dalal al-Maghrabi iniziò a sparare ai passeggeri, uno per uno, e poi fece esplodere il pullman col resto dei passeggeri ancora intrappolati al suo interno. Kuntar, l’infanticida acclamato con giubilo e parate da Hezbollah, il brutale assassino, il cui rilascio sarà salutato come una vittoria dagli estremisti di tutta la regione, e Dalal al-Maghrabi, la spietata assassina di civili inermi, alla quale verrà data una sepoltura da eroe e sarà venerata come eroina dai membri di Hezbollah. Sono questi gli eroi? Hezbollah è un’organizzazione terroristica estremista sostenuta dall’Iran. Se passato e presente sono un’indicazione di ciò che accadrà in futuro, è facile prevedere che Hezbollah continuerà a celebrare assassini a sangue freddo come idoli del suo ethos di violenza. Proseguirà nella sua ossessione di distruggere Israele e destabilizzare il Libano, come successo due anni fa, quando Hezbollah fece precipitare il Sud del Libano in una guerra, con assoluta noncuranza del suo impatto sulla popolazione libanese. La comunità internazionale deve riconoscere il pericolo costituito da Hezbollah e dai suoi uomini per la stabilità del Medio Oriente, e deve sostenere gli elementi pragmatici della regione che cercano di conseguire la pace attraverso il dialogo e il compromesso. Gideon Meir Ambasciatore d’Israele in Italia