La Stampa 13 luglio 2008, Maurizio Molinari, 13 luglio 2008
Qui Manhattan. Niente casa per i manager. La Stampa 13 luglio 2008 Fino a qualche mese fa i manager di Wall Street erano le prede più ambite da agenti immobiliari, condomini di lusso e broker dei mutui ma ora nessuno sembra volerli più e, sempre più spesso, non riescono ad acquistare una casa nei più esclusivi edifici di Manhattan
Qui Manhattan. Niente casa per i manager. La Stampa 13 luglio 2008 Fino a qualche mese fa i manager di Wall Street erano le prede più ambite da agenti immobiliari, condomini di lusso e broker dei mutui ma ora nessuno sembra volerli più e, sempre più spesso, non riescono ad acquistare una casa nei più esclusivi edifici di Manhattan. Il capovolgimento di sorte per i ricchi di New York è un frutto della crisi dei mutui che porta banche e società finanziarie tanto a tagliare posti di lavoro che a ridurre di molto l’entità dei bonus di fine anno, ovvero il pilastro del reddito dei manager. Se il mercato immobiliare di Manhattan ha per tradizione nei mesi di gennaio-febbraio il suo momento migliore è proprio perché i bonus a molti zeri vengono pagati a fine dicembre e i manager li usano subito, versandoli come anticipo per comprare appartamenti da diversi milioni di dollari. Ma questo meccanismo ora si è inceppato: il tam tam di Wall Street lascia intendere che alla fine di quest’anno i bonus saranno in discesa - sempre ammesso che vengano distribuiti come in passato - e dunque quando i manager cercano casa si trovano di fronte ad un muro di rifiuti e silenzi al quale non sono abituati. A non fidarsi più di loro sono in molti. I consigli dei condominii - tanto i commerciali "condo" quando le più esclusive "co-op" - temono l’arrivo nei rispettivi palazzi di proprietari apparentemente benestanti ma destinati a non poter estinguere il mutuo con il rischio di aver a che fare con pignoramenti destinati ad abbassare il prestigio dell’edificio, che a Manhattan è una delle virtù più ambite. Gli agenti immobiliare non si fidano di manager che arrivano vantando attestati di bonus milionari ricevuti fino allo scorso anno perché ritengono che si tratti di carta straccia, che dà poche garanzie sull’affidabilità, non solo finanziaria ma anche personale, del cliente. E i broker delle società di mutuo sono letteralmente impauriti dall’ipotesi di poter concedere prestiti ad alti funzionari di banche e società finanziarie che, anche se ancora floride e coperte da profitti, potrebbero essere travolte nel giro di pochi giorni da terremoti improvvisi, come quelli che continuano a minacciare giganti tipo Lehman Brothers, Fannie Mae e Freddie Mac. Il risultato della somma di tali e tante paure è la modifica, a danno solo dei ricchi, di alcune delle regole-base del mercato immobiliare di New York. Le società di mutuo che prima concedevano larghi prestiti in cambio di anticipi del 10 per cento hanno alzato la quota al 25 per cento mentre i consigli di "co-op" e "condo" pongono come condizione per accettare i nuovi proprietari garanzie finanziarie che esulano dalle loro stesse entrate, come ad esempio redditi di genitori, fratelli e zii. Se teniamo presente che i manager "con bonus" hanno finora composto il 25-30 per cento dei compratori di Manhattan le proiezioni economiche che vedono i loro premi annuali ridursi del 30-40 per cento nel 2008 - senza tornare ad aumentare nel 2010 - lasciano presagire un terremoto dei prezzi su uno dei pochi mercati immobiliari rimasti indenni alla crisi dei mutui. Il paradosso infatti è che mentre nella maggioranza degli Stati Uniti i prezzi delle case scendono, a Manhattan il costo medio è aumentato negli ultimi 12 mesi di un terzo, toccando 1,6 milioni di dollari. Ma il dorato isolamento della Grande Mela potrebbe essere al tramonto perché, come spiega l’avvocato immobiliare Peter Graubard al New York Times, «il 5 per cento dei clienti che hanno deciso di comprare case importanti nell’ultimo anno adesso hanno problemi nel trovare le risorse finanziare per portare a termine gli acquisti». Fra questi c’è anche un banchiere impegnatosi a comprare un appartamento per 800 mila dollari che ha fatto marcia indietro appena saputo che il consiglio della "co-op" non avrebbe calcolato il suo bonus fra le necessarie garanzie finanziarie. Proprio al fine di evitare tali episodi alcuni condominii, come avvenuto sulla 77° Strada nell’Upper East Side al centro del "Golden Block" di Manhattan, hanno deciso di stabilire, assai più banalmente, di «non accettare banchieri». Molto meglio i dipendenti che possono certificare lo stipendio fisso, assai più affidabile e stabile perché garantito da una mensile busta paga. Maurizio Molinari