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 2008  luglio 13 Domenica calendario

Un italiano alle prime Olimpiadi. La Repubblica 13 luglio 2008 l´annuncio fu fatto durante una festa al Veloce Club di Grosseto

Un italiano alle prime Olimpiadi. La Repubblica 13 luglio 2008 l´annuncio fu fatto durante una festa al Veloce Club di Grosseto. «Cari amici, è con orgoglio che vi comunico di avere mandato la mia iscrizione ai Giochi olimpici di Atene!». Dalla sala venne un´ovazione, d´altronde era il presidente del club che dava l´annuncio, il conte Angelo Porciatti. La lettera era stata mandata all´indirizzo del barone de Coubertin, rue Saint Honoré 2295, Parigi. La scadenza era il 15 marzo, i Giochi sarebbero iniziati il 6 aprile. 1896, naturalmente. Qualunque cosa avessero capito i convitati del Veloce Club e qualunque fosse l´idea che iniziava a costruirsi intorno a questi nuovi, strani Giochi, l´Italia non fu insensibile al richiamo dell´Olimpiade. Il podista Carlo Airoldi partì da Milano ma fu ricacciato indietro perché aveva preso dei soldi per correre. L´ingegnere Giuseppe Rivabella viveva già ad Atene e un giorno uscì di casa e si recò al poligono per gareggiare nel tiro con fucile sui 200 metri. Ritrovarono le sue tracce un numismatico e un giornalista greci. la sua storia che ha smentito che nessun italiano abbia partecipato alla nascita delle Olimpiadi. Ma c´è qualcuno che sia partito dall´Italia per andare fino ad Atene e poi gareggiare? Forse un nome adesso è più possibile degli altri, ed è il conte Porciatti, tipica figura degli inizi della modernità. La sua famiglia ha progenitori che risalgono al 1161, nel suo stemma ci sono due torrioni e due falchi, ma è affascinato dallo sport e in particolare dalla bicicletta, che da poco ha la forma che conosciamo con catena e ruote pari. Per sé acquista una costosissima Adler; a 22 anni, nel 1894, comincia a disputare qualche gara, fuori Porta Vecchia a Grosseto. Ha scoperto la sua storia Marco Impiglia, storico, ricercatore, giornalista. Alcuni anni fa trovò tra le bancarelle di Porta Portese l´edizione completa rilegata de Il Ciclista, un settimanale stampato a Milano e diretto da Eliso Rivera, che poi avrebbe fatto confluire la rivista nella nascente Gazzetta dello Sport. improbabile che ci sia un´altra copia della rivista. Ricostruiamo con Impiglia la traiettoria gloriosa di Porciatti, che è tutta in quattro brevi notizie, dal 5 marzo al 23 aprile di quell´anno. Il Ciclista è la massima espressione di una stampa sportiva che si occupa prevalentemente di ciclismo. Ha già collaboratori stabili, corrispondenze, notizie certe. La prima è proprio del 5 marzo. «Angelo Porciatti, il simpatico dilettante che abbiamo ammirato lo scorso anno, si è iscritto alle corse ciclistiche di Atene». Porciatti è noto, non è un fantasma che appare all´improvviso. già nel gruppo dei migliori di fine secolo, insieme a Buni, Nuvolari, Bixio, Alaimo, Tomaselli, Cariolato, la preistoria della storia del ciclismo: Buni divenne famoso per una sua tenzone con Buffalo Bill. Ulteriori dettagli arrivano, nello stesso numero, alcune pagine più avanti. «Si ripete che il simpatico conte Porciatti ha inviato la sua iscrizione ai Giochi olimpici. Egli correrà nella velocità e quanto prima si recherà a Roma per cominciare un serio allenamento su quel velodromo», che era situato vicino Porta Pinciana. Un po´ tardi forse per una preparazione adeguata ma il programma di avvicinamento è chiaro. E il breve reportage da Grosseto è anche siglato con il nome «Beppe». Una firma decisamente provinciale ma che testimonia quantomeno l´affidabilità e la stabilità della corrispondenza. Furono giorni febbrili quelli della vigilia delle gare ateniesi, è certa la presenza del conte Lucchesi Palli e del duca Carafa d´Andria tra i dirigenti del Cio. Sono ancora hobby per nobili questi Giochi. Il nostro conte, Porciatti, non lascia tracce passando per Roma diretto ad Atene, ma Il Ciclista lo tallona. I Giochi sono cominciati e il settimanale li racconta con resoconti stringatissimi, molto attento alla presenza dei re greci o serbi, riportando rari tempi o misure dei vincitori. Nel numero del 16 aprile dà conto della terza giornata: c´è il risultato della gara di tiro in cui avrebbe gareggiato Rivabella, ma su di lui nessun accenno. Eppure Il Ciclista è perfettamente al corrente dei movimenti degli atleti di quei giorni: nel dare notizia della vittoria di Spiridion Louis nella maratona, ricorda l´assenza di Airoldi (ma sbaglia la lunghezza del percorso, allungato a 48 km invece dei 40 corsi). Nella sesta giornata ecco le poche righe che interessano gli italiani. Riguardano il ciclismo, i 2000 metri e il giro di pista, gare «che furono vinte dal francese Masson e nelle quali era iscritto anche Angelo Porciatti». Re Giorgio chiuse i Giochi il 15 aprile. Pochi giorni che hanno cambiato il mondo: allo stadio Panathinaikos c´erano sessantamila spettatori ogni giorno, al velodromo almeno ventimila. In quel momento nessuno è capace di raccontare la rivoluzione. In queste cifre e in questo stordimento il conte Angelo Porciatti scompare. L´ovazione dei soci del Veloce Club non poteva immaginare lo sconvolgimento che avrebbe accomunato, mescolato ed equiparato sotto il simbolo dei cinque cerchi conti, operai, generali e borghesi. Il conte Angelo torna a casa, il 4 giugno inaugura il Velodromo di Grosseto. Ad Atene non si stilavano starting list, e alla fine venivano registrati soltanto i primi. Gareggiò veramente o fu tutto un gigantesco bluff? Scese in pista a contrastare il francese Masson o rimase nascosto per una decina di giorni da qualche parte a Roma? Gli storici non hanno che le parole, l´affidabilità dello scritto, il contesto in cui appare. E Il Ciclista, pochi giorni dopo la fine delle Olimpiadi, decide di dedicare un lungo (per quei tempi) ritratto a Porciatti, un "medaglione". C´è un disegno a china che lo ritrae in bicicletta, molto realistico: i giornali non riescono ancora a stampare le fotografie. Si ricapitola la carriera di «Giangio», come lo chiamano nel grossetano. L´importanza dell´articolo non è commisurata in fondo alla sua carriera. Le ultime righe sono però illuminanti: «Prese parte in questi giorni alle corse ciclistiche di Atene, benché senza risultato». Non è questo un buon motivo per dedicargli un ampio medaglione? Nell´ambiente forse la sua partecipazione ai Giochi è nota e gli si dedica un pezzo che è un riconoscimento. Data la brevità delle corse è improbabile che si sia ritirato: l´allenamento approssimativo lo avrà relegato tra gli ultimi, nessuno registrò la sua presenza. «Ma se il campione di Maremma si allenasse maggiormente...», si rammarica l´estensore dell´articolo. Poi Porciatti sparisce e questo è un altro tipo di mistero. I nipoti ritengono che sia morto negli anni precedenti la guerra del ”15-’18. Il figlio Nicola divenne un membro autorevole della milizia fascista ad Anzio, poi i bombardamenti dello sbarco americano distrussero la casa e le memorabilia di Angelo. «Prese parte in questi giorni...», ripete solennemente Marco Impiglia, che è riuscito a piazzare alla partenza delle gare di Atene un italiano venuto dall´Italia. CORRADO SANNUCCI