Varie, 16 luglio 2008
ROSSI
ROSSI Davide Torino 7 agosto 1970. Violinista. Compositore. Arrangiatore. «[...] ha lasciato il nostro Paese nel 1994 per cercare fortuna all’estero. Il classico talento in fuga, insomma. Spinto verso l’Inghilterra da Robert Fripp in persona: ”Due anni prima mi ero diplomato al Conservatorio, frequentato sia a Torino che a Milano per seguire il maestro Ivan Krivensky. Nel frattempo avevo studiato quattro anni con Fripp, proprio per imparare a conciliare la formazione classica con la mia passione per il pop e per il rock. Quando mi disse di andare a Londra non ci pensai due volte. All’inizio mi mantenevo facendo il portiere di notte e suonando ai matrimoni irlandesi”. Il ragazzo continua a studiare, frequenta anche un seminario di due settimane tenuto da Karl Heinz Stockhausen e intanto bazzica l’ambiente degli studi di registrazione, dove uno bravo come lui con la ”violectra”, il violino elettrico, non ha difficoltà a trovare impieghi saltuari. Fino all’incontro giusto, quello con il gruppo elettropop Goldfrapp, che lo inserisce nel suo organico live, di cui tuttora fa parte. I tour con la band sono proficui, a volte forieri di incontri fatali: ”Anche nel caso dei Coldplay le cose sono nate così. Aprivamo un loro show, nel camerino si fece comunella e mi trovai a suonare il violino mentre Chris Martin zompava letteralmente sul piano. Ci lasciammo con l’intento generico di fare qualcosa insieme in futuro. Non ci pensavo più, quando Chris mi ha chiamato sul serio. Abbiamo lavorato un anno e mezzo con Brian Eno tra New York e Londra, io ho scritto e prodotto tutte le parti per archi, e suonato in alcuni brani. Viva la Vida, la canzone da cui prende il titolo l’album, è quella con la sezione d’archi più imponente ed è stata anche l’ultima incisa”. Quando iniziò a suonare a Torino con gli Statuto e con i Difference di Max Casacci, ora leader dei Subsonica, Davide era così giovane da sembrare una mascotte, prima che un musicista: lo chiamavano Junior, anche se di lì a poco avrebbe prestato il suo tocco di violino ad Africa Unite, Mau Mau, Casino Royale, Afterhours, Vinicio Capossela, Bluvertigo e Cristina Donà. Adesso è un padre di famiglia, oltre che un artista richiesto in tutto il mondo: ”Vivo a Copenaghen, mia moglie Myne è danese e abbiamo due bimbi, Viola di quasi sei anni e Leonardo di nove mesi. Quella è la base, dopodiché il lavoro mi porta a viaggiare spesso, sia per i tour dei Goldfrapp sia per i tanti impegni negli studi londinesi”. E che impegni. Mentre terminava il disco dei Coldplay, Rossi teneva anche un piede in Danimarca per produrre il cd dei Royksopp, senza perdere di vista a Londra gli archi del primo album solista di Siouxsie, Mantaray [...] E senza dimenticare le band nostrane che gli chiedono il valore aggiunto di un suono davvero europeo. Tra queste, i La Crus si sono avvalsi del vecchio amico per il loro disco d’addio, Io non credevo che questa sera. Un’esperienza entusiasmante, come racconta il cantante Joe Giovanardi: ”Davide è arrivato al mattino, ha creato tre postazioni come sul quadro di un orologio. All’altezza delle 9 i primi violini, sul mezzogiorno le seconde file, verso le 15 gli archi di terza fila. Poi ha percorso le tre basi in senso orario, e alla sera il lavoro era fatto”. Proprio mentre era all’opera in studio con un altro gruppo italiano, gli Hana-B, Rossi ha ricevuto un’altra visita illustre: ”Senza preavviso è venuto a cercarmi Nick McCabe, il chitarrista dei Verve. Ho sospeso per qualche minuto il lavoro con i ragazzi, ci siamo parlati per strada e abbiamo raggiunto subito un accordo. La settimana dopo ero in sala con Richard Ashcroft che mi urlava i testi mentre io ci davo dentro con la mia violectra [...]”» (Paolo Ferrari, ”La Stampa” 16/7/2008).