Claudio Sabelli Fioretti, La Stampa 15/7/2008, pagina 36, 15 luglio 2008
Corsivo La Stampa, martedì 15 luglio Chiedere che venga assegnato il premio Nobel per la Pace a Ingrid Betancourt, lasciatemelo dire, è una boiata pazzesca
Corsivo La Stampa, martedì 15 luglio Chiedere che venga assegnato il premio Nobel per la Pace a Ingrid Betancourt, lasciatemelo dire, è una boiata pazzesca. Si tratta di uno di quegli anfratti della società dello spettacolo dove noi accettiamo, come fossero un obbligo morale o un dovere civico, delle azioni meravigliose e di grande visibilità. politicamente corretto, stupendamente virtuoso. Si può negare una gratificazione mondiale a una donna che ha tanto sofferto? Non fa male a nessuno e ci fa sentire più buoni. Eppure è una boiata pazzesca. Ingrid merita molto di più e non un semplice automatismo della coscienza collettiva. Ingrid merita la stima incondizionata e consapevole di tutti. Merita la nostra ammirazione e la nostra simpatia. Merita soldi e successo. Merita le più alte cariche del suo Stato. Ma non merita un riconoscimento che non c’entra nulla con la sua vicenda. Esiste il Nobel per la Sofferenza? Diamoglielo. Ma considerare il Nobel per la Pace un contentino da dare a coloro ai quali vogliamo bene è un nonsenso. Milioni di persone sopportano enormi sofferenze senza avere una vicenda mediaticamente e simbolicamente eclatante. Nessuno li propone per il Nobel per la Pace. Il Nobel per la Pace ad Ingrid Betancourt fa parte di quella zona di paccottiglia che ormai è diventata luogo comune. Come dare la laurea honoris causa ai campioni dello sport ed alle pop star. Vogliamo dire che siamo riconoscenti a Valentino Rossi e a Lucio Dalla? Perfetto: andiamo in tribuna a vedere i Gran Premi o negli stadi ad assistere ai concerti. Osanniamoli. Facciamoli diventare miliardari. Nominiamoli cavalieri e commendatori. Ma la laurea è frutto di studi e di esami, di estati passate a sudare sui libri e di sacrifici economi. E anche ammesso che si debbano dare lauree honoris causa, bisogna darle a persone che hanno raggiunto nella vita conoscenze ed esperienze pari e superiori a quelle che la laurea se la sono conquistata. La laurea si dà a chi studia, il Nobel per la Pace a chi ha contribuito alla pace nel mondo. E già che ci siamo: la smettiamo di applaudire ai funerali? Il morto non ci sente più. E anche se ci sentisse ci pregherebbe di lasciarlo andare via in silenzio. Gli applausi riserviamoli a Valentino Rossi e a Lucio Dalla. Se li meritano. Subissiamoli di applausi affinché dimentichino di andare a caccia della laurea honoris causa. Claudio Sabelli Fioretti