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 2008  luglio 15 Martedì calendario

La Stampa, martedì 15 luglio Il nuovo consigliere della Compagnia di San Paolo riceve a Moncalieri, nella dépendance di un ospedale, e davanti alla porta ha due cani enormi che ululano appena qualcuno si avvicina

La Stampa, martedì 15 luglio Il nuovo consigliere della Compagnia di San Paolo riceve a Moncalieri, nella dépendance di un ospedale, e davanti alla porta ha due cani enormi che ululano appena qualcuno si avvicina. una persona protetta e anche prima di questo incarico potente. Ha una laurea in sociologia e un master in scienza del comportamento preso a Miami. Ed è una suora, suor Giuliana Galli. Per una vita si è occupata di volontariato, cioè un mondo che inizia dove il bisogno di soldi finisce, «dopo aver concluso il lavoro di cittadino», corregge lei, che si è scontrata con il bisogno di denaro tardi, perché prima aveva altro da fare. Gestire la comunità del Cottolengo, trovare ed educare le persone giuste e non solo disponibili a passare il tempo con uomini e donne problematici. Per 26 anni suor Giuliana si è concentrata su questo, dentro confini che ha sempre allargato e ora che la burocrazia è entrata nel suo regno lei si è spostata altrove. «Oggi, il volontariato è anche una questione di scartoffie. Ero abituata alla messa in opera della risorse: ho uno disponibile e lo sposto dove mi serve. Adesso è più complicato e poi era un campo dissodato, possono continuare altri». Lei è impegnata nella ricerca e nel 2001, insieme con Francesca Vallarino Gancia, ha creato Mamre: una onlus che si occupa di integrazione. Dentro questo universo solidale è entrata la Banca San Paolo tramite una segnalazione del sindaco di Torino, Sergio Chiamparino: «Detto così suona ufficiale, in realtà l’idea è nata con una chiacchierata. Dopo mesi dal primo accenno ho incontrato il sindaco al Salone del libro e mi ha detto che il progetto proseguiva». Ha iniziato a controllarlo, leggendo sui giornali le notizie sul nuovo consiglio e dopo un informale incontro con Angelo Benessia, neo presidente della Compagnia San Paolo, mercoledì scorso ha firmato la nomina. Lo scontro frontale con il concetto di soldi risale a 5 anni fa: «Con una mia pupilla ho messo su un piccolo centro per la cura del disagio mentale degli immigrati, partiti con una tantum ho dovuto cercare entrate fisse. Nuove prospettive e nuove problematiche, ma non è che io pensi di arrivare in San Paolo come il salvatore dell’umanità. So che non si accolleranno tutti i bisogni che proverò a mettere sul tavolo e anche che le necessità delle città sono più di quelle che interessano a me. Non mi faccio illusioni. Vado a vedere di che si tratta e se non funziona: dietrofront. Non c’è ancora stata una riunione e la definizione di suor banca mi sembra azzardata». Alle parole ci tiene parecchio, le pesa prima di pronunciarle e le cambia quando non la convincono. Sorella banca le suona come un’esagerazione inconsistente, poi però ci gioca e ripete: «Vediamo, bisogna capire se esiste un passaggio. C’è un fondamento comune da cui partiremo, San Paolo ha nel suo statuto l’interesse per la solidarietà. semplice: se potrò dire o negare una parola rispetto ai progetti presentati bene, altrimenti è tempo perso. Non mi aspetto che il fatto di essere una suora spalanchi porte chiuse». Ha un rapporto con il potere troppo articolato per presentarsi a fare prediche dentro il consiglio di una banca. Parla di «giustizia solidale» e di «società mobile», termini laici che sfodera con sorrisi e sicurezza perché sa bene chi è non ha bisogno che di appiccicare il marchio suora a ogni discorso: «Sono religiosa, cittadina italiana e donna. I tre livelli coesistono. La scelta religiosa non nasconde e non cancella il resto». Ha preso i voti a 23 anni e il padre le ha chiesto: «Sarai capace di obbedire?». No, almeno non in modo integralista: «Si può discutere, oggi più di ieri». La discussione è uno dei suoi punti forti. Anni fa, più di un politico ha cercato di fermare una mostra fotografica, «Compagni di viaggio silenziosi». Ritratti degli ospiti del Cottolengo scattati da Andrea Vallerani, entrato al Cottolengo prima come volontario e, solo dopo 9 mesi di lavoro, autorizzato a fare il fotografo. Quando ha visto le immagini, Suor Giuliana, accompagnata da Marella Agnelli, ha cercato sponsor per l’allestimento: respinte. «Un politico locale e un pezzo grosso a Roma mi hanno risposto che quelle foto dovevano restare dentro il Cottolengo, anzi mi è stato chiesto se avevo il permesso di farle uscire». Ovviamente sono uscite, hanno girato l’Italia e uno dei due politici, anni dopo, si è candidato invano come sindaco di Torino. La politica non spaventa la suora consigliere, detesta Bush ed è stata a sentire Veltroni quando si è presentato a Torino come leader del Pd: «Un programma interessante. Bisogna poi vedere nel concreto cosa ne sarebbe uscito. Non è il mio mondo, certo è che che tra Wanda Osiris e De Gasperi preferisco il secondo». Ed è certo anche il suo mondo non finisce alla porta dell’ospedale con i due cani di guardia e non finirà dentro il consiglio generale di San Paolo. Una giornata a passeggiare nel parco australiano del «buen retiro» leggendo e ascoltando Mozart, Schumann e Schubert suonati da un gruppo di concertisti di Sydney. Così papa Benedetto XVI ha recuperato lo sforzo del viaggio e il cambiamento di otto fusi orari preparandosi all’incontro con i ragazzi nella Giornata mondiale della gioventù, mentre continua ad aumentare il numero di ragazzi in arrivo in Australia. «Non ci sono problemi per la salute del Pontefice», assicura il direttore della sala stampa vaticana, padre Lombardi. Giulia Zonca