Francesco Moscatelli, La Stampa 15/7/2008, pagina 15, 15 luglio 2008
La Stampa, martedì 15 luglio Google mette il camice bianco. E come un vero medico, sebbene virtuale, promette di dare il suo contributo alla lotta contro le malattie
La Stampa, martedì 15 luglio Google mette il camice bianco. E come un vero medico, sebbene virtuale, promette di dare il suo contributo alla lotta contro le malattie. Si chiama HealthMap ed è l’ultima creatura figlia di GoogleMap e GoogleEarth, i programmi di mappatura satellitare che hanno rivoluzionato il rapporto fra gli utenti di internet e la geografia. Basta digitare l’indirizzo www.healthmap.org/en e chiunque può accedere a un’immensa banca dati, aggiornata in tempo reale, che raccoglie tutte le notizie relative a malattie, infezioni e focolai epidemici. In qualunque angolo del pianeta. Il servizio è gratuito, a finanziarlo ci pensa la stessa Google con 450 mila dollari ed è stato realizzato grazie alla collaborazione con la Harvard University e con il «Boston Children’s Hospital». Ad accogliere i navigatori virtuali ci pensa un planisfero satellitare. Una bandierina, colorata di giallo, arancione o rosso a seconda della gravità dei casi, permette di individuare con precisione i luoghi interessati dalle epidemie. Un click e sul monitor si apre una pagina con tutti i dettagli. Qualche esempio? Il 7 luglio è stato registrato un caso di contaminazione da antrace nella regione kazaka del Qyzylorda: un allevatore di cavalli di 35 anni è tuttora sotto osservazione medica. Oppure il 10 luglio è stata segnalata un’invasione di formiche gialle a Townsville, nell’Australia nord-orientale. Ma non manca nemmeno un focolaio di salmonella italiano: 13 turisti inglesi sono stati ricoverati, in provincia di Brescia, perché colpiti da una forma strana e virulenta della malattia dopo una cena a base di pesce in albergo. La notizia è corredata dal commento del capo reparto che li ha avuti in cura, da una breve spiegazione del virus in questione e da un elenco di casi analoghi, dall’Argentina alla Repubblica Dominicana. Il sistema funziona proprio come un motore di ricerca: raccoglie segnalazioni da 14 fonti diverse, che a loro volta macinano gli input provenienti da più di 20 mila siti internet, ed è sempre in contatto con l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che garantisce l’attendibilità delle informazioni. Un software, poi, permette di filtrare in modo automatico eventuali notizie già pubblicate, in modo da non intasare il sistema. Vengono consultate sia le fonti ufficiali dei Ministeri della Salute e delle istituzioni regionali, sia gli organi di informazione nazionali e locali. Ma anche blog e forum gestiti da privati cittadini. Nelle aree meno coperte dai media, come le regioni interne dell’Asia, il Sudamerica o alcuni Paesi africani, prossimamente verrà attivata persino una rete di corrispondenti. L’interfaccia, per il momento, è disponibile nelle versioni in inglese, spagnolo, francese, russo e cinese, e permette di effettuare ricerche ordinate in base ai Paesi, alle malattie e agli eventuali sintomi. «Il Web può giocare un ruolo molto importante nella scoperta di nuove epidemie e nel monitoraggio di quelle già in corso - spiega John Brownstein, responsabile del progetto -. In rete ci sono molte notizie sulla sanità pubblica. La nostra idea era di renderle accessibili a tutti in modo chiaro». Il sistema, infatti, che all’origine era stato pensato per facilitare medici e ricercatori nel lavoro di monitoraggio e gestione delle crisi, è già candidato a entrare nella lista «preferiti» di turisti e globetrotter. Che con un semplice movimento di mouse possono scoprire la situazione sanitaria che li attende appena scesi dall’aereo e prendere tutte le precauzioni necessarie. «Attenzione però - mette in guardia la dottoressa Emanuela Zamparo, presidente della Società italiana di Medicina dei viaggi e delle migrazioni - Bisogna guardare quest’opportunità con occhio critico. Le epidemie non sono l’unico fattore di rischio. Rimane fondamentale, tre o quattro settimane prima della partenza, passare da un centro di medicina dei viaggi per le eventuali vaccinazioni. E non sottovalutare i comportamenti a rischio, legati all’alimentazione e ai rapporti sessuali». Il rischio, come in tutti gli altri campi in cui Google mette lo zampino, è quello di considerarlo alla stregua di un nuovo oracolo di Delfi. O peggio, di una panacea universale. Francesco Moscatelli