varie, 15 luglio 2008
FARE 11/7/2008
Ucciso padre sindaco del Napoletano
Agguato in spiaggia a Calvizzano
Il padre del sindaco di Calvizzano, Raffaele Granata, 70 anni, è stato ucciso in un agguato in uno stabilimento alla Marina di Varcaturo, sul litorale domizio. Granata, che gestiva uno stabilimento balneare, è stato raggiunto da due sicari a bordo di una moto di grossa cilindrata che gli hanno esploso contro diversi colpi di arma da fuoco. Sul fatto indagano i carabinieri. Per il figlio si tratta di un tentativo di estorsione finito male.
"Dopo 70 anni di sacrifici e lavoro è stato massacrato da porci assassini, che la pagheranno cara, dovessero passare anche cento anni" è lo sfogo è di Giuseppe Granata, 38enne avvocato.
Il padre, Raffaele Granata, si era svegliato presto, come ogni mattina, e stava sistemando nel ripostiglio le bibite appena consegnate in vista del week-end, quando, improvvisamente, una moto è entrata dal cancello e due sicari lo hanno ucciso, sparandogli addosso almeno cinque colpi di pistola. Colpi che sono risuonati nel silenzio del litorale di Varcaturo, a una ventina di chilometri da Napoli: erano le 8.30 del mattino, i primi bagnanti, una decina, si erano già sistemati sotto gli ombrelloni del lido La Fiorente, di cui il 70enne Granata era proprietario e gestore da circa 30 anni.
Dalla spiaggia, dopo qualche secondo di sgomento, sono accorsi i bagnanti, i bagnini e tanti curiosi. "Ho sentito almeno cinque colpi - racconta Antonio, che vende il cocco nei lidi della zona - ho capito subito che erano spari. Sono corso qui e ho visto Raffaele a terra, accanto alla porta del ripostiglio, in un lago di sangue".
Un delitto efferato visto che Raffaele Granata è stato colpito anche in volto: "Mio padre è stato ucciso da porci, che la pagheranno", ripete piangendo Giuseppe, il più grande dei quattro figli di Raffaele. Fa il penalista, dallo scorso aprile è sindaco di Calvizzano. E’ stato a lungo sentito dal pm Cesare Sirignano della Dda di Napoli al quale ha raccontato del tentativo di estorsione della scorsa settimana, che ha probabilmente portato all’omicidio.
"Una settimana fa - racconta Giuseppe - della gentaglia era andata al lido da mio padre per l’ennesimo tentativo di estorsione. Ne aveva subiti tanti, aveva sempre detto di no, e quindi non era preoccupato, era solo guardingo come al solito". Non si aspettava una reazione così feroce Raffaele Granata che infatti in questi giorni continuava a dormire come sua abitudine durante l’alta stagione nella piccola casa proprio di fronte al lido, per poter cominciare a lavorare presto al mattino: l’età si faceva sentire e non voleva dover guidare ogni giorno da casa sua a Mugnano fino a Varcaturo.
"Mio fratello è sempre stato una persona retta, con la passione per il lavoro", racconta Mario Granata, fratello della vittima, pediatra a Marano. "Facendo l’imprenditore aveva sempre subito richieste di estorsione, ma non si era mai piegato". Anzi, una volta, circa dieci anni fa, aveva anche reagito, cacciando via con la forza gli estorsori dal suo lido. E nel 1992, insieme ad altri operatori balneari di Varcaturo, aveva denunciato chi andava a chiedere il pizzo, dando il via a una inchiesta che aveva portato all’arresto e alla condanna di tre persone.