Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  luglio 12 Sabato calendario

CECCAMEA

CECCAMEA Francesco Vetralla (Viterbo) 8 dicembre 1978. Scrittore. Nel 2008 ha pubblicato Silenzi vietati (Avagliano) • «[…] una biografia che sembra fatta per stare in una quarta di copertina (nato a Vetralla nel ”78, diplomato in ragioneria, ha lavorato in un’agenzia di pompe funebri e poi come ”segretaria” in un laboratorio di analisi, quattro anni di università e zero esami), un esordio narrativo che non si allontana mai dal suo ombelico, ma che mostra una grande originalità. E non solo per la struttura del libro, una serie di email inviate al suo vecchio professore, che guarda caso è Massimo Onofri, oggi docente universitario e brillante critico, protagonista di episodi, riflessioni, sogni dell’autore (nei quali a volte vanno insieme a transessuali, altre seppelliscono qualcuno, altre ancora fuggono dal critico Arnaldo Colasanti). Qui tutti, protagonisti e comprimari, hanno nomi e cognomi in una sorta di ”reality letterario” come lo ha definito lo stesso Onofri, che ha seminato lo scompiglio a Vetralla e dintorni [...]» (Cristinia Taglietti, ”Corriere della Sera” 23/4/2008) • «[...] Il romanzo, che Mario Baudino ha efficacemente definito ”romanzo di sformazione” e Lidia Ravera un ”reality book”, ha fatto scandalo perché racconta con irridente precisione un piccolo mondo di provincia, quello di Vetralla, un paesotto del Viterbese. L’autore mette in piazza, in forma epistolare [...] vizi (tanti) e virtù (quasi nessuna) di parenti e concittadini senza preoccuparsi di camuffarne le identità. [...] Novella 2000 [...] riferisce dello scompiglio provocato dal libro fra i vetrallesi. Il protagonista del romanzo, che ha lo stesso nome dello scrittore e gli somiglia quasi in tutto, è un ragazzo sessualmente bloccato, vergine fino ai 28 anni, deluso da una scuola di scrittura e perciò finito preda di un analista molto discutibile. Il fatto, come si sarà capito, è che la madre del protagonista (devota a padre Pio fino al grottesco) è la madre di Ceccamea; quella vecchiaccia insopportabile della nonna è sua nonna; la sorella tossica, Alessandra, è sua sorella; la ragazza del bar su cui si affollano le fantasie erotiche del protagonista è proprio quella di Vetralla e il suo fidanzato è geloso davvero. Così l’autista sciupafemmine della Cotral, di cui si raccontano le mitiche performance sessuali itineranti, è davvero Emanuele, fotografato di spalle su Novella 2000. Un esercito di persone, diventate loro malgrado personaggi e incavolate nere. Tutto previsto, probabilmente, comprese le minacce di querela. Del resto, la letteratura è stata spesso vittima del codice penale. Sotto processo finirono Pasolini, Bianciardi e molti altri. [...] Nel caso Ceccamea c’è però un elemento nuovo, forse l’unico davvero inquietante: Mirko, il padre di Francesco, infermiere tra i più stimati del Viterbese, non ha esitato a scendere in piazza per sbandierare con fierezza le recensioni di Silenzi vietati (che pare non abbia letto temendo di commuoversi troppo). Anche lui viene descritto per quello che è: un patito della caccia capace di urla, rutti, barzellette sconce, e soprattutto un eroico gran puttaniere, donnaiolo impenitente a differenza del figlio. Se la letteratura non propone sempre grandi sorprese, la vita non finisce di riservarci le sue stranezze: altro che esultare, un padre di una volta si sarebbe arrabbiato sul serio!» (Paolo Di Stefano, ”Corriere della Sera” 19/8/2008).