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 2008  luglio 12 Sabato calendario

MATTEUCCI Fabrizio

MATTEUCCI Fabrizio Ravenna 21 febbraio 1957. Politico. Dal 2006 sindaco di Ravenna. «La strada verso una tolleranza che si avvicini il più possibile allo zero può passare anche attraverso un clic. Una fotografia. Il sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci, assieme ai vigili urbani e a qualche collaboratore, entra in azione alle prime ombre della sera. ”Ci dirigiamo verso la costa, in particolare tra il Lido di Classe e il Lido di Savio. Lì, da anni, tra la pineta e la spiaggia, lavora un folto gruppo di viados sudamericani. Si prostituiscono sotto gli occhi di tutti, bambini o anziani che siano, spesso con atteggiamenti che possono creare disagi”. Matteucci e la sua squadra arrivano in auto. Si appostano. Spengono le luci. Attendono che il flusso della clientela prenda corpo. ”E poi cominciamo a lavorare. Vengono scattate foto ai trans e ai clienti, presi numeri di targa, viene stilato un rapporto”. Raid dopo raid, l’archivio fotografico si è fatto voluminoso: ”Abbiamo raccolto alcune decine di immagini. Volti, non solo targhe. Sì, gente riconoscibile. Dove tengo le foto? In un cassetto del mio ufficio. Sotto chiave. Spero possano servire da deterrente...”. [...] Vladimir Luxuria [...] parla di ”criminalizzazione, violazione della privacy” e annuncia denunce al Garante; Marcella Di Folco, del movimento transessuale, la accusa di scopiazzare la Lega. ”Niente di tutto questo, le foto le tengo io, non le vede nessun altro. Se poi qualcuno si prende paura, meglio: c’è sempre una moglie o una fidanzata a casa...”. Non chiamatelo sindaco-sceriffo, non paragonatelo allo spigoloso Gentilini di Treviso [...] eletto [...] con percentuali extralarge (68,9%), scuola Fgci e poi diessina, ora dirigente del Pd, a capo di una giunta che arriva fino a Rifondazione e al Pri, non ama i proclami, ha toni pacati, ma quando decide una cosa di solito la fa, anche a costo di andare controcorrente. Ora scatta foto ai viados e ai loro clienti tra i viottoli dei 35 chilometri di costa (e 243 stabilimenti balneari) del Ravennate, ma è tutt’altro che un neofita in tema di ordine pubblico. Nel ”98, quando per buona parte della sinistra la parola ”repressione” era tabù, fu tra i pochi a sposare lo slogan di Tony Blair, che suonava così: ”Duri con il crimine e con le cause del crimine”. Adesso che è sindaco ci prova: ”Sono d’accordo con Veltroni – dice – quando sostiene che non bisogna scambiare per razzismo la paura dei cittadini che vedono cambiare le proprie città. Giusto favorire l’integrazione, ma guai a chi non rispetta le regole. Vale per gli stranieri come per i nostri giovani”. [...] Matteucci ci si è messo d’impegno, in questo simile a un altro sindaco ex ds specializzato in ordine pubblico, il salernitano Vincenzo De Luca. Manganelli e spray urticanti in dotazione ai vigili urbani. Fior di multe e carro attrezzi a chi ha la pessima abitudine di parcheggiare l’auto tra le dune della spiaggia di Marina di Ravenna. Divieto di alcol nelle bottiglie di vetro. Coprifuoco alcolico attorno alla stazione di Ravenna: ”Abbiamo stretto un accordo – spiega Matteucci – con i 5 negozi gestiti da extracomunitari: niente vino o liquori dopo le 17”. Ma con viados e prostitute la battaglia è più dura. ”Ci sono sempre stati e sempre ci saranno” ammette il sindaco. Che però insiste. Avanti con le ronde. E le fotografie. ”Certo, tra clienti e trans la nostra presenza non è gradita. Però la voce dei controlli si è sparsa”. L’altra arma sono le multe: ”Sono contrario a fare della prostituzione un reato: meglio sanzioni, magari doppie ai clienti”. E poi controlli ai permessi di soggiorno dei viados: ”Che spesso si spacciano per badanti”. E ai contratti d’affitto: ”Molti lavorano in casa” [...]» (Francesco Alberti, ”Corriere della Sera” 12/7/2008).