Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  luglio 11 Venerdì calendario

Paolo Berizzi per ”la Repubblica” A fare gli onori di casa è stata la sorella Salha con il marito italiano, Francesco Piccirillo, originario di Frosinone e, ufficialmente, stilista

Paolo Berizzi per ”la Repubblica” A fare gli onori di casa è stata la sorella Salha con il marito italiano, Francesco Piccirillo, originario di Frosinone e, ufficialmente, stilista. La villa tuffata nel verde, praticamente un fortino inaccessibile anche dal cielo, è protetta da sofisticati sistemi radar. Una quarantina gli ospiti. Tutti parenti, fratelli, sorelle, cognati vari. Tutti Bin Laden, dalla nascita o acquisiti. Un ritrovo di famiglia. Si sono dati appuntamento qui, forse per comodità, forse semplicemente perché è tempo di vacanze, i discendenti del clan miliardario con il cognome più ingombrante della Terra. Una riunione informale per parlare di affari; per provare a scacciare via, o almeno a diradare un po´, l´ombra del fratello «cattivo». E però l´ombra di Osama, che a marzo ha compiuto 51 anni, una quindicina di latitanza, li ha seguiti anche in questa trasferta europea. Tra stuoli di auto blindate, jet privati e panfili all´altezza del portafoglio (l´impero di famiglia è stimato in 10 miliardi di euro), i parenti del capo di Al Qaeda si sono convocati nei giorni scorsi. Nessuna emergenza, o almeno non pare. Solo l´opportunità di fare il punto sulle molteplici e redditizie attività del clan. Con in cima all´agenda una mission: sfondare nel mercato europeo non più indirettamente o attraverso filiere di prestanome, ma alla "luce del sole". Insomma: scrollarsi di dosso il più possibile il "marchio" coniato dal fratello terrorista, ripudiato da anni ma che ha finito per sconvolgere le vite di tutti gli altri eredi. Sono 53 (29 uomini, 24 donne) i discendenti che le svariate mogli regalarono al capostipite, Mohammed Bin Laden, morto in un incidente aereo nel 1967. Fu lui, il padre di Osama, un tempo facchino e poi imprenditore edile, a fondare nel 1950 il Saudi Bin Laden Group (Sbg), il pozzo di famiglia. Sbg iniziò a prosperare grazie a un accordo coi reali sauditi per la manutenzione delle moschee della Mecca e di Medina. Sedi a Beirut, Cairo, Amman e Dubai, oggi ha 35mila dipendenti e vale 5 miliardi di dollari. Abbastanza perché i Bin Laden si possano permettere - notizia riportata dal quotidiano Sun di Londra - di lanciare un´offerta (360 milioni di euro) per comprare il club inglese del Newcastle. Un giocattolo, se l´affare (smentito dagli inglesi) dovesse andare in porto. Anche di calcio si sarebbe parlato nella dimora monegasca di Salha Bin Laden. L´interesse del gruppo per il football va inquadrato proprio in quest´ottica: uno sdoganamento dei Bin Laden nell´empireo economico finanziario del vecchio continente. In Europa di fratelli di Osama ce ne sono già. E godono di ottima fama. Yeslam Bin Laden, passaporto svizzero, è banchiere e numero uno della Saudi Investment Company. Vive a Ginevra. La sorella Salha, patrimonio personale di 200 milioni, nell´89 si è europeizzata sposando negli Usa l´emigrante ciociaro Francesco Piccirillo. Da Londra, Lugano e Parigi passano spesso, per affari, gli altri fratelli: Abdullah, uscito dall´università di Harvard dove è dirigente di una multinazionale; i "bostoniani" Ahamed, Saad e Newaf che in città possiedono decine di appartamenti a Flagship Wharf. E poi Tariq, fama di playboy, proprietario di una catena di farmacie. Nel Principato nessuno - se non altro per il portafoglio - oserebbe mai farli sentire ospiti sgraditi. A ciascuno dei figli il babbo ha lasciato in eredità un bel gruzzolo: il 2,7% ai maschi (compreso, ovviamente, il futuro leader di Al Qaeda) e l´1% alle femmine. Ognuno ha investito. Si dice che nell´esercito di fratelli quello che se la passa meno bene - anche da un punto di vista economico - sia proprio il più tristemente celebre. Dallo sceicco del terrore i familiari hanno preso le distanze, almeno ufficialmente, ancora prima dell´attentato del 2001 alle Torri Gemelle. Da quando, è il 1996, lancia il primo "fatwah", editto religioso in cui invita i musulmani a uccidere i soldati americani in Arabia Saudita e in Somalia. Quando nell´88 muore (anche lui in un incidente aereo, nel Texas) il fratello maggiore Salim che controllava l´azienda di famiglia, Osama sta combattendo contro i russi sulle montagne dell´Afghanistan. Da lì in poi radicalizza l´odio contro gli Usa e contro il suo stesso Paese considerato «troppo poco islamico». Il resto è storia recente. L´impero dei Bin Laden, intanto, si allarga. Tra le attività certificate, oltre alle società di costruzioni, ci sono: una conceria, un´azienda di panificazione, una di produzione di mobili, un allevamento di bestiame, la Bank of Zoological Resources, una flottiglia di barche da pesca, la Gum Arabi Comany Limited in Sudan, un allevamento di ostriche, una flottiglia di barche per la pesca di gamberetti in Kenya, azioni della Al-Shamal Islami Bank, vasti tratti di foreste in Turchia, società agricolein Tagikistan, holding finanziarie, società di investimento di capitale,banche e società diimport-exportin Europa e negli Stati Uniti, industrie del legno e della carta in Norvegia, di apparecchiature ospedalierein Svezia,proprietà immobiliaria Boston, Londra, Parigi e in Costa Azzurra.