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 2008  luglio 18 Venerdì calendario

Sarà una sorta di class action promossa, anche all’estero, dai cittadini milanesi. Un’iniziativa mai vista la futura causa contro quattro banche internazionali (Depfa, Deutsche Bank, Jp Morgan e Ubs) che stipularono nel 2005 un maxiderivato da 1,6 miliardi di euro con l’amministrazione comunale di Milano, allora guidata da Gabriele Albertini

Sarà una sorta di class action promossa, anche all’estero, dai cittadini milanesi. Un’iniziativa mai vista la futura causa contro quattro banche internazionali (Depfa, Deutsche Bank, Jp Morgan e Ubs) che stipularono nel 2005 un maxiderivato da 1,6 miliardi di euro con l’amministrazione comunale di Milano, allora guidata da Gabriele Albertini. Al momento le perdite potenziali su quel derivato (durata 30 anni) superano i 300 milioni di euro. E la complessa vicenda ha avuto un sussulto dopo la formalizzazione dell’accusa di truffa nei confronti di sei dirigenti delle banche (tra cui Gaetano Bassolino, figlio del governatore della Campania) e le relative perquisizioni. L’esposto, presentato da due consiglieri comunali del Pd, Davide Corritore e Fabrizio Spirolazzi, è arrivato alla procura della Repubblica di Milano (come già anticipato da Panorama 19 del 7 maggio scorso). L’iniziativa antibanche del comune è bipartisan: la giunta comunale, ha dichiarato il sindaco Letizia Moratti, intende associarsi all’azione che vuole promuovere l’opposizione. Come si svilupperà questa particolare class action? «Stiamo definendo il modello giuridico per consentire a migliaia di persone di costituirsi collettivamente parte civile, anche in Gran Bretagna, dove hanno sede le banche» anticipa a Panorama Corritore. «Probabilmente ci sarà un veicolo specifico, con il patrimonio del Comune di Milano come beneficiario. Penso che arriveremo all’obiettivo finale: annullare i contratti». Click here to find out more! In realtà il contratto del 2005 è stato più volte rinegoziato e, in occasione di ognuna delle sei operazioni per ristrutturare il maxiderivato, le banche hanno aumentato notevolmente i loro guadagni, superando complessivamente i 73 milioni di euro, secondo i calcoli di Corritore e Spirolazzi. Nel frattempo è stato formalizzato l’incarico ai consulenti esterni Nicolino Cavalluzzo, Paolo Chiaia e Cesare Conti che entro il 28 luglio devono dare un parere normativo e finanziario al comune: la loro consulenza costerà 39.220 euro. Un investimento con cui si possono risparmiare 300 milioni? «Sì, sarebbe un effetto leva piuttosto forte…» sorride Manfredi Palmeri (FI), presidente del consiglio comunale di Milano. Uno dei punti su cui si prepara la battaglia legale riguarda le cosiddette asimmetrie informative tra banche e comune: i derivati sono contratti molto complessi, tanto che la legge inglese li ha vietati agli enti locali, considerandoli non dotati della necessaria competenza finanziaria. «Data la particolarità di questi strumenti finanziari, le banche hanno il dovere di informare più e meglio» sostiene Palmeri «e gli enti locali hanno il dovere di informarsi più e meglio. Serve una nuova normativa che identifichi regole ancora più chiare e tutelanti per comuni e province nei confronti di tutti gli altri soggetti coinvolti, a partire dai grandi intermediari finanziari». Tra l’altro, sembra che ad autorizzare le rinegoziazioni dei derivati al Comune di Milano siano stati solo alcuni dirigenti, senza passaggi in giunta né in consiglio comunale. Dagospia 11 Luglio 2008