Il Sole 24 Ore 7 luglio 2008, Eleonora Della Ratta Fabrizio Patti, 7 luglio 2008
Il made in Italy conquista la città olimpica. Il Sole 24 Ore 7 luglio 2008 Nel medagliere olimpico l’Italia ha già oltre 40 nomi, quelli delle aziende che l’8 agosto saranno a vario titolo presenti a Pechino
Il made in Italy conquista la città olimpica. Il Sole 24 Ore 7 luglio 2008 Nel medagliere olimpico l’Italia ha già oltre 40 nomi, quelli delle aziende che l’8 agosto saranno a vario titolo presenti a Pechino. Anche se non ci saranno imprese italiane tra i grandi sponsor della manifestazione, il made in Italy è un po’ ovunque e per trovarlo basta visitare il villaggio olimpico: appena atterrati al terminal 3 dell’aeroporto progettato da Norman Foster spiccano pavimenti e rivestimenti rifiniti con 15mila tonnellate di marmo lavorato dalla Margraf di Chiampo, in provincia di Vicenza. Se poi per muoversi si utilizzano i mezzi pubblici attivati per l’occasione è bene sapere che dietro ci sono molte mani italiane: a cominciare dalla consulenza per il piano del trasporto pubblico che le autorità locali hanno chiesto all’Atac di Roma. Impressionati dalla capacità di gestire l’emergenza in occasione della morte di Giovanni Paolo II, i cinesi hanno deciso di chiedere un aiuto all’azienda romana. In seguito a un accordo tra il ministero dell’Ambiente italiano e quello cinese, è nata una commessa di 7,5 milioni di euro che ha interessato una cordata formata, oltre che da Atac, anche da altre aziende tra cui la Thetis di Venezia. Innovazione per l’ambiente Il rispetto per l’ambiente è una delle priorità per la municipalità di Pechino e soluzioni ecologiche sono state chieste a molte imprese italiane: per la rilevazione della qualità dell’aria, ad esempio, la Faam di Monterubbiano, in provincia di Ascoli Piceno, ha fornito 35 veicoli elettrici "Smile", che in alcuni casi serviranno anche per il semplice trasporto. Per i servizi idrici, invece, hanno voluto la consulenza della Smat, che gestisce il sistema idrico di Torino. Per scaldare l’acqua di 42 palazzine dell’intero villaggio Olimpico sono stati installati pannelli solari, progettati e realizzati dalla Mts del gruppo Merloni: si tratta di una delle commesse più consistenti che il sistema Italia si è aggiudicato, per un valore di 8 milioni di euro. Anche le infrastrutture hanno un tocco italiano, a cominciare dal simbolo dei giochi: la pavimentazione dell’International Stadium, noto come «Nido d’uccello» è stata fornita dalla Kerakoll: «Avevamo lavorato per i Mondiali per l’Allianz Arena di Monaco e quello è stato uno dei nostri biglietti da visita – spiega Gianluca Sghedoni, ad dell’azienda modenese – poi grazie al nostro distributore in Cina abbiamo avuto il contatto e ottenuto una commessa di 350mila euro: il vero valore sarà nel ritorno di immagine che avrà la nostra azienda». Si è appoggiata al proprio rappresentante cinese anche Piscine Castiglione che ha realizzato la piscina dove si disputeranno le gare di pallanuoto e pentathlon moderno: «Non è stato facile lavorare in Cina - spiega Annalisa Colletto, dirigente della società - ci sono volute settimane per ottenere un’autorizzazione. A renderci il lavoro più facile – continua – è stato l’aiuto di un nostro consulente, Johnny Li, ex nuotatore e commentatore alla tv cinese». Minori difficoltà per la Mondo che con Pechino raggiunge quota nove olimpiadi: tante volte ha messo in posa la propria pista di atletica che, per questa edizione, ha fruttato una commessa di 5 milioni di euro. Il prossimo 8 agosto nella cerimonia di apertura non mancheranno naturalmente i fuochi di artificio, da sempre specialità del Paese del dragone. Ma anche in questo caso a fare da maestri saranno italiani, i fratelli Vaccalluzzo dell’azienda catanese Pirotecnica che hanno ricevuto i colleghi del colosso cinese Lidu per un corso di formazione e forniranno il sistema elettronico che permette di coordinare la sequenza dei giochi. La parte artistica, sia per la cerimonia di apertura che di chiusura, è stata affidata alla Film Master di Milano, che già aveva curato i Giochi invernali di Torino 2006. E non poteva mancare lo stile dell’abbigliamento made in Italy: la Montezemolo di Prato vestirà nelle cerimonie le delegazioni ucraina e russa, con in testa il premier Putin, mentre la genovese Freddy ha prodotto tutto l’abbigliamento per il tempo libero delle federazioni italiane. Anche per l’abbigliamento tecnico e le attrezzature sportive l’eccellenza italiana si distingue: ci faremo valere soprattutto nel nuoto, nel ciclismo, nella scherma, nella vela e nel tiro al poligono e al piattello, con piccole aziende così come con i colossi sportivi del trevigiano (si vedano le schede a fianco). Soli a Pechino Chi ha partecipato a gare per impianti o forniture ha avuto che fare con la burocrazia cinese. In mancanza di uffici sul posto, varie aziende hanno lamentato difficoltà: la Dispotech di Chiavenna, per esempio, racconta di aver prima ottenuto il via libera dal comitato organizzatore per inviare gratuitamente il proprio prodotto, ghiaccio secco, ma di non aver in seguito avuto più notizie. La Image Design e Studio di Torino, che allestisce il villaggio Budweiser (uno degli sponsor dei giochi), come aveva già fatto per le Olimpiadi invernali del 2006, sottolinea la mancanza di assistenza delle autorità italiane. «Ci siamo trovati abbandonati dai servizi italiani – spiega Vittorio Regis, titolare dello studio ”, mentre gli altri Paesi hanno strutture che aiutano. Quando abbiamo avuto un problema con i visti, l’Ambasciata ci ha detto di arrangiarci e siamo andati alla polizia da soli, con l’aiuto di alcune persone disponibili». Disagi che l’Istituto per il commercio estero (Ice) di Pechino prova a spiegare: «Credo che la responsabilità ricada sulle istituzioni cinesi – dice Alessandro Gerbino, vice-direttore dell’ufficio Ice di Pechino – che sono state ermetiche nei mesi di maggio e giugno e non hanno dato comunicazioni alle rappresentanze straniere. Quanto all’isolamento delle aziende, l’Ice ha raccolto e distribuito informazioni sulle gare, sebbene la Cina ponga ancora ostacoli di tipo linguistico. Faccio però notare che anche per partecipare a una gara a Bruxelles occorre avere un consulente sul posto». Eleonora Della Ratta Fabrizio Patti