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 2008  luglio 10 Giovedì calendario

Supereuro manda in rosso i conti di Benedetto XVI. La Stampa 10 luglio 2008 Nove milioni di euro di disavanzo: primo bilancio in rosso per Benedetto XVI

Supereuro manda in rosso i conti di Benedetto XVI. La Stampa 10 luglio 2008 Nove milioni di euro di disavanzo: primo bilancio in rosso per Benedetto XVI. «Paghiamo in euro e investiamo in dollari, quindi la congiuntura internazionale ci ha provocato una crisi che non è immobiliare ma finanziaria. Bisogna cambiare strategia e fare investimenti in euro», spiegano alla Prefettura degli affari economici della Santa Sede. Per la prima volta da tre anni, cioè dall’elezione di Joseph Ratzinger, le uscite vaticane superano le entrate a causa, secondo il consuntivo annuale, della situazione finanziaria internazionale, dei valori di cambio del dollaro, del deficit di Radio Vaticana-Osservatore romano e del calo nelle donazioni dei fedeli (-12 milioni di euro). Il bilancio consolidato per il 2007, suddiviso in attività istituzionali, finanziarie, immobiliari e mediatiche, registra un disavanzo netto di nove milioni di euro, dopo che negli ultimi tre esercizi si sono registrati risultati positivi per 15 milioni di euro. A portare i conti in rosso è stato soprattutto l’andamento del settore finanziario, chiuso con un avanzo netto di solo 1,4 milioni di euro contro i 13,7 del 2006: una flessione di circa 12 milioni di euro, dovuta alla brusca ed accentuata inversione di tendenza nella fluttuazione dei tassi di cambio. Insomma, colpa del supereuro. Per quanto riguarda invece l’attività istituzionale nel 2007, oltre ad altri introiti di minore entità, la massa contributiva è rimasta sostanzialmente invariata; 86.022.372 euro nel 2006 e 86.143.257 nel 2007. Positivo per 36,3 milioni di euro, invece, il risultato del settore immobiliare, superiore di 4 milioni rispetto a quello del 2006. L’incremento è legato al maggior gettito degli affitti e alle plusvalenze realizzate per la vendita di immobili. Al contrario nei mass media (Radio vaticana, Tipografia vaticana, Osservatore romano, Libreria editrice vaticana e Centro televisivo vaticano) si è registrato un saldo negativo di 14,6 milioni di euro. Tra le voci più positive c’è il flusso crescente di visitatori ai Musei vaticani, che hanno raggiunto i 4,3 milioni. L’obolo di San Pietro, che raccoglie le offerte dei fedeli al Papa, ha portato nelle casse vaticane 79,8 milioni di dollari: maggiori donatori sono Usa (28%), Italia (13%), Germania (6%). Nei contributi dalla diocesi in testa la Germania col 31%, seguita da Usa (28%) e Italia 18%. «Essendo le fonti in dollari, con il deprezzamento della moneta Usa e il supereuro ci siamo trovati scoperti - precisano al dicastero vaticano dell’Economia -.Siamo in Europa e dovremmo usare l’euro anche noi. Gli investimenti in dollari non hanno prodotto. diminuito il valore di azioni e investimenti nell’area Usa, perciò adesso i ricavi fanno acqua mentre crescono le spese per l’edilizia sacra, la opere di carità e le missioni». Nel dettaglio, sono in lieve calo gli introiti da investimenti in titoli, in aumento, invece, gli investimenti nel comparto finanziario a breve termine. Il consuntivo 2007 presentato ieri ai cardinali che compongono il Consiglio per lo studio dei problemi organizzativi ed economici della Santa Sede (una sorta di revisore del bilancio vaticano) dà conto dell’impegno finanziario sostenuto per la tutela, valorizzazione e restauro del patrimonio artistico (restauro della Cappella Paolina, interventi alle Basiliche di San Paolo fuori le mura e Santa Maria Maggiore) e dei costi sostenuti per la sicurezza all’interno della Città del Vaticano. Inoltre, aumentano i dipendenti di papa Ratzinger (più 146 in un anno). Nella Curia Romana lavorano 2.748 dipendenti (erano 2.704 nel 2006) 778 dei quali sono ecclesiastici, 333 religiosi e 1.637 laici (tra cui 425 donne). Per fortuna al trend negativo degli investimenti corrisponde l’incremento del mattone. «L’aumento globale dei ricavi immobiliari ha sostenuto la manutenzione e l’ammodernamento degli immobili a reddito - sottolinea il vescovo Velasio De Paolis, presidente della Prefettura degli Affari economici -. Le spese per i mass media sono evidenti ma va considerata la rilevanza informativa e pastorale dei mezzi di comunicazione della Santa Sede che per stare al passo con i tempi richiedono rilevanti risorse finanziarie e continue innovazioni tecnologiche. Per lo meno questi dati sfatano la falsa leggenda della ricchezza del Vaticano. Gli oneri ordinari e straordinari a cui far fronte sono così gravosi da rendere indispensabile il massimo rigore economico». Giacomo Galeazzi