varie, 10 luglio 2008
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Pardo Aldo
• 1947. Avvocato. Da ultimo noto come il difensore della famiglia di Federica Squarise, la giovane turista padovana assassinata in Spagna nel luglio 2008. «[...] In Veneto, dove risiede da trent’anni e in Calabria, dov’è nato nel ”47, lo conoscono bene ma la sua reputazione è, diciamo, controversa. Su un punto tutti concordano: ama i riflettori [...] In gioventù Aldo Pardo era un estremista di destra legato a Pino Rauti, attivissimo durante i ”moti” che sconvolsero Reggio all’inizio degli Anni Settanta, accusato anche di un attentato dinamitardo contro la Questura. Meglio cambiare aria, e così Pardo si trasferisce in Veneto. La grande occasione gli si presenta nel 1988, quando ad Arzignan, vicino a Vicenza, viene rapito Carlo Celadon, figlio di un industriale del pellame. La famiglia paga un riscatto di 5 miliardi, ma il ragazzo non viene liberato. Pardo si offre come intermediario con la banda (formata da calabresi) e la trattativa va a buon fine. Il rapito torna a casa dopo 831 giorni di prigionia. Colpo di scena: la famiglia Celadon accusa il legale di essersi intascato in tutto o in parte 800 milioni destinati ai rapitori. Pardo nega (’i soldi li ho spesi per attivare i canali giusti”) ma viene condannato in prima istanza a 6 anni per appropriazione indebita. L’amnistia lo tira fuori dai guai, ma l’ordine degli avvocati nel giugno del ”91 decide di radiarlo dall’albo. Lui non si dà per vinto e, trascorsi 5 anni, almeno formalmente torna in Calabria, presentando domanda di iscrizione all’ordine di Palmi, anche se è in Veneto che discute le sue cause. Grande oratore in aula, riesce ad ottenere una pena mite per un uxoricida, che gli frutta addirittura i complimenti del pm. Gli omicidi sono il suo pane, oltre a tanti reati di mezza tacca, che però fan volume e fatturato [...] ancora finisce nelle cronache dei giornali per essersi offerto da mediatore per un rapimento, quello dell’irakeno-veneto Agad Anwar Wali, che viene però trovato un mese più tardi crivellato di proiettili. Nel 2007 è benefattore e filantropo: promuove una sottoscrizione per raccogliere fondi a favore di un bimbo malato di Pristina. Intanto l’ordine di Palmi ha cancellato la sua iscrizione, ma Aldo Pardo trova ospitalità nello studio del nipote, anche lui avvocato, a Reggio. Nella lista ufficiale degli avvocati di Reggio il suo nome però non compare. Mistero» (Enrico Bonerandi, ”la Repubblica” 10/7/2008).