La Stampa 6 luglio 2008, Maurizio Molinari, 6 luglio 2008
Il crollo della Torre Sette? Fu solo colpa delle fiamme. La Stampa 6 luglio 2008 L’11 settembre 2001 la Tower 7 di Ground Zero crollò a causa delle fiamme e non di una demolizione controllata: al termine di un’indagine iniziata nel 2005 il «National Institute of Standards and Technology» ha redatto un rapporto che smentisce le teorie cospirative ma continua a sollevare polemiche
Il crollo della Torre Sette? Fu solo colpa delle fiamme. La Stampa 6 luglio 2008 L’11 settembre 2001 la Tower 7 di Ground Zero crollò a causa delle fiamme e non di una demolizione controllata: al termine di un’indagine iniziata nel 2005 il «National Institute of Standards and Technology» ha redatto un rapporto che smentisce le teorie cospirative ma continua a sollevare polemiche. La Tower 7 fu il terzo edificio del World Trade Center a collassare l’11 settembre. Dopo l’impatto degli aerei di linea dirottati dai kamikaze di Al Qaeda la Torre Sud cadde alle 9.59 e la Torre Nord alle 10.28. Quest’ultima si trovava ad appena 106 metri di distanza dalla Tower 7, alta 186 metri con i suoi 47 piani, che venne investita dalle conseguenze dei crolli ma rimase in piedi fino alle 17.21, quando si afflosciò improvvisamente scomparendo in un grande nube di detriti. La distanza di ben sette ore dal collasso della Torre Nord ha suscitato subito molti interrogativi, dando adito a teorie cospirative fomentate dalla fatto che la Tower 7 ospitava non solo banche e uffici finanziari ma anche le sedi della Cia, dei servizi segreti, del ministero della Difesa e dell’«Office of Emergency Management» a cui sarebbe spettato il compito di coordinare i servizi di emergenza in caso di attentati. Il sospetto si incentra soprattutto sulle immagini della caduta della Tower 7, presenti su Internet, che suggeriscono l’ipotesi di una demolizione controllata alla quale le teorie cospirative hanno attribuito le origini più disparate: dalla volontà del governo di impedire che documenti e apparecchiature segrete cadessero nelle mani sbagliate al desiderio di occultare le prove di un complotto più vasto. Il rapporto della commissione di inchiesta sull’11 settembre, pubblicato nel 2004, non fece alcun cenno al crollo della Tower 7 considerandolo non direttamente attribuibile all’attacco terroristico e ora il «National Institute of Standars and Technology’s» avvalora questa tesi con l’indagine che il suo capo investigatore, Shyam Sunder, ha anticipato in una intervista alla britannica Bbc. «A nostro avviso il crollo venne causato dagli incendi presenti dentro l’edificio, che aumentavano e si diffondevano su più piani portando come estrema conseguenza al collasso della struttura» afferma Sunder, avvalorando l’idea che la Tower 7 sia il primo grattacielo al mondo ad essere caduto a causa di un incendio. L’idea che le fiamme sprigionatesi dalla Torre Nord abbiamo portato alla caduta della Tower 7 è una tesi contestata da Richard Gage, fondatore del gruppo «Architetti e ingegneri per la verità sull’11 settembre», secondo il quale «anche un bambino delle elementari guardando le immagini del crollo veloce, simmetrico e facile è in grado di accorgersi che non fu affatto qualcosa di naturale». La teoria di Gage è che il video del crollo è «la pistola fumante dell’11 settembre» ovvero la prova incontrovertibile che qualcosa è stato nascosto al pubblico. Ma Sunder assicura che «il mistero della terza torre è stato risolto» e ribatte: «La nostra inchiesta è durata oltre due anni, abbiamo applicato un rigore di analisi senza precedenti e le conclusioni portano a suggerire l’ipotesi che il crollo sia stato dovuto all’impatto del forte calore su strutture d’acciaio molto indebolite» come dimostra il fatto che alcuni piani erano stati rafforzati. Il fatto di essere stata costruita sopra una centrale elettrica e una stazione della metro comportava inoltre una struttura assai precaria. Lo stesso Sunder ammette tuttavia che «il nostro lavoro è stato molto difficile» a causa della carenza delle macerie del palazzo, che vennero raccolte dai servizi di sicurezza e fuse in tempi stretti. Per Vincent Cannistraro, ex capo dell’antiterrorismo della Cia, il rapporto è «la migliore risposta alle teorie della cospirazione in quanto attesta con chiarezza come si sia trattato di cause non intenzionali perché fu l’estrema quantità di calore scaturita dal crollo delle Torri Gemelle a causare gli incendi che hanno portato al cedimento». «Non fu un incendio qualsiasi, la quantità di calore frutto delle esplosioni degli aerei non era qualcosa di normale» aggiunge Cannistraro, secondo il quale «le teorie cospirative sulla Tower 7 scaturiscono dal filmato presente su Internet che conta assai meno di un rapporto scientifico». Maurizio Molinari