varie, 8 luglio 2008
SIOUXSIE SIOUX
(Susan Janet Ballion) Chislehurst (Gran Bretagna) 27 maggio 1957. Cantante. «[…] Con i suoi vestiti sadomaso, i simboli necrofili e l’eyeliner sul volto dal pallore cadaverico, da trent’anni detiene il fascino di icona del dark punk e lo scettro di regina gotica. ”Le persone amano le banalità. Io non ho mai cercato di definire me stessa”, sottolinea lei che non segue le mode ma ha ispirato stilisti come Galliano e Lagerfeld. Marc Jacobs le ha ”dedicato” una borsa di pelle. ”Io però non ho visto una sterlina” [...] undici album in studio con i Banshees e sei con i Creatures [...] ”C’è una parte di me che mi porta verso acque sicure, poi interviene il mio animo più irrequieto. dall’incontro fra le due personalità che nasce Siouxsie. Ed è a lei che non so rinunciare, qualunque cosa faccia mi sento una combattente”. Siouxsie ha vissuto in pieno gli anni della Londra anarchica. Con i suoi Banshees (quando c’era anche Sid Vicious) ha diviso nel ”76 il palco del 100 Club di Londra con Sex Pistols e Clash, durante il Punk Festival, organizzato da Malcolm McLaren. ”Il punk era naïf, nessuno pensava alla creazione di un fenomeno. stato una scheggia impazzita: c’erano ragazze e ragazzi tosti. Per la prima volta le donne erano parte di qualcosa. Oggi se avessi 18 o 19 anni non farei parte di una band. Suonare, per i giovani è un lavoro: andrebbero volentieri all’ufficio di collocamento e si metterebbero in lista per diventare famosi”. Siouxsie, terza figlia di una segretaria e di un tecnico di laboratorio, ha imposto un’estetica del gotico, che ancora oggi viene considerata un modello nel rock. Red Hot Chili Peppers, Jeff Buckley e i Massive Attack hanno riletto le sue canzoni, Sofia Coppola ha voluto un suo pezzo per il film Marie Antoinette, il compositore Angelo Badalamenti l’ha chiamata per interpretare un brano per la colonna sonora di The Edge of Love, con Sienna Miller e Keira Knightley. ”Non mi piace l’idea di essere un modello, una divisa per gli altri. La gente ci seguiva perché distruggevamo le regole. Hendrix, Morrison negli anni ”60 "sperimentavano” qualcosa che veniva chiamato droga, ma era una ribellione reale. Tutta la faccenda rock’n’roll uguale droga è diventata noiosa e prevedibile, oltre che una perdita di energia. Adesso si parla di Amy Winehouse perché alimenta il pettegolezzo più becero e fa vendere i tabloid”. [...]» (Sandra Cesarale, ”Corriere della Sera” 8/7/2008).