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 2008  luglio 06 Domenica calendario

Con i magistrati manager la giustizia spende meno. Corriere della Sera 6 luglio 2008 «Cominciamo da una cosa facile facile: la cortesia, che poi è sempre un biglietto da visita

Con i magistrati manager la giustizia spende meno. Corriere della Sera 6 luglio 2008 «Cominciamo da una cosa facile facile: la cortesia, che poi è sempre un biglietto da visita. Se arriva qualcuno che sbaglia porta la risposta giusta non è "io non c’entro, se ne occupa un altro ufficio". Diventa: "Io non c’entro ma ora l’accompagno", oppure "ora le mostro dove andare". Siamo talmente poco abituati alla cortesia che un giorno mi è arrivato un mazzo di fiori da un’avvocatessa di Mantova solo perché al telefono le avevano passato me per errore e io l’ho tenuta in linea finché non ho trovato l’ufficio e la pratica che cercava. Sembrava scandalizzata che lo facessi io e non un centralinista…». E’ così Cuno Tarfusser, il procuratore capo a Bolzano: fanatico del buon servizio anche per questioni minute come quella dell’avvocatessa mantovana. Parola d’ordine: efficienza. Nemico dell’iper-burocrazia, Tarfusser è riuscito a diventare un modello per gli uffici giudiziari di tutt’Italia ottenendo per primo (e aprendo la strada a tutti gli altri) un finanziamento di 200 mila euro dal Fondo Sociale Europeo. Era il 2004: con quei soldi il Fondo accettò una scommessa, lui una sfida. Tarfusser era convinto che il suo "progetto pilota di riorganizzazione e ottimizzazione della procura di Bolzano" potesse funzionare. E a giudicare col senno del poi si può dire: ha funzionato davvero. Così bene che dal Fondo è arrivata la disponibilità a rimettere in campo nuovi finanziamenti (passando attraverso le Regioni che poi li distribuiscono) e che i guardasigilli Mastella prima e Alfano poi, hanno preso a modello il "caso Bolzano". L’intenzione è replicarlo nelle altre sedi giudiziarie. Ed è per questo che il procuratore altoatesino è stato convocato più volte a Roma: il ministero vuole capire come estendere al resto del Paese le sue "best practices". L’ultima seduta romana è di pochi giorni fa, alla Commissione giustizia della Camera. Da lì la presidente Giulia Buongiorno fa sapere che «sì, le buone pratiche del procuratore Tarfusser meritano tutto il nostro aiuto. Bolzano ha creato una specie di tam tam dell’efficienza e noi ora stiamo raccogliendo le idee che vengono anche da altri magistrati, per esempio il presidente del tribunale di Torino, Barbuto. Stiamo mettendo assieme ogni spunto e poi si potrà pensare a tradurre tutto questo in un disegno di legge partendo dall’idea base di Bolzano: umanizzare, valorizzare e ottimizzare le risorse umane riducendo gli sprechi. Si tratta di cose semplici ma efficaci». Un esempio? L’atto di citazione di un testimone. Di solito sono due righe per dire «venga alla tal ora nel palazzo di giustizia tal dei tali». A Bolzano allegano la piantina della città, danno indicazioni su come raggiungere il tribunale e dove trovare parcheggio. Altro esempio: non è raro arrivare a un’udienza, a un interrogatorio, a un incidente probatorio e sentirsi dire che è tutto rinviato. A Bolzano, salvo emergenze dell’ultima ora, si avvisano le parti evitando a tutti inutili perdite di tempo. Avvocati-procura, un binomio spesso a tasso zero di cooperazione. Eppure nella procura altoatesina si cerca di tener conto delle esigenze (soprattutto quelle amministrative) della difesa: con questionari periodici per avere indicazioni su suggerimenti e necessità dei legali e per sapere se sono soddisfatti del servizio. Realizzato il progetto finanziato per il periodo 2000-2006, Bolzano è già schierata in prima fila per avere altre risorse dal Fondo sociale europeo per il 2007-2013. E il risultato più evidente che porta "in dote" riguarda la riduzione dei costi: più che dimezzati (65% in meno) nel giro di nemmeno tre anni. La procura bolzanina sosteneva spese di giustizia per 2 milioni di euro nel 2003, prima che partisse il piano di riorganizzazione. Nel 2006 la cifra per la giustizia era di 620.000 euro. «I numeri sono già in sé significativi - dice lo stesso Tarfusser - . Lo sono ancora di più se si pensa che la mole di lavoro è rimasta invariata e la qualità del servizio è addirittura migliorata. Come abbiamo fatto? Faccio l’esempio delle intercettazioni, che per le procure sono un capitolo di spesa consistente. Io non accetto più l’espressione "fonte confidenziale mi ha detto…" per partire con una raffica di telefoni sotto controllo. Pretendo prima un’indagine ordinaria, informative documentate e valutazione dei responsabili di polizia, carabinieri o chicchessia. Che si assumano anche loro delle responsabilità: che mi dicano "qui si deve procedere per questo e quest’altro motivo". Prima tutto questo, poi si intercetta. Fatti salvi i motivi di urgenza, s’intende…». Altra questione: le revoche delle intercettazioni. Spesso si lasciano scadere i termini per i quali l’intercettazione è stata richiesta (in media un mese) anche se dopo i primi 10-15 giorni è ragionevole supporre che da quella linea non verranno indicazioni utili per le indagini. «Ecco, di solito i pm pensano "lasciamo scadere i termini e poi non rinnoviamo più". E’ sbagliato. La giustizia costa. Se non serve tenere sotto controllo una linea si revoca tutto, subito », si infervora Tarfusser. «E il discorso vale anche per i servizi di pedinamento e appostamento». Nella "produzione" di efficienza Bolzano mette in conto anche la pubblicazione di una Carta dei servizi (informazioni pratiche con un linguaggio a misura di cittadino per ogni genere di operazione) e dei bilanci sociali (il rendiconto annuale relativo a ciascun settore e prestazione della procura); poi c’è la riorganizzazione dell’ufficio dei pubblici ministeri, ciascuno dei quali dispone di quattro ufficiali di polizia giudiziaria, «con beneficio dei tempi dell’amministrazione della giustizia ordinaria», assicura Tarfusser. Il procuratore cita con orgoglio la sua (primo Ufficio giudiziario in Italia) "Certificazione ISO 9001-2000" (valutata dalla Dekra Certification di Milano): è una sorta di "bollino blu" che testimonia il sistema di qualità usato nelle procedure amministrative, garanzia del fatto che si è capaci di pianificare e portare a buon fine le proprie attività. Ci riusciranno anche gli altri? Le procure dell’Aquila e di Pescara sono "sulla via di Bolzano"! dall’inizio dell’anno. Con l’aiuto della società di consulenza padovana Emme & Erre (la stessa che ha lavorato per Bolzano) preparano ciascuna un sito Internet interattivo e una carta dei servizi da sottoporre a settembre al Fondo europeo. E con l’autunno debutteranno anche i progetti selezionati dal Ministero della giustizia tra i cento uffici giudiziari che vorrebbero riorganizzarsi. Nel frattempo Bolzano chiede al futuro altra efficienza «perché ai limiti di miglioramento non c’è mai fine», per dirla con Tarfusser. Se dal Fondo sociale arriveranno gli attesi nuovi finanziamenti, stavolta si punterà con più decisione che in passato al miglioramento del rapporto con l’utenza: per esempio si cercherà di creare uno sportello virtuale che garantisca il dialogo continuo fra la procura e l’esterno, che sia abbastanza interattivo da rivelare lo stato di un procedimento a chi è autorizzato a conoscerlo, che controlli la gestione delle pratiche in tempo reale, che elimini i mille passaggi cartacei delle cancellerie di oggi. Non sarà facile «ma io ho la presunzione di sapere dove mettere le mani», valuta Tarfusser. Sembra una promessa. Giusi Fasano