varie, 6 luglio 2008
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Torres Dara
• Los Angeles (Stati Uniti) 15 aprile 1967. Nuotatrice. Oro con la 4x100 sl alle Olimpiadi di Los Angeles (1984), argento nella stessa specialità ai Mondiali di Madrid (1986), bronzo alle Olimpiadi di Seul (1988), oro a quelle di Barcellona (1992) e Sydney (2000), argento a quelle di Pechino (2008); oro con la 4x100 misti alle Olimpiadi di Sydney (2000); argento nei 50 sl alle Olimpiadi di Pechino (2008), bronzo a quelle di Sydney (2000); bronzo nei 100 stile libero e nei 100 farfalla alle Olimpiadi di Sydney (2000) • «Senza limiti. Dara è un elisir: “L’età è solo un numero, sono un’ispirazione per le quarantenni”. Dara è una provocazione: “Io combatto quelli che si dopano, altroché sospetti: mi fate solo un complimento se sospettate di me. Sono un libro aperto [...] Sono vecchia ma sono limpida, non rovino tutto adesso”. Sfrontata, non arrogante questa Torres che si confronta con le ragazzine e strappa il pass per la quinta Olimpiade nei 100 stile libero “perché in fondo sono ragazzina anch’io, sono tesa come una sedicenne e per essere qui mi sono fatta bella” [...] Cinque volte a cinque cerchi: non c’è mai stata un’altra nel nuoto [...] è stata primatista mondiale dei 50 sl. Ha lavorato con le auto e la tv (“Ero una temeraria, quando lavoravo a Discovery Channel facevo sport estremi, mi buttavo dagli aeroplani, nuotavo con gli squali”), si è spogliata prima di tutte nel ’94. È una star che piace: c’era pure lei all’insediamento del presidente Bush jr. [...] Con lei si allenano pure gli uomini e quando li batte urla: “Come fate a farvi battere da una quarantunenne? Fuori le palle”. [...] Il suo rientro è datato Roma: nel 2007. “Lì capii che era ancora il mio mondo” [...]» (Stefano Arcobelli, “La Gazzetta dello Sport” 6/7/2008) • «“Io la chiamo mamma”. Michael Phelps [...] non era ancora nato nel 1984 quando Dara Torres vinceva la prima delle sue 9 medaglie olimpiche a Los Angeles.[...] teenager di Beverly Hills [...] nel 1984 aveva appena terminato il suo “junior year” alla Westlake High School, esclusivo rifugio per figli di ricchi e famosi come Bridget Fonda e l’astronauta Sally Ride, quando s’avventurò ai Giochi. [...] è già stata la più vecchia nuotatrice a vincere una medaglia olimpica (Sydney 2000) [...] Due mariti, due divorzi, un terzo compagno, David Hoffmann, padre di Tessa. Tre abbandoni (dopo Seul, dopo Barcellona, dopo Sydney), tre ritorni. Prima di Barcellona ’92 si tuffò in piscina a 11 mesi dalla cerimonia d’apertura. Una battaglia contro la bulimia quando studiava all’università. Confessò: “Ho combattuto contro questo disordine alimentare per 5 anni”. Ogni volta che tornava da un’Olimpiade si rimetteva gli occhiali e trovava qualcosa di diverso da fare. Nulla che riguardasse il nuoto. Ha giocato a pallavolo per la squadra della Florida dove si è laureata in comunicazione ed educazione. Ha lavorato come reporter per la Nbc Sports. Ad Atlanta, però, la sua prima Olimpiade senza gare, andò da spettatrice e da donna immagine per la Reebok. Niente piscina. “Non so perché, ma quando ti sei ritirata, cambiano tutte le prospettive”. Dara non si è fatta mancare neanche uno show televisivo tutto per lei. Si è affidata a uno speciale esercizio aerobico, il Tae Bo, inventato da Billy Banks e mutuato dal taekwondo. Ha cambiato più volte la sua dieta, si sottopone a massaggi, stretching, e test di controllo dopo ogni gara. Non ha fatto a meno dei sospetti di doping avanzati su di lei dagli australiani. “Ho parlato con l’agenzia antidoping statunitense e ho detto loro: fatemi tutto, esami del sangue, del Dna, sono un libro aperto”. Dara non si è mai negata la convinzione in se stessa. “C’è chi pensa che la competitività venga meno quando uno invecchia. Non è vero. Io non sono stata mai competitiva come ora”. E, infine, non si è negata neanche una copertina su una rivista per uomini, Maxim, per mostrare un (bel) lato di sé a cui è affezionata non meno che ad altri. Phelps non deve aver visto le foto, altrimenti non la chiamerebbe mamma» (Roberto Perrone, “Corriere della Sera” 6/7/2008).