varie, 3 luglio 2008
RUFFINI
RUFFINI Paolo Livorno 26 novembre 1978. Conduttore tv. Di Mtv. Famoso per i doppiaggi in vernacolo. «Nella scena più drammatica del Dr Jekyll e Mr Hyde, Spencer Tracy trangugia un bicchiere di ponce al rum, liquore livornese. E mentre si trasforma nel perfido e oscuro alter ego dice compiaciuto: ”Dé, com’è bono il ponce”. In 007 Licenza di uccidere, James Bond (Sean Connery) guarda la targa removibile della sua ultima Aston Martin ed esclama: ”Ora vado in tasca a Ztl, telecamere e sinda’o”. Mentre Linda Blair, la protagonista dell’Esorcista, se la prende con il prete apostrofandolo con un orribile e blasfemo ”levati di torno. Sei un pisano, un pisanaccio”, a cui Max von Sydow risponde: ”Malidetta indiavolata m’ha vomitato sulla sciarpa amaranto, quella che m’ha regalato Lucarelli”. Non si salvano neppure Clark Gable e Vivien Leigh. In una scena d’amore di Via col vento lui le dice: ”Bella topa, ti rivolterei come i polpi”. Leonardo Di Caprio a Kate Winslet in Titanic: ”Maremma maiala, sei più ghiaccia di un iceberg”. Battute anche dal terribile Lord Fener di Guerre Stellari, John Wayne (chiamato Vaini, che in livornese significa soldi) e pure dai personaggi dei cartoni animati. Parlano tutti livornese, quello duro dei portuali, sboccato, infarcito di parolacce. Battute crasse, spiritose e argute, le stesse o quasi che hanno reso famoso il Vernacoliere, magazine satirico, e una città, Livorno, spaccona e irascibile, generosa e alternativa anche nell’effimero, capace di genialità e di brutalità culturali come demolire la casa natale di Mascagni, farsi soffiare da Roma la sede degli archivi di Modigliani, tenere chiusa a chiave o quasi la casa natale del pittore. Parlano livornese, i miti della storia del cinema mondiale, perché sono stati doppiati, in vernacolo appunto, e il ”giochetto” nato per scherzo è così piaciuto da diventare moda e tendenza. Non solo a Livorno. All’ultimo spettacolo del Nido del Cuculo, la maggiore compagnia specializzata nel doppiaggio alla livornese, c’erano 15 mila spettatori, più dei grandi concerti rock. Presi d’assalto teatri e palasport pure a Pisa, Firenze, Arezzo, Siena, Lucca, Grosseto con sconfinamenti a Roma, Mantova, Milano e richieste da Sicilia e Campania. [...]» (Marco Gasperetti, ”Corriere della Sera” 3/6/2006).