Corrado Ruggeri, Corriere della Sera 3/7/2008, 3 luglio 2008
ROMA – Somigliargli è stato il vanto di Stefano Ricucci: «Stesso sorriso di Franco Interlenghi: quando era giovane, naturalmente»
ROMA – Somigliargli è stato il vanto di Stefano Ricucci: «Stesso sorriso di Franco Interlenghi: quando era giovane, naturalmente». E Ricucci gongolava, orgoglioso del complimento. Alla fine ci ha creduto anche Anna Falchi, convinta di poter rivedere nel suo Stefano almeno un po’ del fascino di Franco. Non nello sguardo, però, quegli occhi «verde micidiale» che fulminarono la Lualdi. La fortuna d’esser nati belli è passata come una generosa tempesta sugli Interlenghi, famiglia del jet set dell’Italia che rinasceva e che aveva visto poggiarsi anche sul viso pulito di Franco le speranze di quella stagione. Lustrascarpe in «Sciuscià» di De Sica, Franco Interlenghi imparò, lo ricorda ancora lui stesso, «a piangere per finta dopo aver preso schiaffoni veri». Fu un trionfo, ma dopo quel film del ’46 – che gli valse 50 amlire (la moneta introdotta dagli alleati angloamericani) – De Sica non lo volle più. Lavorò con Antonioni, Fellini, Visconti, Rossellini, la Bardot. Ma con De Sica niente. E ci rimase male. «Mi chiamò per Il tetto, mi fece fare un provino, poi mi disse "Franco, mi dispiace, non sei adatto"». Finì lì. C’è come un tempo maligno nella saga degli Interlenghi, come se il correre degli anni avesse lentamente sgretolato certezze e speranze. Carriere altalenanti, il matrimonio tra Franco e Antonella Lualdi che finisce, successi mai sbocciati. stato così anche per Antonellina, anzi, forse soprattutto per lei, splendido sogno romantico per generazioni di giovani, per anni promessa mai mantenuta di un cinema in cerca di talenti. Figlia d’arte e mamma di Virginia ad appena 15 anni, cominciò prestissimo a lavorare con Strehler. Tutto per lei è stato precoce. La maternità e pure il matrimonio, con il nobile Giovanni Sanjust di Teulada, e poi perfino l’essere nonna record, la più giovane d’Italia: «Ne sono molto fiera» disse. Aveva 37 anni. «Ho battuto anche la Muti, lei ne aveva 41». «Donna eccezionale e attrice bravissima » dice di lei il regista Salvo Bitonti che l’ha diretta in teatro per due anni in Sesso, bugie e videotape. « meticolosa, perfezionista, sa recitare in inglese e italiano. Certo, non è arrivata dove avrebbe potuto. E dove avrebbe meritato». Di lei, bellissima, si ricorda soprattutto l’estro artistico legato a quel mo-tivetto che per anni ha tempestato i teleschermi: «Invernizzi Mozzarì... solo ieri era latte, oggi è... la mozzarella... la mozzarella. Il formaggio più fresco che c’è...». Poi, per la Stracchinella, stessa azienda, venne sostituita da Elisabetta Viviani. Certo, è venuto il teatro, il cinema con i Vanzina – Vacanze di Natale e Vacanze in America – che le ha restituito briciole di celebrità, il teatro, un po’ di televisione, Un posto al sole e Incantesimo. «Questo è un mondo alla rovescia – dice ancora Bitonti – gli Interlenghi hanno rappresentato un modello invidiato di artisti e anche di famiglia, ma non si sono mai uniformati al conformismo del mondo dello spettacolo. Che non perdona». Sono rimasti i gatti, ad Antonellina, che oggi li ospita ancora nella sua casa dopo averli raccolti, magari feriti, dalla strada. Si è laureata in Economia e commercio, abbondantemente fuoricorso, ma si è laureata, al contrario di molte altre sue colleghe, che si sono arrese molto prima. Fa ancora sport e ricorda le sgridate di papà Franco sui campi da tennis del Canottieri Roma, la mattina presto lungo il Tevere, su come si porta un dritto o si chiude una volée. Lui, a 77 anni, dice che la vita è passata in fretta, che l’età è soltanto un numero: ama ancora il teatro, al quale ha dedicato tutto se stesso, più ancora del cinema. E di finire in questo teatro, del detto e non detto, delle parole rubate da un filo e restituite dai giornali, non aveva proprio voglia. Tantomeno di vederci finire dentro la prima nipote. L’altra Antonella, la Lualdi, resta alla finestra, a osservare dalla Francia, dove vive ormai più che in Italia, le meschinità d’Oltralpe. Lo aveva detto, una volta: «Quanto mi piacerebbe girare con Franco, le figlie, i nipoti, una sitcom sulla nostra famiglia, tutta la nostra storia». Manca solo il produttore. Corrado Ruggeri L’album Antonella Interlenghi con Virginia, la famiglia al completo e, sopra, Franco con Antonella Lualdi