varie, 30 aprile 2008
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CALABRIA Annagrazia New York (Stati Uniti) 6 maggio 1982. Politico. Nel 2008 eletta alla Camera (Pdl, prese il posto di Gianni Alemanno che lasciò per andare a fare il sindaco di Roma), la più giovane deputata della XVI legislatura
CALABRIA Annagrazia New York (Stati Uniti) 6 maggio 1982. Politico. Nel 2008 eletta alla Camera (Pdl, prese il posto di Gianni Alemanno che lasciò per andare a fare il sindaco di Roma), la più giovane deputata della XVI legislatura. «[...] ha un destino dentro gli occhi: l’azzurro. Come i palloncini che volavano nel cielo sopra il Pantheon, quel giorno: era il 1994, Silvio Berlusconi festeggiava la sua elezione e Annagrazia, dodici anni, lo ammirava come si ammira un angelo. Non avrebbe mai smesso. Quel giorno Berlusconi le regalò un sorriso e un palloncino per celebrare l’azzurro dei suoi occhi e di un partito che di lì a quattordici anni avrebbe portato Annagrazia a conquistare un seggio in Parlamento e a coronare quel suo sogno di bambina. [...] ”Bisogna fare, lavorare, dimostrare. E sono giovane, sì, ma soltanto per capire i problemi dei giovani”. Bisogna fare, lavorare, crescere: Annagrazia è venuta su così. Con l’inno di Forza Italia nelle orecchie e come compagni di giochi i bambini del miniclub azzurro a Roma, lì dove mamma Cinthia la portava a ”mangiare pane e politica”, insieme alla piccola Araba Dell’Utri, nipote di Marcello. ”Il culto dell’individuo nella società è quello che fa la cifra dei valori di Forza Italia, a dispetto dell’appiattimento della sinistra”, ama ripetere lei, una laurea in legge e un inverno speso quattordici ore al giorno a fare pratica in uno studio internazionale di avvocati. Perché questo è il suo modo di concepire il lavoro, la politica, la vita: fare e fare. Come il suo ”angelo”, è convinta. Che è il faro delle sue scelte. Non ha dubbi Annagrazia: la prima domanda da rivolgere a un uomo, come a un’amica: ”Cosa voti?”. Rispondete: ”Voto Silvio”. E sarete nel suo cuore per sempre. ”Beh, in verità due o tre amici di sinistra li ho”, sorride garantendo che anche loro hanno votato per lei, come tutti quelli che le stavano intorno e l’hanno vista faticare nel senso fisico del termine per questa campagna elettorale che ha avuto il rush finale nel ballottaggio per il Campidoglio. Se Alemanno non fosse diventato sindaco di Roma, Annagrazia non sarebbe entrata a Montecitorio. E se per la sua campagna lei si era presa un camper, per sostenere Alemanno si è procurata un pullman a due piani oltre a reclutare l’intera banda dei suoi amici e battere così Roma palmo a palmo, spesso gli stessi palmi del suo candidato. Che ogni volta la sfotteva: ”Se non passo io non passi neppure tu...” [...]» (Alessandra Arachi, ”Corriere della Sera” 30/4/2008).