varie, 23 aprile 2008
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RIZZOLI Melania (De Nichilo) Roma 31 maggio 1956. Nel 2008 eletta alla Camera col Pdl. «[...] Il vero salotto importante che sta emergendo [
RIZZOLI Melania (De Nichilo) Roma 31 maggio 1956. Nel 2008 eletta alla Camera col Pdl. «[...] Il vero salotto importante che sta emergendo [...]» (Maria Corbi, ”La Stampa” 23/4/2008) • Sposata con Angelo Rizzoli, cui ha dato i figli Arrigo e Alberto. «[...] Quando senti il suo nome la parola che associ, in automatico, è: salotto. Di quelli romani, dove potere, cultura e affari vanno a braccetto fra una tartina e un bicchiere di champagne. Ma lei si arrabbia solo a sentire la lettera esse: ”Basta con questa storia... non mi appartiene. Io sono prima di tutto un medico. Ho lavorato tutta la vita e non ho tempo di giocare a fare la signora. Ho molte altre cose più interessanti di cui occuparmi”. E tra queste cose la più interessante è stata il debutto in Parlamento come deputata del Pdl, voluta da Berlusconi. Un ritorno a palazzo visto che lei per molti anni è stata consulente medico di deputati e senatori. Tra cui Bettino Craxi. Un’altra vita fa, quando ancora non aveva sposato Angelo Rizzoli, conosciuto appena uscito dal carcere, quando tutti, compresa la moglie Eleonora Giorgi, gli avevano voltato le spalle. Più volte lui ha detto di Melania: ”Mi ha salvato la vita”. Anni dopo lei ricambia il ringraziamento e lo affida a un libro, Perché proprio a me? (Sperling & Kupfer), in cui parla della battaglia vinta contro un tumore maligno grazie alle cellule staminali. Ma non solo. Quando la guardi fai fatica a credere che sia stata così malata. slanciata, con una pelle luminosa anche senza trucco, lunghi capelli ondulati, muscoli tonici di chi fa tutti i giorni palestra. ... ”Nel 2001 avevo già deciso di fare politica ma è arrivato il tumore e ho dovuto dedicarmi a sconfiggerlo. Era l’undici settembre [...] Un tumore del sangue maligno, invasivo, localizzato nel rinofaringe, praticamente nelle adenoidi. Me ne sono accorta per caso, perché russavo. Angelo ha il sonno leggero e me lo ha detto, ma io non ci ho fatto caso e neanche l’otorino che mi ha visitata. Ma quando un giorno d’estate ho visto mio marito che prima di mettersi a letto si metteva i tappi nelle orecchie allora mi sono preoccupata veramente. E da lì... [...] Prima c’è stato il calvario della chemio, la paura di lasciare un marito e i miei due figli piccoli, allora di 8 e 10 anni. Poi la speranza di avercela fatta e il buio della recidiva. E prima della comparsa delle staminali questo significava la fine. Mi viene in mente Jacqueline Onassis che aveva il mio stesso tumore e rifiutò il trapianto di cellule staminali. Tre mesi dopo era morta [...]”» (Maria Corbi, ”La Stampa” 4/5/2008).