GUGLIELMO SASININI, Libero 13 aprile 2008, 13 aprile 2008
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Il medico-poeta stratega di Osama. Libero 13 aprile 2008 Dopo Ayman Al Zawahiri continua la pubblicazione di una serie di profili dei personaggi che più stanno condizionando in senso negativo la storia dell’umanità
Il medico-poeta stratega di Osama. Libero 13 aprile 2008 Dopo Ayman Al Zawahiri continua la pubblicazione di una serie di profili dei personaggi che più stanno condizionando in senso negativo la storia dell’umanità. La prossima domenica sarà la volta di Hassan El-Turabi ex leader politico-religioso sudanese, tra i principali registi del ter rorismo islamico internazionale, amico-nemico di Osama Bin Laden  Il prossimo 19 giugno il dottore compirà 57 anni, anche se a vederlo nei filmati diffusi da Al Jazeera con la lunga barba bianca da imam che gli incornicia il viso ne dimostra molti di più. Nella sua famiglia, una delle più antiche e importanti dell’alta borghesia egiziana fin dall’infanzia ha sentito parlare dei Fratelli musulmani e dell’islam politico mondiale, del ritorno alla società islamica fondata da Maometto. Per Ayman Al Zawahiri è giunto presto il tempo dello studio meticoloso del Corano, degli studi classici, della filosofia, ma anche della poesia e della psicologia. Figlio di un professore di farmacologia all’università del Cairo, il cui nonno paterno era Zawahiri di Rabià, grande imam dell’Istituto Al Azhar nonché magistrato e autore di apprezzate pubblicazioni, mentre il prozio Abdel Rahaman Azzam fu il primo Segretario della Lega Araba, Ayman non si è mai concesso una vita banale. CORANO E FILOSOFIA Il rampollo di buona famiglia, nato e cresciuto nel sobborgo di Maadi, al Cairo, è stato allevato in un ambiente permeato dall’alta strategia politica e dalle profonde conoscenze in campo religioso, il tutto condito da una solida base di razionalismo. Ma crescendo al giovane Al Zawahiri le rigide tradizioni familiari hanno iniziato ad andare strette, prosegue negli studi ma già a 14 anni frequenta il movimento Al Ikhwan al muslimun (Fratelli musulmani) il cui stemma rappresenta due spade incrociate sormontate da un Corano sotto il quale è scritta la parola araba "wa a’iddu": l’inizio del versetto 60 della sura del Bottino che recita: «Allestite forze e cavalli quando potete, per terrorizzare il nemico di Allah e il vostro». Il giovane Ayman si distingue per l’impegno e l’intelligenza, studia psicologia, comportamento, farmacologia, non perde un esame, si laurea in medicina all’uni versità del Cairo nel ’78, ma il ricordo di quanto è avvenuto nel ’76, quando vennero firmati a Camp David gli accordi di pace tra Egitto e Israele, lo tormenta. Studia a fondo la galassia radicale egiziana, prende le distanze dai Fratelli musulmani che considera troppo accondiscendenti, e nel 1979 fonda assieme a Ismail Tantawi il gruppo Jihad dell’Egitto islamico del quale ben presto diviene il leader perseguendo il progetto di realizzare un grande Egitto islamico integralista e di eliminare il presidente Anwar Sadat, il che avviene 6 ottobre 1981. Inizia la caccia all’ala militarista della jihad egiziana, numerosi leader vengono arrestati e condannati a morte, altri trovano rifugio all’estero. Anche al Zawahairi viene arrestato e il giovane medico matura proprio nel periodo della detenzione la determinazione che non ci può essere alcuna mediazione fra la classe politica egiziana, l’islam e il panarabismo, per lui tutti i dirigenti egiziani sono asserviti agli occidentali siano essi russi o americani. I giudici non riescono a provare il collegamento diretto con l’as sassinio del presidente Sadat e quindi sono costretti a rilasciarlo. Appena esce dal carcere Al Zawahiri non passa nemmeno da casa a salutare la famiglia, fugge direttamente in Arabia Saudita, poi raggiunge l’Afghanistan dove i mujaheddin combattono contro gli occupanti sovietici. lì che incontra Osama Bin Laden e tra i due scocca la scintilla: prima creano il Mak, Maktab Al Khadamat ossia "Ufficio di servizi", poi Osama e Ayman la sciolgono e fanno nascere Al Qaeda (la base). Il dottore diventa l’assistente spirituale di Bin Laden, il consigliere più ascoltato, lo stratega che riassume la sintesi di tutte le istanze islamiche integraliste, l’architetto che studia le articolazioni fondamentali della guerra santa mondiale, nonché il medico che si prende cura del tante malattie che affliggono il capo. Nel ’90 Al Zawahiri ritorna segretamente in Egitto, si nasconde dietro molti nomi ( Abu Muhammad, Abu Fatima, Abu Abd Allah, Abd al-Muizz) per spingere la jihad egiziana su posizioni ancora più radicali, mettendo a frutto l’esperienza in Afghanistan spiega alle reclute di Al Qaeda che l’attentato suicida è la forma più sacra e più attuabile per attaccare americani, israeliani, occidentali e i leader arabi traditori. Nel ’96 viene arrestato dai russi che lo accusano di reclutare terroristi jihadisti in Cecenia. Interrogato per sei mesi non apre bocca, non spiega perché sia in possesso di quattro passaporti con quattro diversi nomi e quattro diverse nazionalità. Le verifiche non approdano a nulla, così viene rilasciato al confine con l’Azerbaigian. Nel novembre ’97 Al Zawahiri organizza il massacro di 62 turisti stranieri nella città egiziana di Luxor e viene condannato a morte in contumacia. Riappare nel ’98 quando annuncia ufficialmente in qualità di membro anziano della Shura (il Consiglio di Al Qaeda) che le organizzazioni della jihad islamica egiziana si sono fuse con la "base" di Bin Laden, quindi emette la sua prima fatwa dal titolo "Il fronte islamico mondiale contro gli ebrei e i crociati", un passo fondamentale per ampliare la guerra del terrore su scala globale. Intanto il "dottore" ricorren do a tutte le tecniche di convincimento psicologico sta preparando il "grande esordio" dell’11 settembre 2001. Quattordici giorni dopo l’attacco al World Trade Center e al Pentagono l’Fbi emette un ordine di arresto e lo inserisce su esplicita richiesta di Bush nella lista dei maggiori ricercati internazionali. Ma Al Zawahiri, così come bin Laden, è introvabile. Nel dicembre 2001 pubblica il libro "Cavalieri sotto la bandiera del Profeta" la summa dell’ideologia qaedista-jahdista che diventa l’in separabile vademecum di ogni terrorista islamico. Il 3 dicembre 2001 l’aviazione americana colpisce un insieme di caverne vicino Jalalabad, nei bombardamenti muoino la moglie Azza e i suoi tre figli ma di lui non c’è traccia. Nel maggio del 2004 i caccia americani bombardano l’area tribale montagnosa al confine pakistano-afghano, ma né Bin Laden né Al Zawahiri vengono individuati. Qualche giorno dopo la rete televisiva Al Jazeera trasmette un video in cui si vedono i due passeggiare tranquillamente. LA VOCE DI BIN LADEN Il 13 gennaio 2006 un nuovo attacco aereo su Damadola, un villaggio pakistano nei pressi della frontiera afghana dove è data per certa la presenza la sua presenza, si conclude con un massacro di donne e bambini . Il dottore passa alla controffensiva mediatica, dal 2003 a oggi ha fatto 50 interventi televisivi per lanciare appelli alla jihad, preannunciare nuovi attacchi o rivendicarli, come quello alla metropolitana di Londra, definisce George Bush «il macellaio di Washington», si congratula coi mujaheddin algerini e iracheni che hanno messo a segno centinaia di attentati suicidi, esprime tutto il suo sostegno ad Hamas e agli Hezbollah, dichiara che «il movimento avanza e Osama sta bene a dispetto delle false notizie che lo vogliono gravemente malato». Incita i musulmani a combattere Israele, Stati Uniti, Occidente e ad aiutare in tutti i modi l’islam militante, esentando dalla jihad solo chi non ha abbastanza fondi da lasciare a mogli e figli. Ayman Al Zawahiri ha indossato i panni del politico, del custode dell’orto dossia qaedista, dello stratega, del consigliere militare, sta per pubblicare un secondo libro dedicato alle Talaeh al-Fath (le avanguardie della conquista) la sua luce è così abbagliante da rendere sempre più credibile il sospetto che sia lui il riferimento di Al Qaeda. CHI COLTO Nato al Cairo il 19 giugno 1951 da una famosa famiglia egiziana che vanta magistrati e medici come lui, Ayman Al Zawahiri è anche autore di diverse pubblicazioni e poeta. Parla, oltre all’arabo, il francese e un fluente inglese. FEDELISSIMO Ufficialmente è il numero due di Al Qaeda, ma in realtà sarebbe il vero capo della "Base". Dal 1998 al fianco di Osama Bin Laden come "luogotenen te", è anche il medico personale dello sceicco del terrore. Con tutta probabilità si nasconde nelle valli fra Afghanistan e Pakistan. GUGLIELMO SASININI