ItaliaOggi 14 marzo 2008, Franco Bechis, 14 marzo 2008
Class action su Santoro. ItaliaOggi 14 marzo 2008. Con una clamorosa sentenza l’ufficio del giudice di pace di Roma ha condannato la Rai a restituire 50 centesimi di canone oltre ai danni morali e materiali per un totale di 400 euro a un cittadino che si è ritenuto offeso dalla puntata di Anno Zero del 31 maggio 2007, in cui Michele Santoro trasmise e commentò il filmato della Bbc «Sex crime and the Vatican», sui casi di pedofilia nella Chiesa
Class action su Santoro. ItaliaOggi 14 marzo 2008. Con una clamorosa sentenza l’ufficio del giudice di pace di Roma ha condannato la Rai a restituire 50 centesimi di canone oltre ai danni morali e materiali per un totale di 400 euro a un cittadino che si è ritenuto offeso dalla puntata di Anno Zero del 31 maggio 2007, in cui Michele Santoro trasmise e commentò il filmato della Bbc «Sex crime and the Vatican», sui casi di pedofilia nella Chiesa. A vincere la causa non è stato un cittadino comune, ma il professore Carlo Andrea Bollino, presidente del Gestore elettrico (Gse). Così proprio il manager che riuscì a resistere a centinaia di cause per il famoso blackout del 2003 apre ora la strada a una class action collettiva contro il canone Rai (...) Non sono ancora note le motivazioni della sentenza, di cui è stato depositato solo il dispositivo, ma fa clamore la sconfitta della Rai, che non ha preso sottogamba la causa, schierando a propria difesa uno dei grandi esperti di diritto costituzionale come l’avvocato Alessandro Pace. Sono state però accolte le tesi del legale di Bollino, avvocato Stefano Bertolini, riconoscendo una qualche natura contrattuale nel rapporto fra Rai e abbonato al servizio pubblico. Certo la sentenza di un giudice di pace non fa in sè giurisprudenza, e potrebbe ancora essere ribaltata in appello. Ma è assai probabile che costituirà un precedente ghiotto per molti studi legali e associazioni di tutela dei consumatori. In sostanza infatti l’ufficio del giudice di pace ha riconosciuto che una trasmissione del servizio pubblico pagata dal canone debba avere qualità informativa e professionale non riconosciuta nè al filmato-inchiesta in questione nè al dibattitto che ne è seguito, in particolare per la scarsa attinenza professionale con la materia dibattuta di aluni ospiti in studio, come l’autore stesso dell’inchiesta, Colin O’ Gormann e il matematico Piergiorgio Odifreddi. Nonostante la preparazione di altri ospiti, fra cui il vescovo ausiliare di Roma, monsignor Rino Fisichella, l’impostazione generale del dibattito e il tipo di conduzione sono sembrati da bar sport, tanto da recare offesa a spettatori come il professor Bollino. In causa oltre a numerose altre sentenze precedenti sulla natura del canone e la sua riscossione, sono stati prodotti testi di Sigmund Freud sulla pedofilia e di premi Pulitzer su come si conduce una inchiesta giornalistica. La condanna della Rai ha un certo peso economico, perché oltre ai 400 euro e le spese legali, la sentenza dovrà essere pubblicata su tre quotidiani nazionali. Ma è quel che potrebbe seguire che spaventa i piani alti di viale Mazzini... Franco Bechis