Il Messaggero 14 marzo 2008, UMBERTO MANCINI, 14 marzo 2008
Quella lady d’Acciaio. Il Messaggero 14 marzo 2008. ROMA - Lady d’Acciaio. Black & Decker. Piccola Thatcher
Quella lady d’Acciaio. Il Messaggero 14 marzo 2008. ROMA - Lady d’Acciaio. Black & Decker. Piccola Thatcher. In Viale dell’Astronomia, nel quartier generale della Confindustria, hanno fatto a gara in passato nell’appiopparle soprannomi quando era alla guida dei ”giovani”. Lei, divertita, ci rideva su. Ma non si riconosce in nessuno. Emma Marcegaglia è fatta così. Determinata e puntigliosa. Di certo la prima donna-presidente di Confindustria non ama la vita mondana, le luci del palcoscenico. Preferisce la serenità della provincia mantovana, la famiglia, gli amici, per i quali è semplicemente ”Emy”. Sul lavoro invece è un osso duro, durissimo. Ha imparato dal padre Steno, che partendo da zero ha creato un impero metal-siderurgico che fa ricavi per oltre 4 miliardi di euro ed è presente in mezzo mondo. Adesso e lei, insieme al fratello Antonio e al padre, a gestirlo. Ma non c’è solo l’acciaio. Il gruppo, nel tempo, si è diversificato nel turismo e nella produzione di pannelli fotovoltaici e nell’energia. Ha oltre 6.500 dipendenti. Ed Emma segue tutto da vicino. Attenta ai particolari, scava a fondo nei problemi e non si ferma finchè non raggiunge l’obiettivo. E’ la cultura dell’impegno, del fare. Dopo aver sognato da bambina di fare la ballerina classica, si laurea alla Bocconi e vola in America, dove prende un master alla New York University. Quando a 24 anni torna a Gazoldo degli Ippoliti, un paese di 2.500 anime alle porte di Mantova dove i Marcegaglia vivono e lavorano, il padre le rifila la gestione di un dissestato complesso turistico sull’isola di Albarella, vicino a Venezia. Lei mostra subito una grinta invidiabile, risanando e rilanciando una struttura che in molti davano per spacciata. E’ la prova che la stoffa c’è. E tanta. Così, gradualmente e sotto la supervisione del papà, prende, il timone dell’azienda. Se ne accorgono anche in Confindustria. Dove a 30 anni guiderà i ”giovani” e sarà vicepresidente con Fossa. Un doppio record per una donna. Ma anche un impatto forte. C’è infatti da confrontarsi con Agnelli e Romiti, Tronchetti, Merloni e De Benedetti. E il mondo sindacale e quello istituzionale. Gli apprezzamenti per il lavoro svolto sono però unanimi. Conditi da un po’ di invidia per quelle minigonne sfoggiate a convegni e seriose riunioni internazionali. Nel 2004 è Montezemolo a darle le deleghe su energia e ambiente. Lei, ad ogni tappa, studia e si prepara. Con passione e semplicità. I valori di riferimento sono sempre gli stessi: impegno e serietà. Pragmatismo e nessuna ostentazione. Fiera delle proprie origini, della strada fatta. Sposata con Roberto Vancini, ingegnere informatico, quando può si rifugia in famiglia: la vera stella polare. Ama la montagna, il mare, i mercatini delle pulci e gli orologi d’epoca, non i ”salotti buoni’: «sedersi - dirà in una intervista - significa pagare un prezzo». E la politica? Apprezza quella del ”fare” ed ha evitato - e continuerà a farlo - di schierarsi. Non sopporta Pecoraro-Scanio e, di conseguenza la ”logica” dei no a prescindere. Quella che ha paralizzato l’Italia. Tenace e caparbia, ieri è stata acclamata al vertice con una vera standing ovation. Un diluvio di applusi da tutti i ”big’ dell’economia. Si è commossa, a fianco di una ancor più commosso Montezemolo. Poi il discorso in giunta con un messaggio forte: «mi impegnerò per costruire un futuro migliore per gli imprenditori e per i nostri figli». Forse pensava a Gaia, la bimba di 5 anni che spera che la mamma continui ad accompagnarla a scuola e a matterla a letto. E che la sfida di Confindustria non sia davvero totalizzante. Come il 99% dei consensi che ha raccolto UMBERTO MANCINI