La Repubblica 14 marzo 2008, 14 marzo 2008
La signora d´acciaio. La Repubblica 14 marzo 2008. «Cerchi, cerchi pure in paese. Qui non troverà nessuno che dica male di lei»
La signora d´acciaio. La Repubblica 14 marzo 2008. «Cerchi, cerchi pure in paese. Qui non troverà nessuno che dica male di lei». Ci avremmo scommesso. Nemmeno alla Pasticceria Zaninelli, piccolo tempio della gola di Gazoldo degli Ippoliti, quartier generale del regno Marcegaglia, si alza un refolo di dissenso. «La Emma? Sì la vediamo spesso. La mattina porta la bimba all´asilo a Mantova e poi arriva qui». «E non va via fino a tardi - racconta Fabio Bartoli, da 12 anni operaio nell´azienda di famiglia mentre il sole al tramonto incendia di rosso l´aria tersa della Pianura Padana - Confindustria? E´ un posto che si merita. Almeno come manager. Noi abbiamo un buon stipendio, non abbiamo mai fatto un un´ora di cassa integrazione, né di sciopero. D´altronde a Gazoldo non è mai stato licenziato nessuno...». E ti pareva. Inutile incarognirsi a cercare una voce contro. Emma Marcegaglia, la 43enne imprenditrice appena designata al vertice dell´associazione degli imprenditori è la sintesi vivente della capacità di creare consenso. La applaudono a destra e a sinistra. Prende i voti del 99% dei suoi colleghi, con un plebiscito che risana le cicatrici aperte in viale dell´Astronomia dallo strappo di Vicenza. E la sua terra è forse il posto migliore per capire la ricetta magica della cavalcata trionfale che l´ha portata sulla poltrona più importante di Confindustria. Un mix di understatement, pragmatismo e sudore che da queste parti è di casa. Cominciamo proprio da Gazoldo. La capitale del melone mantovano, recita un cartello all´ingresso del paese. Un po´ riduttivo visto che le acciaierie dei Marcegaglia, trecento metri dal palazzo cinquecentesco degli Ippolitti in pieno centro dove vive il capostipite Steno, sono la vera capitale siderurgica d´Europa e la decima impresa italiana. Ma il paese è come la famiglia d Emma («imprenditori poveri di un´impresa ricca», ripete di solito papà): tiene il profilo basso. «Le svelo un segreto - racconta la panettiera - Lo sa che i Marcegaglia si fanno ancora il pane in casa?». Ecco. La nuova numero uno di Confindustria è partita da qui. Certo ha studiato alla Bocconi e alla New York University (master in business administration). Certo ha salito uno ad uno tutti i gradini di viale dell´Astronomia, da presidente dei giovani imprenditori fino a numero uno dell´associazione. E coltiva qualche vezzo come la passione per gli orologi d´epoca che porta con una punta di snobismo al polso destro. Ma per il resto la sua vita è rimasta quella di sempre. Casa (a Mantova, piazza Virgiliana, una bellissima villa con sala proiezioni interna) e lavoro (amministratore delegato con deleghe a finanza e amministrazione dell´impero di famiglia, 4 miliardi di fatturato). «Emma è la sintesi dei valori della nostra terra: dal liceo scientifico fino a Confindustria è stata un simbolo d´eccellenza. E´ pratica e lavoratrice come tutti noi mantovani. E qui siamo felici, il paese ha bisogno di una nuova classe dirigente da Tripla A» dice Matteo Colaninno - altro enfant du pays che si è fatto gloria in viale dell´Astronomia - appena sceso dal palco di Piazza delle Erbe, tappa mantovana del viaggio elettorale del pullman di Walter Veltroni. Pugno di ferro in guanto di velluto, dice qualcuno. Minuta, riservata, elegante, «La definirei persino dolce», dice Luigi uscendo dal cancellone bianco della fabbrica di famiglia dove lavora da 21 anni. Di certo non remissiva. Per conferma chiedere ad Antonio D´Amato che in piena crociata per l´abolizione dell´articolo 18 si è trovato sul tavolo la polemica lettera di dimissioni della manager mantovana, in aperto dissenso con la sua linea. Uno scontro che non ha lasciato tracce visto il consenso trasversale (politico e imprenditoriale) che Marcegaglia è riuscita a costruire nei sui dodici anni all´interno del parlamentino degli imprenditori. A Mantova, però, conoscono meglio l´altra Emma. Quella che qualche mese fa - tra decine di auto blu - si è presentata in bicicletta, la figlia Gaia in canna, al matrimonio di Michele Colaninno, figlio minore del numero uno della Piaggio. «La incontriamo in libreria il sabato, o ai giardini pubblici a giocare con la bimba e il marito Roberto Vancini», dice Enrico Grazioli, direttore della Gazzetta di Mantova. Qui in tanti sperano che la sua nomina segni l´inizio del riscatto della città. «Guardi che da noi è un disastro - racconta Luigi, 65enne pensionato reduce dal comizio di Veltroni - Cinque anni fa hanno tolto gli Eurostar che ci collegavano a Roma. Ieri le Fs hanno cancellato l´ultimo Intercity». «I mantovani si sentono un po´ trascurati - conferma Grazioli - Speriamo che la nomina di Marcegaglia sia una svolta». «Ce lo auguriamo tutti - fa eco il sindaco Fiorenza Brioni - Lei è una donna che con passione e tenacia ha fatto un grande lavoro per il paese con la P maiuscola ma che ha saputo anche guidare una multinazionale in grado di tenere le radici ben solide nella terra di casa». Ok. Un altro peana. Per iniziare può andare bene. Ma tra poco, quando sul tavolo del nuovero numero uno di Confindustria arriverà il dossier della ridiscussione dell´intero statuto dei lavoratori, i complimenti serviranno a poco. E forse allora il pragmatismo e l´equilibrio affinati in 20 anni di lavoro nella capitale del melone mantovano torneranno di nuovo utili. Ettore Livini