Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2008  marzo 12 Mercoledì calendario

Quella missione in Belgio. Il Sole 24 ore 12 marzo 2008. I rapporti professionali tra Alessandro Benedetti e Fulvio Conti non si esaurirono con la chiusura dell’operazione Wind

Quella missione in Belgio. Il Sole 24 ore 12 marzo 2008. I rapporti professionali tra Alessandro Benedetti e Fulvio Conti non si esaurirono con la chiusura dell’operazione Wind. Le loro strade si incrociarono nuovamente in occasione di quella che sarebbe potuta essere la più ambiziosa operazione della storia dell’Enel: la tentata scalata a Compagnie de Suez. Il Sole 24 Ore ha appurato che Benedetti fu parte di un ristretto circolo di persone con i quali Conti fu in contatto per cercare di conquistare la grande holding franco-belga nell’estate del 2006. Quello che appare certo è che Benedetti abbia lavorato su uno scenario che avrebbe coinvolto anche l’imprenditore francese François Pinault e la banca Deutsche Bank. Ma sul suo ruolo abbiamo riscontrato versioni contrastanti. L’Enel sostiene che «dopo Wind, Benedetti non è mai stato incontrato (da Conti), salvo una volta nella quale si presentò dicendo che portava l’interesse di Pinault a partecipare alla cordata. Gli fu detto che non eravamo interessati a questa cosa e non venne mai più incontrato da allora». Per quel che riguarda Deutsche Bank, l’Enel nega di aver avuto rapporti con la banca tedesca: «Deutsche lavorava per Pinault. Su quell’operazione i nostri advisor erano Credit Suisse e Dresdner». Ma è una ricostruzione che minimizza molto il ruolo sia di Benedetti che di Deutsche. E si scontra con i ricordi di un testimone. «Doveva essere un’operazione cash e l’Enel non aveva la capacità di bilancio per finanziare l’acquisto di Suez. Il piano era quindi quello di far intervenire Pinault con il supporto delle Deutsche Bank e delle banche francesi che avrebbero presentato un’offerta per i cespiti francesi. Ma sarebbe stata un’unica operazione in due fasi perché, senza Pinault e Deutsche Bank, l’Enel non ce l’avrebbe potuta fare. Ed è impossibile che non fosse tutto coordinato, perché non si sarebbe potuto fare nulla senza vendere i cespiti francesi per cassa prima di pagare». A seguire la trattativa per conto della banca tedesca, fu Bertrand des Pallières, all’epoca capo di Principal Finance ma oggi responsabile di Spqr, un fondo di investimento che condivide gli uffici a Londra con Alessandro Benedetti. Quando gli abbiamo telefonato per chiedere conferma del ruolo suo e di Benedetti nell’operazione Suez, ci ha risposto che «c’erano varie possibili configurazioni che valutammo, e in alcune di esse, (Benedetti) avrebbe portato un notevole valore aggiunto nella transazione». Quando gli abbiamo chiesto se Benedetti era in contatto diretto con Conti, ci ha risposto: «Sono sicuro che lo è stato». Il Sole 24 Ore ha anche scoperto che nel luglio del 2006, nel pieno delle trattative, Benedetti venne inviato a Bruxelles in un delicatissimo incontro con una persona ai vertici del Governo che sarebbe poi stato seguito da un successivo incontro tra Conti e il primo ministro belga. Obiettivo: spianare la strada alla cordata Enel-Pinault. «Escludiamo assolutamente che Benedetti sia andato dal Governo belga a nome di Conti. Sarà andato per conto suo. O per Pinault» smentisce l’Enel. Chissà se al Governo belga si ricordano di Benedetti e di chi rappresentasse quando li ha incontrati. C. G.