La Repubblica 13 marzo 2008, JENNER MELETTI, 13 marzo 2008
Un cielo senza uccelli. La Repubblica 13 marzo 2008. Sembra una buona notizia: l´airone cinerino ha deposto le prime uova già l´8 gennaio
Un cielo senza uccelli. La Repubblica 13 marzo 2008. Sembra una buona notizia: l´airone cinerino ha deposto le prime uova già l´8 gennaio. Ma Fabio Cianchi, direttore dell´oasi Wwf di Orbetello, scuote la testa. «Fino all´anno scorso trovavamo i primi nidi a fine febbraio, quando arrivavano anche le rondini. E invece le prime rondini le abbiamo viste arrivare già a metà gennaio. Il mondo degli uccelli migratori è sconvolto. L´assiolo, chiamato Chiù, un rapace notturno che sverna nel centro dell´Africa, quest´anno è rimasto nella nostra oasi. Il rondone pallido, anche questo africano, ha fatto il nido in Toscana e non è tornato a casa: nel nostro inverno troppo mite ha trovato gli insetti di cui si ciba. Noi umani osserviamo questi cambiamenti e siamo preoccupati. I mutamenti climatici mettono a rischio estinzione tante specie di uccelli, che pure per secoli hanno dimostrato una grande capacità di adattamento ai diversi ambienti e alla variabilità della natura». Non ci sarà bisogno di aspettare San Benedetto, anche nell´Italia del nord, per salutare l´arrivo delle rondini. «Ma saranno poche - dice Paolo Maria Politi, della riserva Orti Bottagone di Livorno - e comunque meno dell´anno scorso: una decima parte di quelle che arrivavano fino a pochi anni fa. Le rondini ci fanno capire cosa sta succedendo in questo mondo che disorienta gli uccelli e gli uomini. Ci raccontano che il nostro cielo rischia di restare vuoto». Nel Climatic atlas of European breeding birds, l´atlante climatico degli uccelli nidificanti europei, un gruppo di ricercatori inglesi sostiene che se, in questo secolo, la temperatura media globale aumenterà di circa 3 gradi Celsius, le specie ornitologiche si sposteranno di circa 550 chilometri verso nordest. Gli uccelli africani troveranno casa nelle terre attorno al Mediterraneo, quelli che vivono in Italia si sposteranno a nord e le specie che vivono nella neve delle montagne, come la pernice bianca, sono destinate all´estinzione. «Che tante cose stiano cambiando - dice Fabrizio Bulgarini, studioso delle biodiversità per il Wwf - è sotto gli occhi di tutti. Gli usignoli svernano qui e non in Africa, i cormorani vanno a pesca nel Tevere nel cuore di Roma, vediamo le cicogne cibarsi nelle discariche italiane. Non solo i nidi di airone, ma anche le fioriture degli alberi arrivano in anticipo. Un fatto è certo: i cambiamenti climatici e l´effetto serra investono un territorio già degradato dalla distruzione delle risorse naturali e da un uso pesante del suolo. E tutto questo rende il nostro futuro dannatamente difficile». La storia delle rondini può spaventare. «Da otto anni - dice Paolo Maria Politi della riserva livornese - studio questi uccelli, così cari a tutti. Ogni anno metto gli anelli a tre o quattromila rondini, così so quando partono, dove vanno e quando - e se - tornano. I numeri, innanzitutto. Nella riserva Orti Bottagone otto anni fa c´erano 50 - 60 mila rondini, topini, balestrucci e ora ne restano tre o quattromila. Al lago Porta ce n´erano 500.000, ora sono meno di centomila. C´è un altro numero che spaventa. Nel 2002 c´era un adulto ogni 4 o 5 giovani, ora c´è un adulto ogni 1,3-1,7 giovani. Il tasso di riproduzione è crollato. Questo perché il clima è cambiato. Non piove più come un tempo ma arriva un fortunale che sembra un tornado e poi c´è la siccità. In questo modo i ditteri - mosche, moscerini, tafani, pappataci… - che sono il cibo delle rondini si riduce fortemente. Nella vita delle rondini il cibo è tutto. Quando partono per tornare in Africa - soprattutto in Congo, Nigeria, Camerun - pesano dai 25 ai 28 grammi. A fine viaggio pesano dai 16 ai 17 grammi. In questi ultimi anni, con il calo forzato di alimentazione, hanno dovuto cambiare meta. Un grammo in meno del necessario vuol dire crollare nel Mediterraneo e soprattutto nel deserto del Sahara, che è il più forte ostacolo al loro viaggio. E così colonie di rondini hanno cambiato strada. Si fermano già in Sicilia o, attraversato il mare, svernano sulla costa africana, dalla Tunisia all´Egitto. cambiato anche il modo in cui le rondini si preparano alla partenza. Da sempre si sono visti i "dormitoi", i luoghi dove le rondini si ritrovano e sostano ad agosto e settembre con un solo obiettivo: ingrassare. La fine di settembre non era scelta a caso. A quella data anche gli ultimi nati, quelli della terza covata, erano pronti per il viaggio. Da due anni a questa parte la partenza avviene in anticipo, nella prima decade di settembre, quando i nuovi nati sono appena in grado di volare. Questo perché gli adulti, che hanno codificato il tracciato del viaggio nella loro mappa genetica, non sanno più che fare. Partono prima alla ricerca di una terra subito dopo il mare o alla ricerca dell´antico nido in Congo, se capiscono di avere la forza di superare quel Sahara ogni anno più vasto». Un temporale è capace di sterminare migliaia di rondini in volo. I nuovi nati non hanno energie sufficienti per un viaggio fra i due continenti. «E quando arrivano in Congo, diventano anche cibo per i poveri. Ho dato vita a un´associazione di Amici delle rondini proprio nella Repubblica democratica del Congo. Raccolgo fondi perché gli africani possano allevare pesci e polli, e lascino in pace le nostre rondinelle». La siccità non colpisce soltanto le rondini. Nel lago di Burano, presso Capalbio, l´anno scorso sono caduti 220 millimetri di pioggia, contro una media di 600-800 millimetri. Questo ha provocato l´avanzamento del cuneo salino del mare in falda, che ha ucciso più del 50% del canneto che era rifugio di tanti uccelli. Muoiono, sempre per colpa del sale, anche le querce da sughero che sono sulle rive del lago, che dieci anni fa aveva una salinità dell´8-10 per mille ed ora è salito al 20 con punte di 30 per mille. A metà ”800 in Italia c´erano due milioni di ettari di valli e lagune, ora gli ettari sono 200.000. «La riduzione o scomparsa delle zone d´acqua dolce - dice Fabio Cianchi - provoca la scomparsa di rospi, raganelle e tritoni. Due anni fa la diminuzione del livello dell´acqua ha messo all´asciutto i nidi dei cavalieri d´Italia e le volpi hanno fatto strage di piccoli. In compenso, abbiamo registrato l´arrivo di tante farfalle notturne africane. Ne contiamo una decine di specie, dalla Morphopoliana languida alla Pandesma robusta. Nel nostro Tirreno i pescatori si sono trovati nella rete anche il Fistularia commeronii, il pesce flauto o trombetta, che prima viveva solo presso le barriere coralline di Sharm El Sheik». Le rotte dei migratori sono le autostrade dei cieli. A Burano, da Siberia, Mongolia e Finlandia continuano ad arrivare anatre, folaghe e oche, e nell´ultimo anno si sono aggregate anche le gru siberiane, prima sconosciute in questi lidi. In aumento anche i fenicotteri, gli aironi e le spatole, mentre il codone e la moretta tabaccaia sono quasi scomparse. A Fossoli di Carpi, nella valle padana, è stata aperta una nuova oasi, la Francesa. Airone bianco e cinerino l´hanno scelta come casa e hanno deciso di non essere più migratori. Si dividono acqua e cibo con i Martin pescatore, le valpoca e 42 gru scese dal cielo attirate dallo specchio d´acqua. Basterebbe poco, per evitare i cieli vuoti. JENNER MELETTI